da: La Stampa
Joe
Vanardi
E così alla fine Enrico Letta non avrà
scritto in fronte Jo Condor, ma Joe Vanardi. Nelle prossime righe tesserò
l’elogio di Giovanardi Carlo, parlamentare cattolico di resistibile simpatia e
marmorea duttilità che sui diritti civili si colloca storicamente a destra di
Papa Borgia. Messosi alla guida di un drappello di dissidenti, Joe rischia
seriamente di salvare il governo e magari l’Italia. L’uomo si conferma
coerente: è sempre stato favorevole all’accanimento terapeutico. E in fondo
quel Berlusconi così futile e immorale non gli era mai piaciuto. Lo ha
sopportato per vent’anni - come il male minore rispetto a invertiti e
sinistrati - dirottando la sua ferocia conservatrice verso altri sfoghi. Le
coppie gay, perché nei Paesi dove possono adottare è esplosa la compravendita
dei bambini. Aldrovandi, perché la macchia di sangue che si vede nella foto non
è sangue ma un cuscino rosso. L’Olanda, perché usa le leggi sull’eutanasia per
ammazzare i bambini malati. E ancora le coppie gay - un suo classico, come «Champagne»
per Peppino Di Capri -, perché vederle quando si baciano è come guardare
qualcuno che fa pipì in un luogo pubblico.
Ora il vecchio Joe ha finalmente trovato il
tempo per dedicarsi al bersaglio grosso: il badante di Dudù. Qualcuno sarà
stupito dal suo colpo di reni. Qualcun altro (Sallusti?) gli darà del traditore
e gli rinfaccerà un garage abusivo a Modena nord. Ma si sbagliano. Joe Vanardi
è incapace di ribellioni e tradimenti, operazioni che richiedono giravolte
incompatibili con la sua struttura mentale. Lui è stato programmato per andare
diritto e non sarà tanto facile fargli cambiargli scheda.
Nessun commento:
Posta un commento