Silvio Berlusconi ha
un problema serio. Dalla nascita. E’ il suo dna. Che fa prevalere la
megalomania e la convinzione di essere il solo salvatore della patria.
Sempre e comunque. Il dna che gli fa credere di dire il vero quando invece
mente o omette. Il dna che non gli consente di accettare che gli eventi non
vadano nella direzione da lui voluta.
Ora. Uno così può essere affidabile? Puoi
gestire una mediazione logica, e perché
no: utilitaristica? No. Uno così può comprendere quale sia la scelta tattica
e/o strategica più opportuna nel momento in cui gli eventi vanno in direzione
contraria a ciò che crede e aspetta? Ben difficilmente.
E, infatti, Silvio Berlusconi ha commesso negli ultimi
mesi errori strategici che in passato non avrebbe commesso perché i “vincoli”
del suo dna erano compensati dalla coglioneria di parte degli italiani, dalla
similitudine con altri italiani che in lui si vedevano rappresentati, dall’inconsistenza
e pochezza del Pd. Condizioni favorevoli che ha saputo usare e mantenere che
hanno “neutralizzato” l’effetto negativo di ciò che predomina nel suo dna.
La sentenza passata in giudicato che l’ha
condannato per frode fiscale, non ha
fatto che esplodere l’essenza del dna a tal punto da oscurare ogni lucidità
analitica e di sintesi.
Dopo quella sentenza, Silvio Berlusconi avrebbe dovuto fare un passo indietro. Non immediatamente
(questo non si fa, non ci si arrende subito), ma trascorso un ragionevole
periodo necessario per arrivare a concludere
che non si poteva contare sulla “pacificazione”, cioè su un trattamento ad personam da parte del Pd e di Napolitano.
che non si poteva contare sulla “pacificazione”, cioè su un trattamento ad personam da parte del Pd e di Napolitano.
A quel punto, dopo
aver incassato lo slittamento della seconda rata dell’Imu, avrebbe dovuto
iniziare ad ammorbarci con le solite balle: l’ho
fatto perché ho senso di responsabilità, solo grazie a me il governo Letta ha
cancellato (?) l’Imu, ecc..ecc…ecc..
Il passo indietro,
unito alla sua capacità comunicazionale, gli avrebbe fatto aumentare i consensi
nel centro destra. Non solo. Avrebbe ottenuto un ulteriore vantaggio sul Pd. “Rilassato” per l’autoeliminazione del
Caimano, si sarebbe “dedicato” - con il
massimo impegno – nell’attività che meglio gli riesce: l’autodistruzione. Nella
fattispecie, l’autodistruzione si sarebbe manifestata nel cercare di far fuori
Renzi.
Possibile che Silvio
Berlusconi non abbia capito che era opportuno fare un passo indietro. Per le
sue aziende, in chiave elettorale (considerando che siamo in campagna
elettorale permanente) e per “svuotare” il consenso di Renzi cui il Pd avrebbe
dato la caccia.
Beh…certo. Riguardo quest’ultimo
punto può ancora recuperare. Silvio ha il suo dna. Ma anche il Pd ne ha uno che
non riesce a modificare. Caratteristica principale: vocazione del perdente.
Logico. Essendo il Pd privo
di un modello culturale-politico alternativo al berlusconismo.
Berlusconi non ha capito – anche perché circondato da servi coglioni (siano essi falchi, siano essi colombe) – che l’unica mossa utile a sé e al Pdl o Forza Italia sarebbe stato il passo indietro. L'unico modo con il quale ottenere la "benevolenza" di Napolitano, che si sarebbe inventato una nuova commissioni di saggi o trovato un escamotage per "ricompensare" la sua uscita di scena dal Senato.
Berlusconi non ha capito – anche perché circondato da servi coglioni (siano essi falchi, siano essi colombe) – che l’unica mossa utile a sé e al Pdl o Forza Italia sarebbe stato il passo indietro. L'unico modo con il quale ottenere la "benevolenza" di Napolitano, che si sarebbe inventato una nuova commissioni di saggi o trovato un escamotage per "ricompensare" la sua uscita di scena dal Senato.
E non ha capito, qualche giorno fa, che far cadere il
governo era un’altra coglionata. Ieri, dopo che gli hanno iniettato un antidoto,
ha ritrovato per un attimo una lucidità calcolatrice. Il problema non era tanto
perdere quei 30 o 40 o chissà quanti “traditori”, pur se tra questi vi erano
lobby portatori di voti (Cl e Compagnia delle Opere), il punto era: non posso
permettermi che Letta riesca a governare senza di me. Ergo: si è riattaccato al
culo di Letta. Che è il miglior democristiano da quando Andreotti ha smesso di
telefonare per far cadere il governo Prodi.
Stare attaccato a
Letta gli porterà dei benefici. Se recupererà la sua lucidità comunicativa. Superiore
a quella di chiunque altro. Matteo Renzi incluso.
Certo. La condanna
definitiva e la decadenza da senatore non sono cose che il suo dna può
accettare.
Faccia della terapia.
Si faccia aiutare (non dai servi coglioni). Perché a meno di porcate o
pronunciamenti normativi, non potrà schivare la decadenza. Ma potrà recuperare rispetto
alla prima vera sconfitta strategica consumata in due fasi: mancato passo
indietro e addio all’appoggio al governo Letta. Il quale, può gioire ma non
troppo. Meglio governare con pochi voti al Senato ma “rappresentativi” di lobby,
che ancora con Silvio alle calcagna a prendersi i meriti, a fare giochetti, a
porre ricatti.
Se Berlusconi non gli avesse
dato la fiducia, Letta avrebbe comunque
ottenuto una maggioranza e, per ridurre rischi futuri, aveva “patteggiato” con Renzi: tu la smetti
di scassarmi le palle facendo il Marc’Antonio di Shakespeare, io ti lascio
campo libero per la futura candidatura a premier.
Ora che Berlusconi è
nuovamente attaccato al governo e che avrà il tempo per recuperare gli errori
commessi, il Pd cosa farà per cercare di vincere le prossime elezioni. Sicuri
che sia Renzi l’avversario più ostico per Silvio? A me pare, invece, che sia
Enrico Letta.
A proposito…il “patto”
Letta-Renzi vale ancora o è decaduto ieri con l’ampia fiducia ritrovata…
Troppe personali convinzioni che non .... convincono
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