Debiti
Pa, governo vara decreto: 40 mld entro 12 mesi
di Giuseppe
Fonte e Antonella Cinelli
Il governo si impegna a liquidare entro i
"prossimi 12 mesi" i 40 miliardi promessi alle imprese fornitrici
della pubblica amministrazione senza sforare il tetto del 3% nel rapporto
deficit/Pil imposto dall'Europa.
Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi
il decreto legge che definisce i termini dell'operazione, tesa a dare ossigeno
all'economia, e interviene anche sulla nuova tassa sui rifiuti Tares, rinviando
a fine 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro.
I ritardi nei pagamenti della Pa "sono
una situazione inaccettabile e che è stata a lungo accettata. È ora di voltare
pagina", ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti.
"La politica economica non cambia
rotta", ha aggiunto il premier smentendo il responsabile economico del Pd,
Stefano Fassina, che dalle colonne dell'Unità ha salutato il varo del decreto
come "il primo intervento anticiclico dopo un lunghissimo periodo di
provvedimenti restrittivi".
"Non riconosciamo il fatto che per
rianimare l'economia si debba fare più debito pubblico", ha aggiunto Monti
riferendosi al fatto che l'Ue ha concesso all'Italia di peggiorare i saldi di
bilancio solo una tantum ed entro certi limiti.
Il decreto prevede una serie di misure
precauzionali per evitare che il deficit salga nel 2013 oltre l'obiettivo
programmatico del 2,9% in rapporto al Pil. A settembre il Tesoro farà un
"monitoraggio mirato" e, se necessario, adotterà "misure per la
rimodulazione delle spese".
Monti ha ribadito "la fondata
aspettativa" che a maggio la Commissione europea chiuda la procedura per
deficit eccessivo avviata contro l'Italia.
Già lunedì 8 aprile il decreto dovrebbe
essere pubblicato in Gazzetta ufficiale. Nello stesso giorno il ministro
dell'Economia, Vittorio Grilli, si recherà a Bruxelles per illustrare l'operazione
a Olli Rehn, il commissario agli Affari economici e monetari.
TITOLI
DI STATO PER PAGARE LE BANCHE
Ad oggi non ci sono dati certi
sull'ammontare delle fatture da saldare. La Banca d'Italia ha stimato un totale
di 90-91 miliardi a fine 2011. L'Abi, l'associazione delle banche italiane,
ritiene che lo stock complessivo sia superiore a 100 miliardi mentre la Cgia di
Mestre parla di 130 miliardi.
"Questa incertezza indica le
condizioni di opacità in cui il fenomeno si è generato ed è cresciuto", ha
detto Monti indicando la cifra di 80 miliardi a fine 2011.
Grilli ha confermato l'ordine di priorità
dei pagamenti: "Prima le imprese e dopo le banche. Inoltre, devono essere
pagate prima le fatture più vecchie".
La prossima legge di Stabilità programmerà
il completamento del processo di rimborso e porrà le basi per pagare nel 2014,
"sotto forma di titoli del debito pubblico", i circa 9 miliardi di
crediti già ceduti dalle imprese alle banche.
Entro il 15 settembre, l'Abi dovrà fornire
l'elenco completo delle fatture scontate da banche e intermediari finanziari,
le amministrazioni pubbliche l'elenco certificato di tutti i debiti ancora da
onorare.
LO
SCHEMA DELL'OPERAZIONE E LE RISORSE
Il rimborso dei primi 40 miliardi è una
manovra complessa che coinvolge tutte le amministrazioni pubbliche.
Gli enti territoriali sprovvisti di risorse
proprie riceveranno i soldi dallo Stato centrale a cui dovranno rimborsarli
entro 30 anni.
La copertura deriva sostanzialmente
dall'emissione di nuovo debito pubblico.
Grilli ha spiegato che comuni e province
dovrebbero poter liquidare fino a 2,3 miliardi in tempi brevi, subito dopo
l'entrata in vigore del decreto. Un articolato processo amministrativo
garantirà alle imprese ulteriori pagamenti dalla seconda metà di maggio.
Grilli ha ridimensionato i timori dei
ministri sui nuovi tagli lineari necessari per dare copertura ai maggiori
interessi sul debito pubblico. Nel 2013 e nel 2014 gli interessi troveranno
compensazione con le rate di ammortamento dei prestiti che il Tesoro farà a
Regioni ed enti locali in disavanzo. "I tagli orizzontali scatteranno dal
2015 ma potranno essere sostituiti con misure più intelligenti dal governo
futuro", ha spiegato il ministro.
Attraverso un allentamento del Patto di
stabilità interno, il Tesoro consentirà a comuni e province in avanzo di cassa
di spendere complessivamente 5 miliardi nel 2013. Le Regioni con i conti in
ordine potranno pagare 1,4 miliardi quest'anno0.
Le amministrazioni centrali interverranno
subito con 500 milioni, altri 800 milioni daranno copertura agli investimenti
cofinanziati dai fondi strutturali europei.
Le Regioni e gli enti locali in sofferenza
si vedranno fornire dal Tesoro anticipazioni di liquidità attraverso un unico
fondo con una dotazione di 26 miliardi nel biennio 2013-2014.
La quota a disposizione di comuni e
province ammonta a 2 miliardi sia nel 2013 che nel 2014 (sarà la Cassa depositi
e prestiti a gestire la liquidità). Per i debiti non sanitari delle Regioni la
dote è 3 miliardi quest'anno e 5 nel 2014. Nel caso dei debiti sanitari, il
ministero dell'Economia presterà ai governatori fino a 14 miliardi in due anni
(5 più 9).
SALE
A 700.000 EURO SOGLIA COMPENSAZIONE CREDITI-DEBITI
A fronte dei prestiti, le amministrazioni
dovranno presentare un piano di ammortamento entro un periodo di 30 anni. Il
tasso di interesse sarà parametrato al rendimento dei Btp a 5 anni. Non ci sono
nuovi vincoli ai piani di spese, né di investimento.
Sul fronte delle amministrazioni centrali,
il decreto incrementa i rimborsi di imposta per 6,5 miliardi (2,5 nel 2013 e 4
nel 2014).
Altre due misure accompagnano il decreto. I
contratti di cessione dei crediti sono resi esenti da imposte e tasse e ne
vengono semplificate le modalità di perfezionamento.
Inoltre, la possibilità già oggi esistente
di compensare crediti commerciali con debiti fiscali iscritti a ruolo viene
allargata ai debiti fiscali "conseguenti ad atti di accertamento con
adesione". Sale poi da 500.000 a 700.000 euro la soglia di compensazione
tra crediti e debiti fiscali (Palazzo Chigi stima in 2 miliardi il beneficio
per le imprese nel 2013).
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