mercoledì 9 ottobre 2013

Dario Bressanini: Le bugie nel carrello / 4

Spesso ci allarmiamo, o ci tranquillizziamo, più per la percezione ricevuta che per il valore assoluto del rischio.
Alcuni vegetali contengono più nitriti dei salumi. Le bietole ne contengono 6 mg per kg e gli spinaci tra i 2 e 4 mg. Nella mortadella analizzata dall’INRAN risultano assenti. Ciò significa che, se anche c’erano, la loro concentrazione era talmente bassa da risultare non rilevabile. E’ noto infatti che solo una parte dei nitriti aggiunti nella fase di produzione si ritrova nel prodotto a fine stagionatura. Per una serie di fattori, che comprendono il tipo di lavorazione, il pH, le eventuali temperature di cottura e i metodi di conservazione, fino al 90 per cento dei nitriti può trasformarsi o venire eliminato  e quindi potrebbe non essere rilevabile nel prodotto finale. In più, da diversi anni si tende a ridurre la quantità di nitriti aggiunti. Ciò è dovuto al miglioramento delle tecniche di produzione e soprattutto, come per la mortadella Fiorucci, all’aggiunta di ascorbato o di acido ascorbico, che amplifica l’attività antibotulinica dei nitriti e ne consente un uso più limitato.
A volte nella lista degli ingredienti sono citati anche i nitrati, di sodio (E251) o di potassio (E252), che non hanno una funzione propria contro il botulino, ma in alcuni prodotti fungono da serbatoio di nitriti, che vengono generati localmente dall’attività microbica durante la stagionatura.
Insomma, sicuramente è meglio limitare il consumo di cibi che contengono nitriti, ma, date le piccole quantità riscontrate nei salumi italiani, un panino con la mortadella ogni tanto possiamo godercelo tranquillamente.

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