da: TMNews
Quirinale,
Due fumate nere. Bersani: Ora nuova proposta
Crolla
l'ipotesi Franco Marini, condivisa con Berlusconi. Il Pd vorrebbe far slittare
la quarta votazione, il Pdl rifiuta.
Due fumate nere: troppe le lacerazioni del
Pd, troppi i franchi tiratori: Franco Marini non ce l'ha fatta e, con ogni
probabilità, è ormai out per la corsa al Quirinale. Anche Bersani, dope aver
visto in frantumi la sua tessitura, ne ha preso atto sostenendo che adesso spetta
al Pd "fare una proposta". "A questo punto - ha detto il
segretario Pd - penso tocchi al Partito Democratico la responsabilità di
avanzare una proposta a tutto il Parlamento. Questa proposta sarà, come nostro
costume, decisa con metodo democratico nell'assemblea dei nostri grandi
elettori".
Ma che l'impresa non sarà facile lo testimonia anche la richiesta del medesimo Pd di far slittare, di qualche ora o anche a sabato mattina, la quarta votazione per eleggere il presidente della Repubblica. La prima, cioè, in cui è richiesta la maggioranza assoluta di 504 voti e non quella qualificata dei due terzi. E' prevista per venerdì pomeriggio alle 15,30.
Ma il Pdl, che aveva votato come la Lega Marini, ha già messo le mani avanti rifiutando l'ipotesi di far slittare la quarta votazione. "Mentre il Paese, a 52 giorni dalle elezioni, è ancora in attesa di un governo, non si possono compiere manovre dilatorie anche per la scelta del capo dello Stato solo perché il Pd deve risolvere i suoi evidenti e gravi problemi interni", hanno affermato in una dichiarazione congiunta i presidenti dei gruppi parlamentari del Pdl, Renato Schifani e Renato Brunetta.
I grandi elettori del Pd intanto si riuniranno domani mattina alle 8.30 per esaminare la situazione.
Su quale nome potrebbero convergere? Rodotà è sempre in corsa, sostenuto anche da Sel: "Se avremo la possibilità di discuterne, e io credo di sì, la nostra proposta è che il Pd converga su Rodotà alla quarta votazione", ha detto infatti il capogruppo di Sel alla Camera. Circolano ancora i nomi di D'Alema, Amato, ma anche di Romano Prodi, inviso al Pdl. Il Movimento 5 Stelle da parte sua insiste su Rodotà, e poi, se il giurista rinunciasse, sui nomi che lo seguono nella lista dei "presidenziabili" scelti online dagli elettori: Romano Prodi è solo ottavo.
Il Pdl intanto assume una posizione di aggressiva neutralità, riservandosi di capire lo svolgersi degli eventi. Lo fa capire Silvio Berlusconi, che ha parlato a un comizio ad Udine: "Abbiamo fatto un'intesa con Pd e Sc per una candidatura condivisa - ha spiegato - ma dissensi interni rendono impossibile un'elezione unitaria. Dal 24 febbraio non abbiamo ancora uno straccio di governo data la nostra economia. Vi sembra possibile che il Paese viva in questa paralisi? Nessuno può far finta di non avere capito".
Matteo Renzi, il rottamatore che aveva apertamente contestato la scelta di Marini, da parte sua è giunto a Roma questa sera e ha dichiarato ai giornalisti che vedrà domani mattina "il gruppo dirigente del Pd".
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