Ha idee chiare e
intenzioni precise l’ex compagno di band di Morgan….E quest’ultimo invece?!
da: Il Fatto
Quotidiano
Cosa mi piace del nuovo mondo discografico
di Andy
Quello che mi
piace del nuovo mondo, quello di iTunes,
è la libertà più assoluta, e la possibilità di non avere a che fare con il sistema
discografico. Per questo, un paio di mesi fa, Fluon ha fatto uscire il suo primo
singolo, Naked anche senza avere completato un
album.
Ho scritto dieci
anni fa questo pezzo, che è stato arrangiato in ogni maniera, finché abbiamo
raggiunto un equilibrio, quella sensazione molto bella che io non provavo dai tempi di una fase dei Bluvertigo, quando ti senti in una squadra di persone che si stanno
divertendo davvero a proporre cose che facciano vivere il progetto comune. C’è
quindi un’integrità, una “salute creativa” molto bella, come ogni salute.
Uscirà un brano
ogni tanto, appena finiamo di mixarlo, distribuirlo, farci il video ecc. Sarà
tutto un “work
in progress” che si
svolgerà proprio mentre ogni brano starà uscendo. Questo è secondo me anche un
modo per uscire da quelle dinamiche vetuste del “ci chiudiamo in studio per
fare l’LP”. Oggi è un’epoca in cui il percorso esistenziale che si esprime nell’uscita di un disco
è una condizione che non riesco a vivere, perché è ormai troppo caotica anche
la tua giornata. Mi piace quindi pensare che l’album, se o quando uscirà,
possa essere composto di pezzi che
sono piccoli progetti.
Mi piace molto di
più lavorare a un brano alla volta. Inoltre, c’è da capire che le persone in
genere se sono
attratte da un brano o da un video non è detto che vogliano
prendere tutto il disco. Magari vogliono comprare solo una o due tracce.
Preferisco dunque applicarmi alla mentalità del mondo contemporaneo.
Oggi del resto non siamo minimamente tutelati, e il sistema discografico è stato a sua volta fregato.
Ci sono invece
delle persone che svolgono il loro progetto in maniera viva. Fabri Fibra, ad esempio, è un
artista assolutamente contemporaneo, che nei suoi dischi mette proprio quello
che è lui oggi. Jovanotti
è un altro che riesce a farlo ancora benissimo: lui documenta le fasi della sua
esistenza secondo i suoi progetti discografici. Ed è molto forte nel farlo, e ha il talento di sapersi confezionare a
dovere.
Nel mio caso cerco
di fare lo stesso. Una canzone la canto in inglese; per Enrico Ruggeri ho fatto la nuova versione
di “Polvere”; ho fatto una cover di Lele
Battista, che uscirà in italiano in una forma completamente
diversa. In Cambogia ho scritto invece una canzone, fatta con l’iPad in
spiaggia, che mi spingerà a provare ad andare a San Remo l’anno prossimo, come “nuova proposta” a
quarant’anni e passa, piuttosto che da “big”. Ma proverò, perché è un pezzo sincero
nato dalla mia fantastica esperienza cambogiana.
Oggi, insomma,
valutando il “work in progress” in
maniera vera, è tutta una cosa che sboccia, che fiorisce. E
come posso relegarla in un cd, in un LP? Mi sembra proprio che ciò non avrebbe
senso.
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