da: la Repubblica
Il coraggio e la dignità della presidente
della Camera Boldrini non sono bastati a evitarle qualche improperio scomposto
tra la folla di Civitanova Marche, disperata e furente. Boldrini, chiunque essa
sia e qualunque cosa abbia fatto per il suo prossimo (nel suo caso: molto), è
“lo Stato”, e tanto basta, ormai, a sollevare un odio indiscriminato. Stato
strozzino, Stato assassino, Stato inetto, partiti farabutti, politici schifosi,
questo è l´umore della crisi, travolge ogni analisi, ogni discussione. Si
tratta dello stesso Stato al quale, per generazioni, milioni di italiani hanno
chiesto assunzioni, favori, esenzioni, protezione, assistenzialismo, e una
lasca applicazione delle leggi, perché abusivismo ed evasione sono stati la
generosa mancia che uno Stato piacione ha elargito a piene mani per decenni in
cambio di voti. Quello Stato blandito come un padrino e questo, coperto di
sputi, sono il rovescio della stessa medaglia: una comunità nazionale incapace,
se non in cerchie ristrette e vanamente virtuose, di avere con il potere un
rapporto adulto. Se siamo un popolo che, allo Stato, o bacia la mano o gliela
morde, è perché siamo tragicamente incapaci di guardarci dentro, farci un esame
di coscienza, prenderci le nostre responsabilità individuali e collettive. Lo
Stato ci faceva comodo prima, come tetta da spremere, ci fa comodo oggi, come
tiranno da impiccare.
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