da: La Stampa
Equitalia:
stop ai pignoramenti di stipendi e pensioni in banca
Befera:
redditometro applicato solo ai casi di evasione spudorata
Stop ai pignoramenti sui conti correnti in
banca o alle poste dove vengono versati i soldi di stipendi e pensioni. Un
segnale forte, con la crisi economica che pesa sulle famiglie, deciso da
Equitalia con decorrenza immediata per tutti i redditi stipendio/pensione sotto
i 5 mila euro mensili. Mentre per le procedure di pignoramento presso il datore
di lavoro o l’ente pensionistico restano le vecchie regole. La concessionaria
per la riscossione viene così incontro alle esigenze, amplificate dalla crisi,
di misurare il proprio intervento, in attesa (e in assenza) dei chiarimenti
normativi che potrebbero e dovrebbero arrivare dal Parlamento.
Intanto da Napoli, il direttore
dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera indica che per le agevolazioni
sollecitate dalle imprese è aperto il confronto con Confindustria sulle
«segnalazioni che hanno fatto» gli industriali, ed «a maggio dovremmo essere in
chiusura». Mentre avverte: «Chi ostacola il nostro lavoro, perché lo svuota di
senso, sono coloro che attraverso corruzione e inefficienza dilapidano denaro
pubblico». Intervenendo ad un convegno sull’evasione fiscale organizzato
dall’ordine dei dottori commercialisti, il direttore delle Entrate ha così
puntato il dito contro chi vede l’evasione «come una compensazione per ciò che
lo Stato dovrebbe fare e non fa, una sorta di evasione per legittima difesa».
Ed ha sottolineato: «Più si evade e più il Paese appare scarsamente
credibile».Al Governo, Befera chiede di «rivedere la delega fiscale», che va
«ampliata per ridare certezza alla riscossione», e di «lavorare al processo
tributario», anche alla luce dei risultati positivi ottenuti con l’istituto
della mediazione che «ha ridotto il ricorso alla Commissione tributaria». Le
Entrate proporranno di alzare la soglia oggi fissata a 20mila euro per rendere
ancora più ampia la possibilità di ricorrere alla mediazione.
Befera è anche tornato a far chiarezza
sull’utilizzo del «redditometro», ribadendo che è uno strumento che l’Agenzia
delle Entrate utilizzerà «soltanto nel caso di evasione spudorata»: servirà per
«colpire coloro che hanno un reddito consumato elevatissimo a fronte di una
dichiarazione redditi esigua». Nel mirino del fisco le persone che «non
dichiarano, ma che hanno una capacità di spesa notevolissima non giustificata
da altro», «i casi più eclatanti». E comunque ampio spazio sarà sempre dato al
contraddittorio, alla possibilità di fornire chiarimenti, perché «possono
esserci tanti motivi per cui si acquisisce reddito». Ma «ci sono anche tanti
casi che vengono segnalati di persone che viaggiano a livelli spesa
elevatissimi e magari hanno agevolazioni dallo Stato perché non dichiarano
nulla. Questi sono quelli che vogliamo colpire», ha avvertito il direttore
delle Entrate.
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