lunedì 8 aprile 2013

Patty Pravo: ‘Meravigliosamente Patty’, tre cd e un libretto di ricordi


da: La Stampa

Le smemoratezze della divina Patty Pravo
(E un cofanetto con la "Miss Italia" punk)
di Marinella Venegoni




Il problema, con Patty Pravo, è sempre la memoria. Non si ricorda, lei, perché non le importa di ricordare. La dice lunga un aneddoto, di quelli che le sfuggono raramente: «Riascoltando il duetto con Vinicius De Moraes "Samba Preludio", mi sono ricordata che avevo comprato una casa a Bahia. Frequentavo Vinicius in Brasile, dove andavo sempre a cantare; e a Roma mi ricordò la storia della mia casa di Bahia: perché io non riuscivo ad andarci mai e me l’ero quasi dimenticata, infatti alla fine me l’hanno espropriata perché ero sparita. Pazienza, è stata una casa persa e non è l’unico caso». Nicoletta Strambelli ha la fissa di guardare sempre al futuro, e di vivere nel presente. Dev’esser dunque stato un bel bagno nella propria vita spericolata l’ascolto di tutti i pezzi che ha cantato, per scegliere i titoli che riempiono ora un cofanetto come quelli di una volta, sfizioso e assai interessante. «Meravigliosamente Patty», tre cd più un (rarissimo) libretto di ricordi, esce martedì ed è un ritratto a tutto tondo delle opere di questa naturalmente divina.  
Da «Old Man River», che apre a sorpresa le danze, ai classici pop ultranoti come «La Bambola», «Pazza Idea» e «Pensiero Stupendo»; dai pezzi del periodo della chanson francese, a titoli rimasti ingiustamente in sordina come «Male Bello» di Ivan Cattaneo, o rarità come «Miss Italia» di cui la Divina parla da decenni ma mai aveva trovato posto in un album: un punk furibondo e beffardo del quale scrisse il testo, al quale attribuisce ancora oggi una visione divinatoria del futuro: «Qualunque cosa succeda, Grillo compreso, si può trovare in quel brano/manifesto di passato e presente. Era il ‘78, io passavo davanti al Pantheon per andare a casa e venni a sapere che avevano ammazzato Moro. Avevo finito un album con quel titolo, ma il pezzo non ce lo misero, censurato».  
Non potevano mancare nel cofanetto i due pezzi a cura di Vasco Rossi, «E dimmi che non vuoi morire» e la più recente «La Luna»: «Mi piace molto come scrive Vasco, ha una pulizia splendida come le musiche di Curreri. Vasco me le manda cantate da lui, le canzoni. E la prima volta che ho sentito quella per Sanremo ero convinta di essere io». Avete un estro in comune... «Lui mi dice sempre che sono la sua parte femminile».  
Patty Pravo si dimentica, per esempio, anche dei compleanni: «Ma questa volta me lo trovo addosso il giorno dell’uscita del cofanetto. Di solito non festeggio, e me lo debbono ricordare gli altri. Una volta mi son ricordata in settembre, che li avevo compiuti il 9 aprile. E ci son rimasta così male».  
Saranno 65, martedì. Così, giusto per non dimenticarsi. In che fase della vita è Nicoletta? «Non vado a fasi ma a decenni, ho così tante cose da fare. Ho firmato un contratto di 3 anni, vado in tour con partenza il 9 giugno dall’Idroscalo di Milano, in un Festival di avanguardia. Sarà "La Luna Tour". A settembre terrò concerti a New York e Miami, poi alle Cascate del Niagara. Ma nel frattempo mi fermo e incido un album che uscirà a ottobre, con collaborazioni molto interessanti. Poi riprendo con una formula diversa, anche per grande orchestra».  
Compatibilmente con la memoria, qual’è la stagione artistica della sua vita alla quale è più affezionata? «La prossima. Ho avuto qualche piccola caduta di stile d’accordo, però ho attraversato stagioni così diverse che creano una visione globale: dal beat al pop, poi alla chanson, poi sono tornata al pop, poi al rock per un sacco di anni...».  
Certo che, nei favolosi Sessanta, fu un caso unico l’apparizione di una tipa come Patty Pravo, di una bellezza inquietante, ribelle a tutto tondo e con quel vocione da contralto che smarriva le antiche consuetudini. Ma Nicoletta alla sua voce pare badare assai poco: «Non faccio niente, e fumo. Mi basto da me». Ma come? La Ornella Vanoni va dal coach... «Ha del tempo da perdere. Io preferisco in sala prove. Non canto ogni giorno, fischio» (Ecco, l’unico consiglio non richiesto che ci permettiamo di darle sarebbe di fischiare di meno e cantare di più: il brano inedito in napoletano «’Na canzone» avrebbe avuto bisogno di qualche dedizione).  

Nessun commento:

Posta un commento