venerdì 31 maggio 2013

Dario per Franca

di Dario Fo



"Franca ed io abbiamo scritto quasi sempre i testi del nostro teatro insieme. Io mi prendevo l’onere di mettere giù la trama quindi gliela illustravo e lei proponeva le varianti, spesso li recitavamo a soggetto, all’improvvisa, come si dice... Questo era il metodo preferito ma non sempre funzionava. Si discuteva anche ferocemente, si buttava tutto all’aria e si ricominciava da capo. In verità mi trovavo a dover riscrivere di nuovo il testo da solo. Poi lo si discuteva con più calma e si giungeva ad una versione che funzionasse e che andasse bene a tutt’e due.

Anche Franca è stata l’autrice unica di alcuni testi. Ci sono opere, come per esempio “Parliamo di donne”, che furono stese da lei completamente a mia insaputa. Quando mi ha dato da leggere questa commedia già ultimata sono rimasto un po’ perplesso... e seccato! Ma come ti permetti?!? No, scherzavo...

Io ho proposto qualche variante ma di fatto si trattava di un’opera del tutto personale.

Esodati: ancora 200mila lavoratori da salvaguardare

da: Il Sole 24 Ore

Esodati, ci sono ancora 200mila lavoratori da salvaguardare
di Matteo Prioschi

Con la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» avvenuta il 28 maggio 2013 del decreto interministeriale datato 22 aprile, si completa il quadro normativo relativo agli interventi di salvaguardia dalla riforma previdenziale messi a punto finora.
Al contempo, però, in Parlamento si sta lavorando per ampliare ulteriormente la platea, tenendo conto della scarsità di fondi disponibili.

Del resto con i tre provvedimenti definiti finora si tutelano 130.130 lavoratori su un totale complessivo, stimato e mai confermato, di circa 330mila persone.
In base a tali numeri, le maggiori criticità dovrebbero riguardare due tipologie di lavoratori. Infatti tra gli autorizzati al versamento volontario dei contributi

giovedì 30 maggio 2013

The Voice of Italy: puntata finale



The Voice of Italy la finale del 30 maggio 2013 in diretta: ospiti Psy e Modà


Andrà in onda questa sera l’ultima puntata di The Voice of Italy, la prima edizione del talent show italiano che ha visto Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante, Noemi e Piero Pelù come giudici del programma.

Giovedì scorso abbiamo scoperto i nomi dei quattro finalisti, i più votati dal pubblico e maggiormente sostenuti dai propri coach: Timothy Cavicchini (Team Pelù), Silvia Capasso (Team Noemi), Elhaida Dani (Team Cocciante) e Veronica de Simone (Team Carrà).
Dalla scorsa settimana sono stati messi online su iTunes gli inediti dei quattro concorrenti:When Love Calls Your name” (Elhaida), Nati Liberi (De Simone), Luce (Silvia Capasso) e A fuoco (Timothy).

Questa sera si inizierà con le prime fasi che vedono l’eliminazione di un primo concorrente, poi di un secondo fino ad una finale vera e propria a due nomi per decretare chi sarà “The Voice of Italy”.

Amministrative, M5S: Grillo e i “maestrini dalla penna rossa”

Oggettivamente, i “ritratti” che Grillo fa in un post sono azzeccati. Anche quello su Civati. Che non si capisce che ci faccia ancora nel Pd. In senso inversamente proporzionale a Renzi…
Con ciò, parlare solo degli errori e/o dei limiti atavici degli altri è un modo per evitare di affrontare la questione. La “pagliuzza”, ammesso e non concesso che non sia una trave, c’è.
Asserisco questo pur avendo l’impressone – per nulla suffragata da sondaggi - che il M5S non calerà così sensibilmente alle prossime elezioni nazionali.
Rimane il fatto che il risultato delle amministrative dimostra che c’è un solo vincitore: l’astensione. I partiti e il M5S hanno perso.
Grillo può sostenere che il M5S non è un partito come quelli dell’inciucio perenne ma, tanto più lo dice, tanto più deve dimostrare che il M5S è portatore -  concreto, reale - di un vero cambiamento. Sennonchè…
Vuoi per la gestione di Grillo/Casaleggio – non diversa da quella degli amministratori “assolutisti” di certi forum (di tv, gossip, politica, non fa differenza) che prima attraggono e poi creano distacchi - vuoi per la pochezza, non solo dei pochi voti arrivati dal web, ma mentale (non dovuta solo all’inesperienza, ma all’ignoranza) - il vero cambiamento non si sta vedendo.
Sarà colpa – esclusiva – della stampa di regime inciuciara e dei talk televisivi. Stampa e tv che Giuseppe Piero Grillo non frequenta, che ha proibito – non a torto, visto la pochezza del 98% degli onorevoli e senatori cinquestelle - agli eletti dell’”uno vale uno”.
Quella stampa e tv che tutti i giorni, più volte al giorno, parla di lui e del Movimento 5 Stelle. Lo fa da mesi. Eppure, c’era questa stampa e tv dipendente (eufemismo) quando il M5S ottenne un risultato considerevole alle elezioni politiche…
Ma non chiedete a Grillo come mai. Potreste rientrare nei “ritratti” di un suo post.



Il maestrini dalla penna rossa

Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c'è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine

Elezioni amministrative, M5S: Rodotà, “Grillo e Berlusconi hanno perso le elezioni"

da: Corriere della Sera

Rodotà, avviso a Grillo: «Beppe sbaglia, non bastano più le sue dichiarazioni»
«Dare colpa agli elettori è una spiegazione che non spiega»
di Alessandro Trocino



«Non voglio dire che lo prevedevo. Ma non sono affatto sorpreso». Stefano Rodotà è uno dei personaggi politici più amati dal Movimento 5 Stelle, che lo avrebbe voluto al Quirinale. Ora analizza, senza fare sconti, un risultato che è andato ben al di sotto delle aspettative.

Perché non è sorpreso?
«Per due ragioni. La prima è politica: hanno inciso sul voto i conflitti, le difficoltà e le polemiche di queste settimane. La seconda è che avevo detto che la parlamentarizzazione dei 5 Stelle non sarebbe stata indolore. E così è stato».

Elezioni amministrative: la Lega sta scomparendo

da: Italia Oggi

La Lega Nord si sta dissolvendo
Perde voti dovunque, anche nelle sue ex piazze forti
di Cesare Maffi  

I numeri sono impietosi e si traducono in una semplice considerazione: gli elettori abbandonano la Lega. Basta confrontare i risultati delle politiche di tre mesi fa con i dati ottenuti domenica e lunedì, nei capoluoghi. Il raffronto è improprio? Le critiche, per rilevanti che siano, debbono arrestarsi di fronte a una considerazione semplice semplice: si riesce a vedere quanti cittadini tre mesi fa hanno detto sì alla Lega e quanti se ne sono ora andati. Quello era un dato politico, questo amministrativo: annotazione valida, però la Lega, mercé il proprio radicamento territoriale e il proprio conclamato localismo, potrebbe perfino spuntare risultati migliori alle comunali. Così, invece, non è stato. Quanto al discorso sui capoluoghi, si tratta di centri ove maggiore è la rilevanza politica nelle amministrative.
Si prenda Brescia. La Lega ha avuto 6.724 voti (8,7%), contro i 12.725 (11,5%)

Unione Europea: Italia, i compiti non sono finiti

da: Italia Oggi

I compiti a casa affidatici dalla Ue non sono finiti. Basta leggere bene
di Michele Arnese  

Brindiamo pure, ma non esageriamo in festeggiamenti. La notizia che la Commissione di Bruxelles ha accantonato la procedura di infrazione contro l'Italia per deficit eccessivo è ovviamente la benvenuta. Ma, contrariamente a quanto qualche voce governativa va da giorni cianciando, questo non produce alcun tesoretto da spendere e spandere per l'anno in corso. Piuttosto, forse, consente di stanziare una dozzina di miliardi in più in spese di investimento per l'anno prossimo. Ma la cautela è d'obbligo. E il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, non a caso non spreca ottimismo.
Anche perché oltre alle lodi per l'Italia (lodi che vanno indirizzate ai governi Berlusconi e Monti) la decisione dell'Unione europea prevede anche 6 precise raccomandazioni per il futuro: debito pubblico stabilmente in discesa; amministrazioni pubbliche efficienti; efficienza e redditività del settore bancario; attuazione delle riforme del mercato del lavoro con salari allineati alla produttività; trasferimento del carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente; più concorrenza nei servizi.

Amici 12: Nicolò

E' più unico che raro vedere del talento ad Amici.
Si chiama Nicolò. E' un interprete della danza. Talento puro, espressività, performance da professionista.
Ovviamente....non mi aspetto che vinca. Ha troppo talento!






Francesco Guccini: “torno a scrivere ma per i Nomadi”



da: La Stampa

Francesco Guccini: “Torno a scrivere ma per i Nomadi”
Lui non canta più sul palco ma a Musicultura lo celebrerà la sua band
di Marinella Venegoni
 


Confermata la decisione di non cantare mai più su un palco davanti a folle adoranti, prima di tuffarsi nella sola letteratura Francesco Guccini acconsentirà per l’ultima volta a mescolarsi in pubblico con la musica in un Guccini Day che chiuderà la benemerita rassegna maceratese della canzone d’autore Musicultura, il 23 giugno . In una città con le vetrine imbandite di suoi libri e dischi per tutta la settimana, come si conviene a un eroe che si lascia bonariamente celebrare, assisterà alla proiezione del film-documentario L’ultima Thule coprodotto da sua moglie Raffaella Zuccari, in cui si racconta l’album che chiude una carriera artistica di cui nessuno è mai riuscito a parlare male. Un record. Ma il sorpresone è previsto in serata, quando i tre quarti della sua storica formazione si trasformeranno in cover band, per ripercorrere sul palco i suoi successi storici, con il commento parlato del Guccio. A sostituire

Legge elettorale, proposta Giachetti (Pd ‘renziano’): Letta e la Camera bocciano il ritorno al Mattarellum



da: Il Fatto Quotidiano

Legge elettorale, scontro nel Pd sul Mattarellum. La Camera boccia la mozione
Il deputato renziano Giachetti presenta una mozione, firmata da un centinaio di colleghi di partito, che chiede il ritorno al sistema maggioritario. Finocchiaro attacca: "Intempestivo". Gasparri e Brunetta: il testo va "contro l'esecutivo" guidato da Letta. Il movimento 5 stelle: "Non voteremo il testo di Giachetti, preferiamo nostro correttivo"

La “mozione Giachetti” sulla legge elettorale, che avrebbe ripristinato il Mattarellum, è stata bocciata dalla Camera.  La proposta del deputato renziano Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, di tornare al “Mattarellum”, cioè al sistema maggioritario in vigore prima dell’avvento del “Porcellum” nel 2005 è stata firmata da un centinaio di colleghi democratici, ma ha visto lo stop dell’Aula di Montecitorio con 400 “no”, 139 “sì” e 5 astenuti. La prima bocciatura da parte dell’esecutivo è arrivata proprio dal presidente del consiglio Enrico Letta che a Montecitorio aveva anticipato che avrebbe invitato “al ritiro” della proposta.  ”In caso contrario darò parere contrario a quelle mozioni che entrano troppo nel merito” del percorso istituzionale. Il deputato, però, aveva ribadito di fronte all’assemblea del gruppo Pd alla Camera che non avrebbe ritirato la mozione. E anche verso Letta aveva usato toni duri: “Me lo ha chiesto in Aula in modo dialogico e io in maniera altrettanto dialogica dico che non la ritirerò”.

Italia e Unione Europea: dopo il compito, la pagella…

da: TMNews

Commissione Ue: Italia fuori procedura deficit. Letta: soddisfatto
Raccomandata chiusura per altri 5 paesi. Rispettato disavanzo/Pil sotto 3% nel 2012 e previsto così per 2013 e 2014


La Commissione europea ha raccomandato come previsto, oggi a Bruxelles, di abrogare la procedura Ue per deficit eccessivo a carico dell'Italia, che ha rispettato l'obiettivo del deficit al 3% rispetto al Pil nel 2012, e in previsione di una rapporto disavanzo/Pil del 2,9 quest'anno e dell'1,8% nel 2014, secondo il "Programma di stabilità" adottato dal governo.

Il premier Enrico Letta ha espresso "grande soddisfazione". "L'uscita del nostro Paese dalla procedura europea per i disavanzi eccessivi è motivo di grande soddisfazione. Il merito è dello sforzo sostenuto da tutti gli italiani, che devono essere orgogliosi di questo risultato". "Raccogliamo il frutto del lavoro dei precedenti governi - ha aggiunto Letta - in particolare di quello presieduto da Mario Monti, al quale va il mio personale ringraziamento. Quanto all'attuale esecutivo, l'impegno è quello di rispettare gli obblighi assunti in sede europea e di applicare il programma sul quale il Parlamento ha votato la fiducia".

mercoledì 29 maggio 2013

Se n’è andata Franca Rame



da: la Repubblica

Franca Rame, piazza e palco
"Per metà quel Nobel è mio"
Nata in una famiglia di teatranti che girava nella Lombardia, una sorella celebre costumista. L'amore per Fo, l'impegno e le delusioni, sempre in prima fila
di Anna Bandettini


 
"Te l'avevo detto che non stavo tanto bene", era la sua frase, quella con cui salutava gli amici e le persone che conosceva. Non era nemmeno un lamento, così, era un refrain. Il refrain di una donna infaticabile, inossidabile, indistruttibile. Una che dalla mattina alla sera correggeva le bozze dei testi del marito, teneva l'economia della compagnia, rispondeva ai giornalisti, si divideva tra i tanti conoscenti che venivano a chiederle aiuto, sostegno, appoggio, spesso anche economico. E che la sera, almeno fino a qualche anno fa, recitava anche con continuità.

Barbara Spinelli: “Quel paese deluso”



da: la Repubblica

Strane elezioni amministrative. Le capisci se l’occhio guarda oltre, se vede quel che accade intorno e ha viva la memoria. Le elezioni ci mostrano un’Italia che diserta il voto – quasi la metà dei romani si astiene – e al tempo stesso, ovunque, proliferano iniziative, associazioni. Come quella che a Bologna ha organizzato e vinto un referendum consultivo sullo Stato troppo avaro con le disastrate scuole materne comunali, troppo prodigo con quelle private: scarsa è stata l’affluenza, ma non la cocciuta grinta dei referendari. I cittadini fuggono i comizi ma intanto le piazze s’affollano di italiani pronti a salutare don Gallo, o padre Puglisi ucciso dalla mafia nel ’93. Due persone mitiche, amate perché politicamente eterodosse.
Lo Stato, la politica, i cittadini: il triangolo resta malato, corrotto, e se c’è chi si rallegra per la tenuta del Pd e la caduta di 5Stelle vuol dire che ha un rapporto storto con la verità. Il triangolo suscita non solo disgusto, ma voglia di altra politica. Nello Stato e nella politica gli elettori credono sempre meno. Sono anche delusi da Grillo, dall’assenza di leader locali forti, ma non smettono il desiderio di partecipare, anche usando la lama dell’astensione. Sono impolitici? Sì, se la politica si esaurisce tutta nei partiti. Se Ignazio Marino ha successo a Roma è perché nel Pd è un eretico: voleva Rodotà presidente della Repubblica, e non ha votato la fiducia alle larghe intese prescritte dal partito. Infine è un laico, mentre il Pd non lo è.

Ilvo Diamanti: “Il riscatto dei partiti”



da: la Repubblica

Mappe. Pdl e M5S soffrono l'assenza dei leader comunali. Base e tradizione così il Pd vince sul territorio. Nel centrodestra i soggetti più radicati si sono indeboliti. Al Sud An si è liquefatta, mentre al Nord la Lega si è disintegrata

L'esito di queste consultazioni, per quanto ancora provvisorio, è dettato da motivi prevalentemente locali. Dovrebbe, dunque, rammentare ai soggetti politici "nazionali" l'importanza del "territorio". Che tende, invece, ad essere rimosso.

In questa occasione, infatti, hanno vinto, anzitutto, i "partiti" che dispongono di candidati credibili. Di personale, volontari e militanti attivi. Ma anche di tradizioni e valori sedimentati. Sul territorio. Così si spiega, anzitutto, l'affermazione del Pd e del Centrosinistra. Che si sono affermati in 5 comuni capoluogo su 16. E andranno al ballottaggio in altri 10. In posizione di vantaggio anche in alcune città dov'era al governo il Centrodestra. Come Treviso, Imperia, Iglesias, Brescia, Viterbo. E, anzitutto, Roma. Il Centrosinistra si è presentato, in prevalenza, unito. Il Pd, cioè, si è alleato con i partiti di Sinistra. Talora, anche con quelli di Centro. Nel Centrodestra, parallelamente, il Pdl si è alleato con la Lega, nel Nord, e con altre formazioni di Destra. Mentre il M5S si è presentato da solo. Dovunque.

LE TABELLE

Elezioni amministrative, discesa (rapida) del M5S: Grillo risponde con i numeri, i perdenti sono gli altri


da: Corriere della Sera

Grillo: «Chi vota con il Pd è fuori»
E in rete pubblica «il crollo dei partiti»
Sul sito di Beppe Grillo il messaggio ai «ribelli» e le percentuali dell'andamento dei voti di Pd e Pdl alle amministrative

«Scrissi che chi voleva l'accordo con il pdmenoelle aveva sbagliato a votarci. Lo confermo e estendo il concetto. Chi si è candidato per il M5S al Parlamento e vuole un accordo con il pdmenoelle scordandosi degli impegni elettorali e della sua funzione di portavoce per realizzare il nostro programma, è pregato di avviarsi alla porta». Alle 12.50 arriva la risposta di Beppe Grillo, sul suo blog, ai ribelli 5 Stelle, quella rumorosa decina che sta pensando di lasciare il MoVimento per fondare un gruppo separato. Gli strali contro i «dissidenti» vengono lanciati dal leader alla fine di un post che invita alla calma attesa della resa dei conti: «Non abbiamo fretta», si intitola. A coloro che stanno pensando di passare con il nemico il comico genovese tiene a ricordare che «il MoVimento non è un partito, non fa alleanze con i partiti, né inciuci. Questo vale per i prossimi ballottaggi dove non appoggeremo la destra e tanto meno la sinistra, tra loro non c'è alcuna differenza». A ben pensare però Grillo

Serge Latouche: Limite /1

La globalizzazione è stata per il capitalismo una tappa decisiva sulla strada della scomparsa di ogni limite. Infatti permette di investire e disinvestire dove si vuole e quando si vuole, in spregio degli uomini e della biosfera.
(pag. 68)

La frontiera non isola, filtra. Le frontiere, per quanto arbitrarie possano essere (e c’è da sperare che lo siano il meno possibile), sono indispensabili per ritrovare l’identità necessaria allo scambio con l’altro. Al contrario di quello che sostiene la tesi moralista, non c’è democrazia senza la capacità del corpo dei cittadini, a tutti i livelli, di darsi dei limiti.
(p. 36)

In ultima analisi, il problema dei limiti forse è fondamentalmente un problema etico. In tutti i campi, il limite deriva quasi sempre da una norma esplicita o tacita, diretta o indiretta, che le collettività umane si danno.
(p.91)

Tempo di crisi anche per i fumetti: Linus chiude (temporaneamente)

da: la Repubblica

"Linus" chiude, la crisi morde i fumetti.
L'editore: "Ci fermiamo temporaneamente"
Baldini e Castoldi: "La nostra volontà è proseguire". In edicola dal 1965, fondata da Giovanni Gandini, la rivista ha ospitato tra le altre grandi firme i "Peanuts" di Schultz e Andrea Pazienza, Michele Serra, Tondelli e Baricco



La coperta è sempre più corta. Anche quella di Linus, su cui si è abbattuta, decurtandola ancora, la mannaia della crisi. La rivista di fumetti, fondata da Giovanni Gandini nel 1965 e intitolata a uno dei più celebri personaggi del fumetto mondiale, il Linus van Pelt dei Peanuts di Charles Schultz, chiude per mancanza di fondi. Almeno per ora. A dare l'annuncio, sul suo sito internet, è la casa editrice Baldini e Castoldi, che nella nota pubblicata scrive: "Linus si è temporaneamente fermato per una serie di problemi gravi e di complicata soluzione, riguardanti stampa e logistica e conseguenti a un difficile momento della società editrice".

Libri, ‘L’uomo che sussurra ai potenti’: la “congiura” del Pdl contro Berlusconi

da: Lettera 43

La congiura del Pdl contro Berlusconi
Le trame dei big contro B. Le verità su Ior, Grillo e Mani pulite. Brani de L'uomo che sussurra ai potenti di Bisignani-Madron.

Fino a pochi giorni prima della decisione di Silvio Berlusconi di ridiscendere in campo alle elezioni politiche del febbraio 2013, dentro al Pdl fervevano i movimenti dei vari notabili per garantirsi un futuro politico senza il Cav.
E in alcuni casi contro di lui.
Tra i più attivi nella «congiura» l'attuale segretario e vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, e Renato Schifani, oggi capogruppo del partito in Senato.
Pubblichiamo sulla vicenda un brano de L'uomo che sussurra ai potenti, il libro di Luigi Bisignani e Paolo Madron edito da Chiarelettere, in libreria dal 30 maggio.

DOMANDA. Torniamo a quando il Cav decise di ripresentarsi alle elezioni.
RISPOSTA. Fu tirando giù un moccolo da toscanaccio che fece arrossire Letta e lasciò di stucco Bondi, Schifani, Alfano e Ghedini che Berlusconi cedette a Verdini. E decise che la partita si poteva ancora giocare a testa alta.
D. Quando accadde?

martedì 28 maggio 2013

Elezioni amministrative, flop M5S: Grillo “capisce” e io…”capisco” lui

Giuseppe Piero Grillo ha scritto un post nel suo blog in merito ai risultati delle elezioni amministrative di domenica scorsa. Che dire: accidenti! Che analisi!
Avrebbe fatto prima a dire che c’è una parte del paese che è padre, madre, figlia, del modello del berlusconismo. E che c’è un’altra parte di paese che questo modello lo vorrebbero eliminare una volta per tutte.
A parte il fatto che ha voluto scrivere più righe di quante il concetto ne richiedesse (opinione personale, s'intende), il “fine analista” Grillo si è dimenticato di trattare l’aspetto più importante: come fa l’Italia B - ammesso e non concesso che la composizione delle due Italie sia quella che lui descrive - a non prenderlo più nel culo. La domanda non se l’è posta perché non ha la risposta. O meglio....

Ti capisco Grillo. La risposta contempla una verità che non puoi né vuoi dire perché significherebbe ammettere l’equivoco dell’”uno vale uno”. E non solo.
Capisco che tu non possa porti una domanda perché, per distinguerti dalla classe dei morti viventi, dovresti ammettere i limiti del M5S, della conduzione post elezioni politiche, della sostanziale incapacità dimostrata nel convincere l’Italia B a considerare il Movimento 5 Stelle l’alternativa reale al sistema e a “convertire” anche solo una piccola parte dell’Italia A.
Capisco che tu, Giuseppe Piero Grillo, sei uguale – e speculare - alla classe politica dei morti viventi quando tralasci di dire la verità.



Vi capisco

Non è corretto attribuire il (mancato) voto di ieri al M5S ai pennivendoli che da dopo le elezioni politiche diffamano h24 il M5S sui giornali e su tutte le reti televisive, notoriamente di proprietà dei partiti. Non è giusto.

Marco Travaglio: “Il grillo marino”

da: Il Fatto Quotidiano

La disfatta dei 5Stelle alle elezioni comunali di ieri è figlia dei loro errori, ma anche dei loro meriti. Gli errori sono noti e li abbiamo più volte segnalati.
1) Comunicazione. Un movimento giovane e radioso, aggressivo ma sorridente, ha assunto via via una mutria ringhiosa, rancorosa, sospettosa, difensiva. Contro nemici veri ma prevedibili e contro nemici immaginari (il complotto interno dei traditori, le congiure dei partiti per spaccare i 5Stelle, le macchinazioni dei giornalisti, tutti cattivi a prescindere e servi per definizione).
2) Televisione. La scelta di Grillo di non mettere piede in tv e di costringere le tv a occuparsi di lui, azzeccata nella campagna per le politiche, è stata un suicidio in quella delle comunali: lì i comizi contro “Pdl e Pdmenoelle” lasciano il tempo che trovano. Chi vota vuol conoscere i candidati e i programmi. Se no gli schifati votano Grillo alle politiche e alle comunali si astengono.
3) Candidati. Il non-partito col non-statuto ha dei non-candidati, degli anonimi “portavoce”. Che possono andar bene per opporsi in Parlamento, ma sono totalmente inadatti per l’elezione diretta e personalizzata dei sindaci. De Vito, a Roma, si presentava ai dibattiti tv leggendo un foglietto prestampato: anche se leggeva il Vangelo, levava la voglia di votarlo a chiunque non appartenga allo zoccolo duro del Movimento, che non supera il 10% (il resto è voto di opinione e va conquistato ogni volta).

Bob Dylan: “Blowin in the wind”, compie 50 anni


"Blowin' In The Wind" compie 50 anni
E' diventato brano simbolo del movimento pacifista



Tre giorni fa Bob Dylan spegneva 72 candeline. Oggi compie 50 anni l'album«The Freewheelin' Bob Dylan»,  pubblicato il 27 maggio 1963.  Questo Lp, il secondo della carriera dell'allora 22enne artista, si apriva con "Blowin' In The Wind" brano divenuto simbolo per un'intera generazione che lottava per la difesa dei diritti civili.

Il menestrello di Duluth scrisse quel brano nel 1962 in tre semplici strofe (ascoltate il brano) che iniziano con «How many roads must a man walk down / Before you call him a man? (Quante strade deve percorrere un uomo / Prima che lo si possa chiamare uomo?). Nelle prime due sono più forti i riferimenti ai

Lavoro e salute, uso prolungato del mouse: tecnopatia, è malattia professionale

da: Il Sole 24 Ore

Tecnopatia, riconosciuto il danno per l'uso prolungato del mouse



Con sentenza definitiva è stato riconosciuto un indennizzo, con inabilità lavorativa pari al 15%, ad un bancario per accertata tecnopatia causata da «overuse» (uso eccessivo) del mouse del computer. Nei giorni scorsi, infatti, avendo l'Inail deciso di non interporre ricorso in Cassazione, è divenuta definitiva la sentenza della Corte d'Appello di L'Aquila del 14 febbraio scorso.

I fatti
I giudici, confermando la sentenza di primo grado del Tribunale di Pescara, hanno riconosciuto ad un lavoratore di 53 anni, dipendente della Caripe dal 1983, impiegato come addetto alla «movimentazione titoli», la «sindrome pronatoria» dell'arto superiore destro causata da «overuse» da mouse del computer. La consulenza tecnica d'ufficio in primo grado (in secondo grado non è stata rinnovata), infatti, aveva ricondotto l'insorgenza della malattia all'esercizio della sua abituale attività lavorativa. In particolare il funzionario utilizzava il mouse tutti i giorni dalle 8:15 fino alle 17:00; 18:00, ora di chiusura della Borsa.

Governo, ministro Lupi: trasporti, dov’è finita la concorrenza?

da: Il Fatto Quotidiano

Il ministro Lupi e i trasporti: dov’è finita la concorrenza?
di Marco Ponti

Il nuovo super-ministro per le infrastrutture ed i trasporti, on. Maurizio Lupi, è del Popolo delle Libertà, ma, come tutti i ministri del partito che sembra avere il liberalismo nel nome stesso, non sembra manifestare alcuna tendenza liberale, il che dovrebbe fare molto riflettere la nostra sinistra, soprattutto quella che attribuisce al PdL tendenze e valori liberali che mai si sono sognati di avere.
Infatti il programma che il ministro ha presentato il 21 maggio alla Commissione parlamentare della Camera preposta al settore, nomina la parola “concorrenza” una volta sola, e in uno dei titoli dei diversi capitoli. Poi il termine scompare per sempre, né è sostituito da pur remoti sinonimi.
Ma c’è un altro tema cruciale per il settore, che è quello della costituzione della sempre rimandata Autorità indipendente per il settore. Bene, questa Autorità è nominata in una sola riga, su 17 pagine di testo, e l’ex-ministro PdL dei trasporti Matteoli, che ancora ha un ruolo governativo per il settore, si è affrettato a dire che non serve.

Paolo Madron: “Contro Grillo il voto di protesta degli ex grillini”

da: Lettera 43

È raro vedere uno scostamento così significativo tra due tornate elettorali che si succedono nello spazio di pochi mesi. Ma il dato di queste Amministrative di fine maggio ha offerto novità inattese.
Da una parte sul fronte dell'astensione, ha votato un buon 10% in meno di elettori rispetto alle Politiche dello scorso febbraio, anche se gli esegeti fanno notare come sia improprio confrontare la partecipazione a due eventi di natura così diversa tra loro.
Dall'altra, ed è il rilievo più macroscopico, sul crollo del Movimento 5 stelle, che in molti ha casi ha dimezzato i travolgenti consensi incassati solo tre mesi fa.
DELUSIONE PER IL MANCATO CAMBIAMENTO. I grillini hanno subito attribuito la débâcle alla campagna contro di loro orchestrata dai media, che avrebbero enfatizzato con particolare accanimento i contrasti interni e una certa imperizia mostrata nel rapporto con la macchina parlamentare.
Molto più probabilmente, invece, il flop risponde ad aspettative di cambiamento andate deluse,  che hanno restituito all'astensione i voti precendentemente catturati.
Insomma, una sorta di protesta degli elettori verso quello che era stato a suo tempo un voto di protesta contro la partitocrazia, e che aveva in Grillo il suo alfiere e catalizzatore.

lunedì 27 maggio 2013

Bologna, referendum consultivo fondi alle scuole private: vince il no, affluenza al 28%


Referendum Bologna: vince il no per i fondi alle scuole private. Affluenza al 28%

ll referendum consultivo sui fondi comunali per le private dell'infanzia di Bologna ha premiato i promotori che chiedevano di destinare quelle risorse, circa un milione di euro ogni anno, alla scuola pubblica. L'opzione A ha vinto con il 59% contro il 41% della B, ovvero quella in difesa dell'attuale convenzione.
Il voto, che ha richiamato testimonial e prese di posizione a livello nazionale, arrivando a far temere la rottura nella maggioranza di centrosinistra che guida la città, ha fatto registrare un'affluenza sotto al 30%, fermandosi al 28,71%, ma non c'era nessun quorum. Ai seggi è andato meno di un bolognese su tre, un dato che è stato interpretato in maniera opposta dai due schieramenti.
Nel quartier generale dei referendari si è cantata vittoria già prima dell'inizio dello spoglio. L'affluenza, secondo il comitato promotore 'Articolo 33', rappresenta una "buonissima partecipazione", dal momento che "gli elettori che si sono recati alle urne superano di gran lunga il numero di persone direttamente coinvolte nella decisione".
Inoltre, il comitato ha ricordato "le scomode e irrazionali dislocazioni dei seggi e le carenze organizzative del Comune", oltre "al grande astensionismo registrato alle elezioni amministrative in tutta Italia e anche nella provincia di Bologna, che fa risaltare ancor più la partecipazione bolognese al referendum".

Elezioni sindaco Roma: uno su due non vota, Marino avanti, MS5 in discesa

Siamo alle solite. Il problema di certi italiani, che si riflette su una massa di concittadini, è che ci sono politici o appartenenti a movimenti, che non si drogano. Sono così come sono al naturale. Entrano di diritto a far parte di questa schiera di non drogati ma imbecilli al naturale: Marcello De Vita ma, soprattutto, gli autori dei suoi testi: Giuseppe Piero Grillo e Casaleggio.
In merito ai risultati del primo turno elettorale per l’elezioni dei sindaco di Roma, De Vito del MS5 ha dichiarato: “non si dice che l’M5S sta facendo una rivoluzione”. Qualcuno spieghi a questo "genio" che di tale rivoluzione non se ne sta accorgendo nessuno. E non per colpa dei talk show.



Marino avanti, è ballottaggio a Roma. Flop M5S, uno su 2 non vota
Il candidato Pd: "Temi del M5s anche i nostri". Alemanno: 'Al secondo turno non c'è il derby'.



Ignazio Marino è avanti nella corsa al Campidoglio ma nella Capitale si andrà al ballottaggio con Gianni Alemanno. Secondo le ultime proiezioni dell'istituto Piepoli, il candidato del centrosinistra è al 42% delle preferenze, sul sindaco uscente, al 30,3%. Il candidato del M5S, Marcello De Vito, è al 12,3%, mentre il candidato indipendente, Alfio Marchini, al 9,8%.

La Chiesa che sa testimoniare la fede: Don Puglisi proclamato beato


da: La Stampa

Palermo, Don Puglisi proclamato beato
Cerimonia sul prato del Foro italico. 
Napolitano: «Esempio per chi lotta contro la mafia». Schifani: «Simbolo di riscatto e speranza per la città»
Padre Pino Puglisi è stato proclamato beato. A leggere la lettera apostolica, in latino, dall’altare allestito al Foro italico di Palermo,è stato il cardinale Salvatore De Giorgi, rappresentate del sommo pontefice.  



Centomila fedeli esultanti sono arrivati da ogni parte della Sicilia e dell’Italia, sono sacerdoti, famiglie, soprattutto giovani a cui il prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 ha dedicato gran parte del suo ministero. Sono giunti anche dalla piccola Godrano, dove il `prete della gente´, è stato impegnato negli anni Settanta, soprattutto a ridare fiducia e unità a una comunità divisa e colpita dalla violenza mafiosa. E c’è Brancaccio, dove si è consumato il martirio di don Pino.  

Il sistema bancario italiano: stipendi dei manager 53 volte quelli dei lavoratori

da: Il Fatto Quotidiano

Banche, “stipendi dei manager 53 volte quelli dei lavoratori. Ma sono in calo”
Le buste paga dei dirigenti sono diminuite complessivamente del 34,6% rispetto al 2011. Il segretario del sindacato Uilca, Massimo Masi: "Riteniamo positivo il calo delle retribuzioni dei dirigenti, anche se il livello dei compensi rimane troppo alto"

Nelle banche italiane, lo stipendio medio di un amministratore delegato è stato 53 volte quello di un lavoratore del settore. E’ quanto risulta da una indagine del sindacato Uilca considerando i dati del 2012, che evidenzia comunque un calo rispetto al 2011, quando i compensi dei manager erano 80 volte superiori. Le buste paga dei dirigenti sono infatti diminuite complessivamente del 34,6% rispetto al 2011. “Riteniamo positivo il calo delle retribuzioni dei top manager”, afferma il segretario Uilca Massimo Masi, “anche se il livello dei compensi permane troppo alto”.
Per quanto concerne i compensi dei presidenti dei consigli di amministrazione e di sorveglianza, si registra un calo tra il 2011 e il 2012 nell’ordine del 18,76%, pari complessivamente a 1,8 milioni di euro. “Questa situazione non dipende però dall’intervento di soluzioni strutturali“, precisa la Uilca, “ma dalla decisione unilaterale dei manager coinvolti, dimostrando la totale discrezionalità che permane nella definizione di tali stipendi”.

Stefano Feltri: “Gli alibi dell’austerità e i suoi detrattori”


da: Il Fatto Quotidiano

Caro Professor Paul Krugman, un premio Nobel come lei difficilmente leggerà la stampa italiana. Ma vista la eco che hanno qui i suoi editoriali sul New York Times e il suo blog, vale la pena fare qualche osservazione.
Lei ha perfettamente ragione a deridere le stupide politiche di austerità di bilancio cui ci siamo sottoposti in Europa. Come ha ricordato nel suo ultimo articolo per la New York Review of Books, i soloni del rigore hanno sbagliato tutto.
Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff hanno imposto il dogma che il debito pubblico non dovesse superare il 90 per cento per colpa di un difetto del software Excel che alterava i risultati, il Fondo monetario internazionale ha calcolato male l’impatto sull’economia degli aumenti delle tasse e del taglio della spesa in tempo di recessione, Alberto Alesina e Silvia Ardagna probabilmente hanno davvero provocato danni convincendo le istituzioni europee che la storia dimostrasse che tagliare la spesa pubblica è la premessa della crescita.
Però, professor Krugman, lei deve capire che i suoi articoli sono letti anche da un pubblico di non americani. Che predicare a noi la politica monetaria espansiva all’americana serve a poco, finché la Banca centrale europea è vincolata da trattati che non prevedono la piena occupazione tra gli obiettivi da raggiungere. E che invocare stimoli fiscali analoghi a quelli americani per Paesi ad alto debito – tipo l’Italia – è facile, praticarli molto meno.