“Lo so che sarebbe meglio stare in
silenzio, me lo dicono tutti”.
Oddio. Più che altro, sarebbe meglio se i testi glieli scrivesse Shakespeare e non Giorgio Gori…
da: la Repubblica
Pd,
parte l'offensiva di Renzi: "Subito al voto, io sono pronto"
Il
sindaco di Firenze esce allo scoperto: "Troppo tempo perso, meglio votare.
Pronto a correre per le primarie".
Poi
ammette: "So che sarebbe meglio tacere, ma ormai esiste un problema
Paese"
di Claudio Tito
"Si sta perdendo tempo. È chiaro a
tutti. A questo punto io sono per votare. Dopo di che, Bersani decida cosa
fare. Se vuole fare un accordo con Berlusconi o con qualcun altro, lo
faccia". Matteo Renzi rompe gli indugi.
Matteo Renzi rompe gli indugi. La tregua che era stata siglata dopo le primarie
dello scorso autunno è ormai saltata. La battaglia è tornata in campo aperto. E
il duello è ancora con Pierluigi Bersani. Che, a suo giudizio, ha deciso di
"surgelarsi" dopo la "non-vittoria" alle ultime elezioni.
La "nuova" corsa per la premiership sembra allora riaprirsi: "Io
mi voglio candidare".
Il patto di non belligeranza con il
segretario pd dopo il voto dello scorso febbraio è dunque già archiviato.
La crisi di governo che al momento si sta rivelando senza sbocco è per il
sindaco di Firenze una "perdita di tempo" che sospinge il Paese
"sull'orlo della fine". Soprattutto è stata gestita in modo sbagliato.
"Pierluigi - insiste scandendo
le sillabe - prenda una decisione.
Non si può stare fermi in attesa che ottenga l'incarico". Prima il
tentativo del leader democratico, poi l'istituzione dei "saggi",
quindi l'attesa per l'elezione del nuovo capo dello Stato. Tutti elementi che l'ex
rottamatore non riesce a digerire: "La clessidra è agli sgoccioli, serve
credibilitàpolitico-istituzionale". Così, subito dopo aver partecipato
alla cerimonia organizzata dalla Cgil della "avversaria" Susanna
Camusso per i 120 anni della Camera del lavoro, si lascia andare ad un lungo
sfogo. Anche con i militanti dello stesso sindacato. Pure con loro non nega
nulla delle sue intenzioni. "Bersani decida. Vogliono fare un accordo, lo
facciano. ma prendano una decisione".
La situazione però sembra in stallo a causa dei risultati elettorali. Perché
punta il dito contro il segretario? "Non
possiamo dire un giorno "Berlusconi in galera" - scuote la testa
- e il giorno dopo proporgli la
guida della Convenzione per le riforme o come l'hanno chiamata. Che messaggi
lanciamo? Incomprensibili. La sensazione è un'altra: che si continua a
traccheggiare. Ma il Paese non se lo può permettere".
Lei ha una ricetta diversa? "O facciamo un accordo o si vota. Ma evitiamo
di perdere altro tempo. Se si decide di votare, si vada a votare. Ma non
possiamo assistere al teatrino del più grande partito italiano che chiede a
qualcuno di dargli i voti per far nascere il governo e poi precisa alla stessa
persona "ma io con te non parlo"".
Scusi, ma crede davvero che si possa votare a giugno? "Certo, si può
votare a giugno. Se poi Bersani riesce a fare un governo, bene. Se riesce a
fare le larghe intese, bene. Ma si faccia qualcosa". E se le urne si
indicono a giugno c'è il tempo per organizzare le primarie? Il calendario non
sembra darle ragione. "Ma se si vuole, si possono convocare anche in tempi
brevi. Se si vuole, certo. E io sono pronto a candidarmi alle primarie. Il
punto, però, è un altro".
Quale? Il Sindaco di Firenze ricorre alle le stesse parole usate nella sua
città con gli iscritti della Cgil e anche con la Camusso con la quale ha
parlato riservatamente al termine della manifestazione di ieri mattina.
"C'è un Paese che sta morendo. Mi chiedo: le vedono le aziende che
chiudono? Li vedono i giovani disoccupati. Eppure anche il tanto odiato New
labour inglese aveva quella parola, "Lavoro", al centro del suo
programma. Oggi rischiamo con questa indecisione di far affondare la Repubblica
democratica fondata sul lavoro sulle rendite o su chi pensa di potersi
permettere altri ritardi". "Io so - ammette - che così facendo sto
mettendo un paletto negli occhi del Pd.
Lo so che sarebbe meglio stare in
silenzio, me lo dicono tutti. Ma io non faccio politica per questo. Sono
stato zitto e buono fino ad ora, ma non posso nascondere che esiste un
problema-Paese. E non posso nascondere che il mio partito deve chiarire un
percorso. Ma vi rendete conto che stiamo ancora con il governo Monti che deve
rinviare il decreto per i debiti della Pubblica Amminstrazione? È possibile?
Per me no". Ne ha parlato anche con il segretario della Cgil? "Certo,
e mi ha detto che avevo ragione". "Anche se - aggiunge sorridendo -
ho messo il maglioncino blu come Marchionne".
La Camusso, in realtà, non è mai stata una sua sostenitrice. "Lo so, ma
questo non cambia i termini dell'emergenza. Che deve impegnare tutti. Per
questo io ho detto: Signori cari, basta anche con il finanziamento pubblico dei
partiti. Poi ho tirato fuori l'elenco di chi mi ha finanziato, l'ho reso
pubblico. Non l'ha fatto nessun altro. E su questo discorso molti bersaniani
sono disponibili, ne sono sicuro. Il mio è un discorso molto semplice: bisogna
recuperare un minimo di serietà. Non si può stare fermi in attesa che Bersani
ottenga l'incarico. In attesa del nuovo presidente della Repubblica. È ridicolo
rimanere con un incaricato surgelato. Facciamo qualcosa: il governo del
presidente, le larghe intese, o si vada a votare".
E se il sindaco fiorentino si rilancia nella corrida delle primarie, quale
alleanza proporrà? "Quella di centrosinistra, non c'è dubbio". Ma
perché ha deciso di chiedere le urne a giugno? "Berlusconi vuole il voto a
giugno proprio per non dare spazio a me. Noi possiamo sfidarlo. Se corro io,
lui è difficoltà. Basta vedere i sondaggi. Allora mettiamo la palla a terra e
ragioniamo. Individuiamo un percorso serio per il Paese. Altrimenti ci fottono.
Ma quando dico queste cose, mi sembra di sognare. Anzi di vivere un incubo. Mi
sembra incredibile che non si capisca la crisi terribile che vivono gli
italiani. Solo i sindaci se ne accorgono? E allora non me ne frega niente di
stare zitto, io non sto zitto se l'Italia va a rotoli".
Quando si parla di centrosinistra si intende anche Scelta Civica di Monti?
"No. I voti non si trasferiscono, non te li regalo nessuno. O li pigli o non
li pigli. La gente o vota Renzi o vota Berlusconi". O Beppe Grillo.
"E infatti non ho proposto l'abolizione del finanziamento pubblico per
caso. L'avevo già fatto e ora sembra che sia stato lui a chiederlo. Ma mica
possiamo stare qui ad aspettare che Grillo ci prenda per il sedere. A me non va
che sia lui a dirci cosa dobbiamo fare. Non mi faccio dettare l'agenda da
lui". E quindi? "Quindi diciamo cosa abbiamo già fatto. Ho scritto un
tweet con i risparmi del comune: meno 8 milioni per l'affitto delle sedi,
giunta dimezzata, meno Irpef, Imu al minimo". Però lei fino allo scorso
anno ha condotto la campagna elettorale sulla "rottamazione".
Cambierà registro? "Questo Paese ha bisogno di cambiare, di crescere. Sto
preparando un "Job act", un piano per l'occupazione. Il lavoro è al
primo posto".
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