Una
Saggia al Quirinale
Facendomi portavoce dell’opinione di
numerose lettrici, vorrei qui ringraziare il presidente Napolitano per non
avere inserito neppure una donna nella lista dei dieci Saggi che hanno dato il
cambio all’onnivoro esploratore Bersani nel ruolo di intrattenitori
istituzionali. La difficile missione di questi brizzolati esponenti
dell’establishment consiste infatti nell’ingannare il tempo fino al conclave
che eleggerà il prossimo Capo dello Stato, stilando elenchi di priorità su
fogli di carta intestata che fra un paio di settimane si tradurranno in
aeroplanini volteggianti. E’ un compito non nuovo ma necessario e nessuno
dubita che essi lo adempiranno con scrupolo e senso civico. Soprattutto con
quella passione che soltanto i maschi riescono a infondere nelle cose inutili e
astratte.
Le donne no: troppo pragmatiche, troppo
legate alla vita. I dibattiti destinati al nulla le lasciano indifferenti e
anche un po’ insofferenti. Se qualcuno le avesse incautamente coinvolte,
avrebbero forse accettato - per naturale cortesia o legittima vanità - di
partecipare alla prima riunione. Ma, annusata l’aria sterile, ci avrebbero
messo un attimo a recuperare borsetta e paltò, lasciare i Saggi alla loro
saggezza e correre a occuparsi delle decine di adempimenti pratici che costellano
la giornata di ogni essere di sesso femminile in un Paese che sulle donne ha
scaricato le latitanze della collettività. Se proprio le vogliamo scomodare,
che sia per qualcosa di veramente utile e di dolcemente rivoluzionario. Come
una Saggia al Quirinale, per esempio.
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