da: Il Fatto Quotidiano
Dopo una censura pro Vaticano si dimette vicedirettore di Radio Uno
Il passo indietro di Vito Cioce dopo che Antonio
Preziosi ha eliminato dalla scaletta l'intervista di monsignor Bregantini sui suicidi. Il caso oggi in cda
a viale Mazzini, dove si è discusso anche del cattivo andamento degli ascolti.
A Saxa Rubra, intanto, è subbuglio nelle redazioni. Via anche un membro del cdr
di Eleonora Lavaggi
Accuse di censura,
dimissioni pesanti, redazioni in subbuglio, ascolti a picco e ‘spiegazioni
urgenti’ da dare al capo: a neanche tre anni dalla nomina, non sembra più tanto
comoda la poltrona di Antonio Preziosi
alla guida di Rai Radio1. Lo dicono
i fatti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata lunedì scorso,
quando sul tavolo del direttore generale Lorenza Lei sono arrivate le dimissioni del vicedirettore del Gr1 Vito
Cioce. Ma che le cose a Rai Radio 1 non andassero per il verso giusto era
palese sin dalla fine dello scorso anno. In pochi mesi, infatti, c’erano state
due defezioni di peso: quella del caporedattore della redazione cronaca, Mario
Vitanza, e quella di Angela Mariella, caporedattore di Prima di Tutto,
programma che ‘apre’ il palinsesto quotidiano. Entrambe, del resto, per
‘divergenza’ di vedute con il direttore Preziosi. Se a ciò si aggiunge lo stato
di agitazione proclamato dal comitato di redazione del Giornale Radio sei
giorni fa e, soprattutto, i dati emersi da un’indagine dell’Istituto Piepoli (Radio
1 Rai quinta emittente più ascoltata d’Italia), lo stato di salute di quella
che fino a prova contraria dovrebbe essere la prima radio del Paese è
quantomeno dubbio.
CENSURE VATICANE?
La controprova è
arrivata nel cda tenutosi oggi a Viale Mazzini, durante il quale il consigliere
d’amministrazione Giorgio Van Straten ha riferito i motivi delle dimissioni
presentate da Vito Cioce, peraltro considerato ‘vicino’ ad Antonio Preziosi. Il
passo indietro dell’ex vicedirettore sarebbe la conseguenza di una censura subìta ad opera
del direttore.
Motivo del contendere un’intervista a
monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione lavoro,
giustizia e pace della Conferenza episcopale italiana. Il 6 maggio scorso,
Cioce aveva previsto l’intervento del prelato nell’edizione mattutina: il suo
parere sarebbe stato un pezzo d’appoggio a quello di cronaca sull’escalation di suicidi che si sta verificando in Italia
a causa della crisi economica. L’idea, però, a Preziosi non è piaciuta: ha
telefonato al vicedirettore e ha ordinato la rimozione dell’intervista da tutti
i Gr, motivando la decisione con il fatto che non si sarebbe fatto un buon servizio al Vaticano facendo commentare a
un ‘vescovo controverso’ un argomento delicato. Cioce si è sentito
desautorato e si è dimesso. I retroscenisti, però, dicono altro. E cioè:
Preziosi sarebbe molto vicino alla linea politica del cardinale Tarcisio
Bertone, mentre Bregantini, rivestendo un ruolo importante nella Cei, sarebbe
fedele al cardinale Angelo Bagnasco. Che Bertone e Bagnasco non si amino, poi,
è il segreto di Pulcinella.
VERNA: “DUE FATTI, UNA CRISI”
“Chiaramente ci sono due versioni contrastanti” ha detto al
fattoquotidiano.it il segretario
dell’Usigrai Carlo Verna. “Per Cioce è stata una censura, per Preziosi un
normale intervento editoriale – ha spiegato il segretario – Il direttore mi
ha assicurato che lui non voleva commenti sulla questione suicidi, ma solo
pezzi di cronaca. E se commenti ci dovevano essere, questi dovevano arrivare da
laici e non da ambienti religiosi perché lui è considerato da sempre vicino al
Vaticano e non voleva alimentare queste voci”. A prescindere dalle motivazioni
fornite da Preziosi, secondo Carlo Verna è impossibile non notare i problemi ai
vertici di Rai Radio 1. “Indagheremo per capire se c’è stata censura o meno –
ha detto – , per ora mi limito a sottolineare due fatti certi: la crisi
all’interno della direzione di Rai Radio 1 dopo le dimissioni di un
vicedirettore e la presenza di un’intervista realizzata e mai mandata in onda.
Con il passo indietro di Cioce si è messa in moto una macchina: farà il suo
corso e capiremo cosa è accaduto”.
LA QUESTIONE IN CDA E I DATI DELL’ISTITUTO PIEPOLI
In attesa degli
sviluppi sindacali, la questione oggi è approdata al consiglio
d’amministrazione di viale Mazzini. A tirarla in ballo è stato il consigliere
in quota Pd Giorgio Van Straten, che ha sottolineato la gravità delle accuse di
Cioce in merito alla gestione sia del giornale radio che di Radio1. Van Straten,
inoltre, ha sottolineato come le questioni denunciate da Cioce (che lamenta
anche la mancata assegnazione delle deleghe ai vicedirettori, la mancanza di
autonomia decisionale e la difficoltà di comunicazione col direttore) arrivino
in un periodo non buono per Rai Radio 1 in termini di ascolti. Chiaro il riferimento
alla rilevazione dell’Istituto Piepoli che, intervistando telefonicamente un
campione di seimila cittadini tra febbraio e marzo 2012, ha stilato una
classifica amarissima per l’emittente di Saxa Rubra. Secondo l’indagine,
infatti, la radio più ascoltata d’Italia è RTL 102.5, seguita da Radio Deejay e
Radio 105. Quarta RDS e solo quinta RadioUno. Un’onta: non era mai capitato che
la prima emittente di viale Mazzini non fosse la radio più seguita dagli
italiani. I rilievi di Van Straten (ripresi anche da altri consiglieri) hanno
lasciato il segno. Lorenza Lei, infatti, si è impegnata a riferire la prossima
settimana in cda sul caso Cioce-Preziosi, con quest’ultimo che dovrà presentare
quanto prima sul tavolo del dg una relazione urgente per spiegare l’accaduto e
le questioni poste dal suo ex vicedirettore.
SUBBUGLIO IN REDAZIONE
Il caso Rai
Radio1, però, non è considerato un problema solo ai piani alti di Viale
Mazzini. Nei corridoi di Saxa Rubra, infatti, si è già passati dalle parole ai
fatti. Il 4 maggio l’assembla di redazione del Gr, “preoccupata per
l’immobilismo della direzione, che rimanda decisioni e rilancio del prodotto”,
ha dichiarato lo stato di agitazione, denunciando “una situazione
particolarmente grave” in riferimento alle “mancate risposte ai problemi
sollevati nei mesi scorsi”, al “blocco di molte trasferte”, alla “scarsa
attenzione alla qualità delle trasmissioni di Radio1 e dei Gr” e alle “mancate
informazioni sul palinsesto estivo e sulle forze lavorative (sostituzioni)”. Al
contempo, il cdr ha invitato Antonio Preziosi a partecipare alla prossima
assemblea “per fornire risposte concrete”. Tutto questo, come detto, il 4
maggio. Dopo il caso di presunta censura, però, la situazione è ulteriormente
peggiorata. Due i fatti nuovi di oggi: le dimissioni dal cdr di Americo Mancini
e la lettera che molti redattori (tra cui quelli della redazione Vaticano, che
parlano senza mezzi termini di censura a Bregantini e di “ostacoli a personalità
di spicco del mondo cattolico”) hanno scritto al comitato di redazione per
chiedere di risolvere il prima possibile l’impasse. E ieri, come se non
bastasse, i giornali radio sono andati in onda in edizione ridotta per lo
sciopero dei tecnici. Insomma, se due indizi fanno una prova, la teoria è
semplice: Antonio Preziosi e la sua squadra non sono più sulla stessa linea
d’onda. E gli ascoltatori, migrando su altre emittenti, dimostrano di averlo
notato.
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