da: Il Fatto Quotidiano
Quirinale 2013, non è mai tardi per dire Bonino
di Mario Staderini
Nell’editoriale
di sabato ‘Si fa presto a dire Bonino’,
Marco Travaglio ha ripercorso alcuni passaggi politici della
biografia di Emma Bonino e, quindi, di noi Radicali.
Non devo
spiegare ai lettori del Fatto perché Emma sia la persona giusta per il Quirinale:
lo sanno già, visto che sul vostro sito è di gran lunga la più votata.
Del resto sono 15 anni che nei sondaggi risulta tra le personalità più stimate
dai cittadini di ogni estrazione, nonostante nella classifica dei politici
presenti sulle televisioni negli ultimi 14 mesi figuri al 192° posto per ascolti concessi.
La ragione di
tale consenso popolare è semplice: gli italiani sanno, conoscendo la sua
storia, che nessuno meglio di Emma garantirebbe il rispetto di quella
Costituzione “più bella del mondo” fin qui tradita e negata.
Voglio invece
tornare su alcuni passaggi di cui serbo ricordi ben diversi da Travaglio
sebbene avessi 20 anni, infatti, le ore trascorse ai tavoli referendari mentre
Berlusconi scendeva in campo non mi permettono di dimenticare quel
periodo.
Per soffiare
via l’immagine di una Bonino (e dei Radicali) a lungo sodale della storia
politica di Berlusconi, basterebbe riportare quanto scrivono in questi
giorni Giuliano Ferrara (“se la eleggono mi sotterro vivo”), Libero o Gasparri.
Oppure ricordare quando nel ‘99 Berlusconi e D’Alema, spaventati dal suo
consenso crescente, prima si accordarono per votare in fretta Ciampi al
Quirinale, poi per farla fuori dalla Commissione europea indicando Prodi.
Ma poiché il
conoscere per deliberare è sacro anche per me, entro nel merito di quanto
scritto da Travaglio, a partire dalla fantomatica alleanza dal 1994 al 2006
con il centrodestra berlusconiano. In realtà, sulla spinta dei referendum
vincenti del ’93 per il maggioritario uninominale e l’abolizione del
finanziamento pubblico, i Radicali proposero al Pds la costituzione di un
grande Partito Democratico, ma Occhetto preferì l’alleanza con La Rete di
Leoluca Orlando.
Nasce così, con
Berlusconi che firma i referendum radicali per la riforma americana delle
istituzioni e la rivoluzione liberale, l’accordo del ’94 tra la Lista
Pannella-Riformatori e il Polo della libertà (Forza Italia e Lega), ma solo in
alcuni collegi uninominali del nord. I Radicali, infatti, si presentavano
da soli in tutta Italia nella quota proporzionale e contro il Polo del
Buongoverno (Forza Italia e MSI) nei collegi del centrosud. Nel ’96 è già tutto
finito, con Berlusconi che abbandona quei propositi riformatori preferendo
Fini, Casini e Lega, sabotando i referendum radicali del 2000 su giustizia,
economia e istituzioni.
In tutte le
elezioni, dunque, i Radicali continuarono a contrapporsi alle coalizioni
degli inciuci e dei baratti, e ne pagarono il costo stando fuori dal
Parlamento italiano per ben 10 anni. Nel 2001 fu proprio Emma a
candidarsi contro Berlusconi e Rutelli, e in quella legislatura senza
radicali furono approvate, oltre alle leggi ad personam, anche l’infame legge
40 che tentammo di abrogare col referendum del 2004 e le sciagurate leggi
Bossi-Fini e Fini-Giovanardi contro le quali il nostro impegno non è mai
mancato.
Nel suo
editoriale, Marco Travaglio cade poi in un altro errore, attribuendo alla
Bonino nel 2005 –ovvero gli anni delle leggi ad personam- una frase di
apprezzamento a Berlusconi come premier mentre in realtà le agenzie dell’epoca
dimostrano che non si riferiva all’azione di governo bensì all’operazione
“ospitalità” alle regionali: dopo 10 anni contro i due poli, preso atto che se
non eri all’interno di una coalizione non avevi diritti politici, i Radicali
chiesero ospitalità a entrambe le coalizioni, ma alla fine non se ne fece nulla
perché l’Ulivo troppo clericale rifiutò le liste radicali in quanto avevano il
nome di Luca Coscioni.
È vero, invece,
che Emma divenne Commissario europeo per scelta di Berlusconi, ma questo
è un indiscutibile merito visto quello che fu capace di fare. Da allora a oggi,
dal tribunale internazionale sui crimini di guerra alle vittorie all’Onu per la
moratoria della pena di morte e la messa al bando delle mutilazioni genitali,
dalla campagna di Pannella per sventare la guerra in Iraq attraverso l’esilio di
Saddam all’arresto subito nel 1997 dai talebani, Emma ha rappresentato insieme
al Partito Radicale un baluardo a difesa dei diritti umani.
Rispetto
poi all’appoggio dell’intervento militare contro Milosevic, se Alex
Langer fosse vivo potrebbe ricordarci quanto i Radicali si spesero nei Balcani
già alla fine degli anni ’80 per una soluzione politica con l’entrata nell’Ue
della Jugoslavia unita e federale e quanto poi Emma Bonino fu determinante per
l’istituzione della Corte penale internazionale per i crimini nella ex-
Jugoslavia.
Tanta storia da
raccogliere in poche righe e qualche link a servizio del giornalismo dei fatti.
Anche perché,
in fondo, non è mai troppo tardi per dire Bonino.
PS: in
chiusura, rinvio ad altri due link
- Audio del presunto comizio contro le indagini su mafia e politica cui partecipò la Bonino.
- Scheda sui finanziamenti di Radio Radicale
Nessun commento:
Posta un commento