tratto da Lettera 43
Quirinale,
Napolitano cerca la rielezione al sesto scrutinio
Il
presidente in carica ha accettato la ricandidatura. Sì di Pd, Pdl e Scelta
civica. Grillo grida al colpo di Stato. E convoca il M5s per protestare. Sel apre
il «cantiere per una nuova sinistra».
Lo scenario si è rivoltato. L'inconcludente
quinto scrutinio del 20 aprile ha in realtà fatto emergere un candidato
per la corsa al Quirinale. Anche se non si tratta di un nome nuovo: il
presidente in carica Giorgio Napolitano ha accettato di ricandidarsi per
un secondo mandato.
Una decisione dettata dallo stallo della
situazione politica. Dopo il terremoto del Pd, con l'impallinamento di
Romano Prodi e le dimissioni di Pier Luigi Bersani e Rosy
Bindi, i partiti sono saliti al Colle supplicando il capo di Stato di restare.
E lui, «per senso di responsabilità», ha deciso di non sottrarsi alla
richiesta.
Si tratta dell'ultima risorsa per il sistema partiti in crisi. Tanto che sia i Democrati che il Pdl hanno tenuto pre-riunioni, il cui esisto è stato un plebiscito per re Giorgio. Il loro voto dovrebbe dunque incoronare Napolitano nel sesto crutinio, alle 15 del 20 aprile.
Si tratta dell'ultima risorsa per il sistema partiti in crisi. Tanto che sia i Democrati che il Pdl hanno tenuto pre-riunioni, il cui esisto è stato un plebiscito per re Giorgio. Il loro voto dovrebbe dunque incoronare Napolitano nel sesto crutinio, alle 15 del 20 aprile.
Certo, il rischio franchi tiratori esiste.
Per l'elezione servono 504 voti, sui 1.007 complessivamente disponibili
nell'Aula. E i Cinque Stelle, come facilmente prevedibile, hanno già chiuso la
porta.
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