giovedì 3 ottobre 2013

Gli immigrati morti oggi al largo di Lampedusa: Don Colmegna, “basta chiamarle tragedie”


Basta chiamarle tragedie

Basta chiamarle tragedie. Per favore, basta! Quello che è successo oggi a Lampedusa è ormaiun’agghiacciante normalità. Leggi sbagliate, interventi prevalentemente repressivi del fenomeno migratorio e disinteresse interessato dei paesi europei non direttamente coinvolti nell’approdo quotidiano dei migranti non hanno minimamente scalfito la potenza delle organizzazioni criminali che trasportano senza nessuno scrupolo chi sogna l’Europa verso le sue coste. Queste stesse leggi non non sono nemmeno mai riuscite a razionalizzare i flussi migratori in ingresso con la domanda delle società e delle economie dei paesi di destinazione. Anzi, con le loro astrusità burocratiche, hanno favorito, di fatto, la crescita degli immigrati irregolari.
Non solo. Quest’agghiacciante normalità è aggravata dal fatto che a cercare di arrivare sulle nostre coste non sono solo migranti economici che vogliono migliorare le loro condizioni di vita, ma anche persone che si lasciano alle spalle guerre, violenze e repressione. Sono migranti obbligati che scappano dalle loro nazioni non per scelta, ma per necessità. Questo la Fortezza Europa lo sa, ma non va oltre gli appelli. Si limita alle parole di cordoglio da parte dei suoi rappresentanti, ma non interviene concretamente. In materia di immigrazione,
serve una linea comunitaria coerente, equa e adeguata alla realtà di flussi migratori che non si interrompono né con i buoni propositi, né con le minacce.
Se è necessario fare qualcosa di clamoroso per impedire che i profughi debbano affidarsi a scafisti criminali per salvarsi la vita e vedersi riconosciuti quei diritti affermati dalle convenzioni internazionali, allora facciamolo. Se è necessario, apriamo dei corridoi umanitari per consentire un arrivo sicuro e protetto a chi scappa dai conflitti al di là del Mediterraneo. E nel frattempo, se questa soluzione ad alcuni sembra eccessiva o ad altri irrealizzabile, facciamo quello che ha suggerito il Consiglio italiano per i rifugiati.
“Ci sono diverse modalità – ha dichiarato il suo direttore Christopher Hein – con cui i richiedenti asilo e rifugiati potrebbero entrare in Europa in modo regolare, ma sono poco utilizzate dagli stati europei…L’Italia e l’Europa devono dotarsi di questi strumenti: è un passaggio indispensabile per cercare di dare alternative alla lotteria della morte del Mediterraneo”.

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