da: La Stampa
Sorrentino
e Luchetti verso la Croisette
Festival
di Cannes prime indiscrezioni
di Fulvia
Caprara
L’ordine inviolabile è non parlare. E nelle
ragioni della forza del più grande festival cinematografico del mondo c’è anche
la capacità di far rispettare le regole. Perciò oggi, a dieci giorni esatti
dalla presentazione, a Parigi, della 66esima edizione (15-26 maggio), nessuno
aprirebbe ufficialmente bocca per confermare una delle tante voci che
circolano, da settimane, intorno ai possibili invitati sulla Croisette. Eppure,
tra speranze, deduzioni e pettegolezzi, la silhouette della rassegna è già in
parte disegnata.
Da due segnali, il poster con Paul Newman e
Joanne Woodward che si baciano in bianco e nero in A new kind of
love più la scelta di aprire la kermesse con la disperata e scintillante
epopea del Grande Gatsbyfirmato Baz Luhrmann, fanno immaginare un Festival
nel segno della passione: «La visione di questi due innamorati persi nella
vertigine amorosa - si legge nel comunicato - richiama un appello a vivere il
cinema come desiderio senza fine». E a Cannes niente è casuale.
Riemerso dallo shock drammatico del romanzo
di Scott Fritzgerald riletto attraverso Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan, il
pubblico del Festival ritroverà la figlia d’arte Sofia Coppola alle prese con
le (vere) avventure della gang di fan adolescenti del cinema che, tra il 2008 e
il 2009, a Beverly Hills, seminarono il panico tra le star hollywoodiane. Tra i
protagonisti Emma Watson e, nei panni di loro stessi, Paris Hilton, Orlando
Bloom e Lindsay Lohan, per la gioia dei fotografi schierati sulla montée des
marches. Frenesia musicale, nella vita del celebre cantante Dave Van Ronk,
ricostruita dai fratelli Coen in Inside Llewyn Davis dove, sulla
scena del folk Usa anni ‘60, si fronteggiano il rivale del protagonista Jim
(Justin Timberlake), la moglie Jean (Carey Mulligan), il manager Bud Grossman
(Murray Abraham). Ancora musica in Behind the candelabra, di Soderbergh
per il canale Hbo dedicato al pianista Liberace, tra gli interpreti Matt
Damon.
Per l’Italia, in pole position, dovrebbero
esserci, in concorso, l’affresco di dolce vita Anni Duemila disegnato da Paolo Sorrentino nella Grande bellezza (nei
cinema dal 23 maggio) e l’epopea di
Daniele Luchetti, Storia mitologica della mia famiglia, con Micaela
Ramazzotti e Kim Rossi Stuart. Fuori gara, forse al Certain Regard, i
ricordi di Valeria Bruni Tedeschi nell’autobiografico Un chateau en
Italie girato a Castagneto Po e in Francia con Louis Garrel, Filippo Timi
e Marisa Borini, madre di Valeria e Carlà, eMiele, esordio alla regia di
Valeria Golino. Anche la Berlinale era interessata all’opera, ma sembra che
l’attrice abbia preferito lasciarsi aperta la possibilità dell’exploit in terra
francese.
Tra gli altri titoli probabili, i due nuovi
film di Steve McQueen e Nicolas Winding Refn, rispettivamente interpretati dai
loro attori feticcio ovvero Michael Fassbender che in Twelve years a
slave è Solomon Northup, la vera storia dell’uomo che, a metà 800 divenne
schiavo con un tranello, e Ryan Gosling che, in Only God forgives,
gestisce a Bangkok un giro di droga e locali di thai boxe. Per la Francia
potrebbero scendere in campo Abdellatif Kechiche, autore di Le bleu est un
couleur chaude, star Lea Seydoux (con sensualissima chioma azzurra),
adattamento di una graphic-novel molto nera e molto erotica, e Claire Denis,
regista del giallo Les salauds con Chiara Mastroianni e Vincent
Lindon, mentre il russo Dau, regia di Ilya Khrzhanovsky, ispirato al
fisico sovietico Lev Landau potrebbe essere la sorpresa che alla fine si
aggiudica un premio.
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