lunedì 8 aprile 2013

L’Amaca di Michele Serra



da: la Repubblica

Il coraggio e la dignità della presidente della Camera Boldrini non sono bastati a evitarle qualche improperio scomposto tra la folla di Civitanova Marche, disperata e furente. Boldrini, chiunque essa sia e qualunque cosa abbia fatto per il suo prossimo (nel suo caso: molto), è “lo Stato”, e tanto basta, ormai, a sollevare un odio indiscriminato. Stato strozzino, Stato assassino, Stato inetto, partiti farabutti, politici schifosi, questo è l´umore della crisi, travolge ogni analisi, ogni discussione. Si tratta dello stesso Stato al quale, per generazioni, milioni di italiani hanno chiesto assunzioni, favori, esenzioni, protezione, assistenzialismo, e una lasca applicazione delle leggi, perché abusivismo ed evasione sono stati la generosa mancia che uno Stato piacione ha elargito a piene mani per decenni in cambio di voti. Quello Stato blandito come un padrino e questo, coperto di sputi, sono il rovescio della stessa medaglia: una comunità nazionale incapace, se non in cerchie ristrette e vanamente virtuose, di avere con il potere un rapporto adulto. Se siamo un popolo che, allo Stato, o bacia la mano o gliela morde, è perché siamo tragicamente incapaci di guardarci dentro, farci un esame di coscienza, prenderci le nostre responsabilità individuali e collettive. Lo Stato ci faceva comodo prima, come tetta da spremere, ci fa comodo oggi, come tiranno da impiccare.

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