Equitalia? No, a Calalzo di Cadore recupero crediti
gestito dalla comunità montana
Il progetto, in vigore dal primo marzo, è
un'iniziativa del sindaco (con il sì unanime del consiglio comunale). Esclusi
rischi di pignoramento. "Se qualcuno - dice il primo cittadino - non ce la
fa a pagare noi rateizziamo. Non mandiamo sul lastrico una famiglia"
di Gabriele
Paglino
Equitalia? No, grazie. La decisione presa dal sindaco di Calalzo di
Cadore (piccolo centro montano in provincia di Belluno) inizia a fare proseliti
tra altri comuni. Lo scorso novembre, il primo cittadino Luca De Carlo
– eletto con una lista civica sostenuta dal centrodestra – applicando le legge
166/2011, che prevede che ogni amministrazione possa non servirsi di Equitalia
per incassare dai cittadini i soldi di multe e tributi non pagati, ha infatti
scelto di dare la riscossione dei crediti insoluti in gestione alla Comunità
montana Valbelluna.
Per il giovane sindaco veneto, il servizio adottato dalla società
pubblica di riscossione presieduta da Attilio Befera, con la sua
applicazione di more e interessi, è “disumano e da sceriffo di Nottingham”. A
chiedere ai cittadini di pagare le temutissime cartelle esattoriali, per conto
del Comune, dal primo marzo ci penserà l’ente territoriale locale. “In questo
modo – spiega il primo cittadino – riusciamo a monitorare costantemente i
furbetti, quelli cioè che non pagano perché credono che le tasse le debbano
pagare solo i poveracci, e quei cittadini che invece sono in oggettive
difficoltà. Proprio su questi ultimi interveniamo subito, magari con la
rateizzazione. Abbiamo cercato insomma di umanizzare e avvicinare ai cittadini
un servizio che resta comunque antipatico. Perché non è vero che le tasse sono
belle da pagare, come diceva Padoa Schioppa”.
E i risultati il Comune di Calalzo li ha visti già dall’anno scorso.
Perché se la riscossione (coattiva) dei tributi
insoluti è stata tolta ad
Equitalia soltanto un mese fa, quella delle tasse ordinarie, come l’imposta sui
rifiuti (appaltata ad Equitalia dalla precedente giunta), De Carlo l’aveva
affidata alla Comunità montana, “che ha una struttura per la riscossione collaudatissima”,
già dalla fine del 2010. Sia chiaro, anche questo un provvedimento regolare. In
quell’occasione il sindaco “illuminato” fece riferimento al decreto legislativo
446 del 1997 e alla legge 338 del 2000. “Abbiamo risparmiato la bellezza di
circa 13 mila euro all’anno”, dice il sindaco.
Il servizio di Equitalia infatti, oltre che “disumano” con le
persone come lo definisce De Carlo, ha dei costi notevoli anche per
l’amministrazione. Ogni Comune paga a Equitalia quasi 6 euro a cittadino.
“Quella – ricorda – fu più una scelta economica”. E quei soldi, un bel
gruzzoletto per un comune di poco più di 2000 abitanti, sono stai subito
reinvestiti in servizi per i cittadini: bonus bebè, bonus libri e bonus
trasporto. E sarà pur vero che le tasse tanto belle da pagare non sono, ma se
tanto mi dà tanto, vuoi vedere che alla fine qualcuno, in fila a pagare la
bolletta della spazzatura o la multa per una sosta vietata, che non borbotta lo
si trova? “Dal primo anno che non era più Equitalia, ma il Comune, a mandare le
bollette alle famiglie – rivela il sindaco – abbiamo subito riscontrato una
propensione al pagamento puntuale superiore del 16% rispetto all’anno
precedente”.
Quella invece di estromettere la società (per il 51% di Agenzia
delle Entrate e per il 49% dell’Inps) dalla raccolta coattiva dei crediti
insoluti “è stata una scelta prettamente politica, condivisa – sottolinea – da
tutto il consiglio comunale e tutti i miei concittadini”. Niente più rischi di
pignoramenti quindi. “Se qualcuno non ce la fa a pagare la cartella, lo dice
subito e noi la rateizziamo, ma – puntualizza – non la raddoppiamo. Non
mandiamo sul lastrico una famiglia, solo perché non riesce a pagare tutto e
subito. Quando abbiamo fatto un nuovo povero – prosegue – è la pubblica
amministrazione che poi deve sobbarcarsi i costi sociali della famiglia in
difficoltà”.
Il “neo-filantropismo” del sindaco di Calalzo di Cadore sembra però
non essere andato giù ai vertici della società di recupero crediti, pronti a
rivolgersi al parlamento per chiedere una nuova legge che impedisca la
“de-equitalizzazione”.
Ma dalle montagne bellunesi ormai è partita una valanga, che rischia
di coinvolgere molti altri comuni. Alla crociata anti Equitalia di Calalzo di
Cadore, infatti, si sono già uniti molti sindaci. Primi cittadini della Lega
Nord – il segretario in pectore, Roberto Maroni, ha subito
appoggiato l’iniziativa – come quelli di Morazzone, Thiene, San Donà di Piave,
Zanica. E non solo. A licenziare Equitalia hanno provveduto anche vari comuni
del Sassarese. E tanti altri stanno per farlo.
Tutti i Comuni però, in base alla legge 166/2011, dal 1 gennaio 2013
dovranno liberarsi di Equitalia. “Ci saranno più possibilità di scelta dei
Comuni – spiega Guido Castelli, delegato Anci alla finanza e sindaco
di Ascoli – la riscossione dei crediti potrà essere internalizzata o
esternalizzata ad altri soggetti”. A Calalzo di Cadore si sono solo anticipati
i tempi.
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