Basta
chiamarle tragedie
Basta chiamarle tragedie. Per favore,
basta! Quello che è successo oggi a Lampedusa è
ormaiun’agghiacciante normalità. Leggi sbagliate, interventi prevalentemente
repressivi del fenomeno migratorio e disinteresse interessato dei paesi europei
non direttamente coinvolti nell’approdo quotidiano dei migranti non hanno
minimamente scalfito la potenza delle organizzazioni criminali che trasportano
senza nessuno scrupolo chi sogna l’Europa verso le sue coste. Queste stesse
leggi non non sono nemmeno mai riuscite a razionalizzare i flussi migratori in
ingresso con la domanda delle società e delle economie dei paesi di
destinazione. Anzi, con le loro astrusità burocratiche, hanno favorito, di
fatto, la crescita degli immigrati irregolari.
Non solo. Quest’agghiacciante
normalità è aggravata dal fatto che a cercare di arrivare sulle nostre coste
non sono solo migranti economici che vogliono migliorare le loro condizioni di
vita, ma anche persone che si lasciano alle spalle guerre, violenze e
repressione. Sono migranti obbligati che scappano dalle loro nazioni non
per scelta, ma per necessità. Questo la Fortezza Europa lo sa, ma non va oltre
gli appelli. Si limita alle parole di cordoglio da parte dei suoi
rappresentanti, ma non interviene concretamente. In materia di immigrazione,
serve una linea comunitaria coerente, equa e adeguata alla realtà di flussi
migratori che non si interrompono né con i buoni propositi, né con le minacce.
Se è necessario fare qualcosa di clamoroso
per impedire che i profughi debbano affidarsi a scafisti criminali per salvarsi
la vita e vedersi riconosciuti quei diritti affermati dalle convenzioni
internazionali, allora facciamolo. Se è necessario, apriamo dei corridoi
umanitari per consentire un arrivo sicuro e protetto a chi scappa dai conflitti
al di là del Mediterraneo. E nel frattempo, se questa soluzione ad alcuni sembra
eccessiva o ad altri irrealizzabile, facciamo quello che ha suggerito il Consiglio italiano per i rifugiati.
“Ci sono diverse modalità – ha dichiarato il suo direttore
Christopher Hein – con cui i richiedenti asilo e
rifugiati potrebbero entrare in Europa in modo regolare, ma sono poco
utilizzate dagli stati europei…L’Italia e l’Europa devono dotarsi di questi
strumenti: è un passaggio indispensabile per cercare di dare alternative alla
lotteria della morte del Mediterraneo”.
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