dalla quarta di copertina:
Negli anni a
venire la crescita economica dipenderà, sempre più, dalla nostra capacità di
ridurre – e finalmente eliminare – il monopolio intellettuale, liberando la
creatività diffusa che esso oggi opprime. Come nella battaglia per il libero
commercio, il primo passo deve consistere nella distruzione delle fondamenta
teoriche della posizione mercantilista la quale sostiene che, senza il
monopolio intellettuale, l’innovazione sarebbe impossibile. E’ vero il
contrario.
dalla seconda di copertina:
«Quando un
innovatore ha l’idea di un nuovo prodotto, ne produce delle copie da mettere in
vendita: quelle copie dell’idea sono di sua proprietà esattamente come i suoi
calzini e decide lui quante vederne e a che prezzo. La vendita riguarda sempre
e solamente le copie: le copie di un’idea si possono vendere, non l’idea
stessa. In assenza di monopolio intellettuale, una volta che io abbia venduto
volontariamente una copia della mia idea ad altri – per esempio una copia di
questo libro – costoro diventano i proprietari di quella copia mentre io serbo
la mia idea insieme a tutte le altre copie che ho stampato ma non ancora venduto.
Effettuata questa vendita, gli acquirenti possono fare ciò che pare loro con il
tritaghiaccio che avevano comprato ieri da qualcun altro. Senza proprietà
intellettuale, in particolare, gli acquirenti di questo libro potrebbero
dedicare del tempo e delle risorse per farne delle nuove copie al fine di
rivenderle: se ne cambiassero il titolo oppure il nome degli autori o se si
lanciassero in qualche inganno fraudolento, si tratterebbe di plagio, non di
violazione della proprietà intellettuale; ma se cambiassero la copertina, la
qualità della carta, la fonte dei caratteri, la catena distributiva, o perfino
se modificassero il testo, inserendo un chiaro riferimento agli autori
originali – non verrebbe violato alcun diritto di proprietà.»
E’ la tesi
controcorrente e provocatoria di Michele Boldrin e David K.Levine.
Michele Boldrin è professore di Economia alla
Washington University di St Louis. Precedentemente ha insegnato all’Università
di Chicago, alla UCLA, alla Northwestern University, alla Carlos III di Madrid
e alla University of Minnesota. E’ fellow della Econometric Society, della
Society for the Advancement of Economic Theory e del Centre for Economic Policy
Research (London) e direttore accademico della Fundación de Estudios de
Economia Aplicada (Madrid). E’ stato associate editor di “Econometrica” ed
editor, tra l’altro, della “Review of Economic Dynamics”. E’ autore, oltre che
di libri in inglese e in spagnolo, di Tremonti.
Istruzioni per il disuso (con altri autori).
David K.Levine è
professore di Economia alla Washington University di St Louis. Precedentemente
ha insegnato alla UCLA e alla University of Minnesota. E’ fellow della
Econometric Society, della Society for the Advancement of Economic Theory (di
cui è al momento ancora presidente) e del National Bureau of Economic Research.
E’ stato presidente della Society for Economic Dynamics, direttore del
California Social Science Experimental Laboratory ed editor, tra l’altro, di
“Econometrica” e della “Review of Economic Dynamics”. E’ autore di vari libri
in inglese, ha pubblicato sulle maggiori riviste accademiche internazionali ed
è considerato uno dei teorici economici più importanti della sua generazione.
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