lunedì 8 aprile 2013

Paradisi fiscali: gli italiani coinvolti in Offshoreleaks



da: Lettera 43

Scandalo evasione nei Paradisi fiscali: i casi italiani
Dall'ex collaboratore di Giulio Tremonti ai Severgnini. Dai Pederzani all'hacker Ghioni. I quattro connazionali coinvolti in Offshoreleaks. Consulta la lista dei nomi.

Offshoreleaks, il nuovo scandalo globale sull'evasione, parla anche italiano. Tra i 2 milioni e mezzo di file da analizzare, 120 mila società offshore tra Isole vergini, Cayman, Cook, Samoa e Singapore, ce ne sono 200 relativi a connazionali (leggi i nomi Paese per Paese).

L'Espresso ha reso noto il 5 aprile i primi quattro casi di società legate a cittadini italiani finite nella 'black list, anche se dai documenti in possesso del settimanale non emergono illeciti.
Si va da un trust basato nelle Isole Cook collegato a Gaetano Terrin, ex commercialista dello studio di Giulio Tremonti, a una società offshore che ha come beneficiario Fabio Ghioni, hacker dello scandalo Telecom. Da un sistema finanziario legato a tre famiglie di imprenditori e gioiellieri a un trust che ha come direttori i commercialisti milanesi Oreste e Carlo Severgnini.

Gaetano Terrin, protector del Claudio Trust

Tra gli italiani finiti nella lista dello scandalo c'è l'ex collaboratore dello studio di commercialisti di Giulio Tremonti Gaetano Terrin, ora componente del collegio sindacale di Generali.

Terrin fu nominato protector di Claudio, così si chiama il trust fondato alle Isole Cook in Polinesia nel 1997 dal finanziere Usa Adrian A. Alexander. Il suo ruolo era quello di custode, garante. Colui, insomma, che ha il compito di valutare se un'operazione è più o meno fattibile.
Al tempo Terrin lavorava nello studio di commercialista di Tremonti il quale entrato in politica nel 1994 e nominato ministro dell'Economia nei governi Berlusconi I e II lasciò l'attività professionale.
L'INDIRIZZO MILANESE. Sta di fatto però che l'indirizzo del protector del trust delle Cook era Studio Tremonti via Crocefisso 12 Milano. Insomma Terrin si faceva recapitare la posta in studio. E i mittenti spesso erano il manager della Trustsnet Limited, John Mc Fadzien, la base operativa dei maggiori trust delle Cook e uno dei principali studi di avvocati di New York, il Rubin, Bailin, Ortoli, Mayer, Baker and Fry.
Il trust Claudio venne poi chiuso nel 2006 dopo che Alexander finì nel mirino della Sec americana con l'accusa di insider trading.
Dal canto suo Terrin ha precisato a L'Espresso: «Ho svolto questo incarico a titolo personale, lo studio di Tremonti non c'entra. Avevo conosciuto Alexander nel 1995 e siamo diventati amici. Quando mi ha chiesto di diventare protector ho accettato».

Fabio Ghioni e il fondo delle Isole Vergini


L'altro connazionale incappato nell'Offshoreleaks è Fabio Ghioni, ex responsabile della sicurezza Telecom. Stando ai documenti dell'International consortium of investigative journalists sarebbe lui il beneficial owner - proprietario beneficiario - del Constant Surge Investments Ltd con sede nelle Isole Vergini.
L'HACKER TELECOM NEGA. L'offshore è nata nel 2006, sette mesi prima dell'arresto di Ghioni per i dossier illegali raccolti su 4 mila persone, finito con un patteggiamento a tre anni e quattro mesi. L'hacker ha smentito tutto: «Non so nemmeno dove siano le Isole Vergini».
Le carte però parlano chiaro. E riportano il suo indirizzo milanese, il numero del passaporto e un suo profilo professionale.

Oreste e Carlo Severgnini del Tahallas Trustee Ltd

La Tahallas Trustee Ltd è una delle tante società basate alle Isole Cook. Fondata nel 1997, ha come director- amministratori - i fratelli commercialisti Oreste e Carlo Severgnini, ex consulenti di Stefano Ricucci. I fratelli sono presenti in molti consigli di amministrazione pesanti: da Versace a Star, da Pirelli a De Agostini.
Oreste tra l'altro fu coinvolto nell'inchiesta di Mani Pulite.
L'OMBRA DELLA ROTSCHILD. Insieme con i due commercialisti, nel trust si trova anche l'avvocato svizzero Peter Hafter ex consigliere di Rotschild. E propio per questo finito nelle cronache con lo scandalo del Banco Ambrosiano di Calvi. Dalla Rotschild, infatti, passarono 144 milioni di dollari provenienti dal Banco Ambrosiano e diretti nelle tasche di Licio Gelli , di Umberto Ortolani e dell'ex direttore generale Rizzoli Bruno Tassan Din.
Dalle carte emerge però un altro trust delle Cook vicino allo studio Severgnini: è il Moritz Trust. Il cui protector nel 2009 è Stefania Tomasini che lavora nello studio di Lugano dei fratelli Severgnini. E ruota attorno a tre professionisti tutte dello stesso cognome: Bottoli. Sono Marcello Vittorio, ex bocconiano cittadino svizzero, Riccardo Daniel e Vittorio Alexander.

Inzadi-Pederzani alle Cook con tre trust


L'offshore attrae. Anche le signore di una certa età. Almeno questo risulata dalle carte dello scandalo dell'evasione globale. A finire nel mirino è pure una 81enne, Silvana Inzadi in Carimati di Carimate, che 11 anni fa decise di buttarsi nei Paradisi fiscali. La donna fu la regista della creazione di tre trust, alla testa dei quali mise i suoi parenti, pure quelli acquisiti.
Le tre famiglie sono i Pederzani, titolari della nota gioielleria di via Montenapoleone a Milano. Tra loro Claudio Pederzani, il figlio Alberto, e Maria Cristina Agusta, della dinastia degli elicotteri ex moglie di Caludi Pederzani e madre di Alberto. Ai Perderzani seguono i discendenti degli Inzadi: Enrico e Daria Carimati di Carimate  e Ascanio, figlio di Enrico e Cristina Agusta alle sue seconde nozze.
Il terzo nucleo è rappresentato dai Camurati, imparentati con i Merloni.
IL GIALLO DELLE CHARITY. Le tre famiglie, intrecciate tra loro, sono indicate dalla capostipite come beneficiarie dei trust Sicc e Ctc101. Non solo. Tra i beneficiari compaiono anche alcuni enti caritatevoli come l'Unione italiana ciechi, la Lila, e il Centro per il bambino maltrattato. La presenza delle charity tra i beneficiari potrebbe essere uno statagemma per per proteggere il trsut da eventuai indagini della magistratura.
I Camurati poi sono beneficiari anche di un altro trust l'Etc202 il cui protector è l'avvocato britannico James Pearson dello studio londinese Pearson & Lowe.

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