da: Lettera 43
Parlamento:
il governo è essenziale per formare le commissioni
Tecnicamente
possono insediarsi. Ma senza esecutivo perdono senso. Il costituzionalista
Morrone sull'idea grillina.
Le commissioni permanenti, almeno quelle
del Senato, si insedieranno solo dopo la formazione del governo. Parola di
Luigi Zanda, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. Continua così il tira e molla
con il Movimento 5 stelle che ha minacciato di occupare l'Aula il 9 aprile fino
a tarda notte contro lo stallo. La musica non cambia alla Camera dove la loro
costituzione è stata ancora rinviata.
«LE COMMISSIONI POSSONO ESSERE INSEDIATE». Carta
alla mano, però, non esiste alcun divieto al varo delle commissioni prima
dell’insediamento dell’esecutivo.
«In punta di diritto», spiega a Lettera43.it il
costituzionalista Andrea Morrone, «le commissioni permanenti possono essere
insediate». Secondo il professore ordinario dell’Università di Bologna, però,
«oltre all’aspetto giuridico, esiste una questione politica che non è affatto
irrilevante».
DOMANDA.
Cosa vuol dire?
RISPOSTA. Che
c’è un conflitto da risolvere tra il profilo giuridico, che dà una risposta
affermativa sull’insediamento delle commissioni permanenti, e quello politico.
D.
E qual è la questione politica in gioco?
R. È semplice: i rapporti di forza tra
maggioranza e opposizione hanno inevitabilmente ricadute sulle commissioni. A
cominciare dalla scelta dei rispettivi presidenti.
D. All’atto
pratico non possono formarsi?
R. Resterebbe monca l’anima delle
stesse commissioni perché non si riesce a capire come possano
costituirsi. È vero, infatti, che esiste un governo Monti, ma si tratta di
un esecutivo dimissionario che non ha più una maggioranza a sostenerlo.
D.
Il M5s, però, sostiene che il parlamento può operare autonomamente.
R. Il parlamento, oltre a una funzione
di rappresentanza dei cittadini, svolge un ruolo di legittimazione del governo.
Ma c’è un altro aspetto da non trascurare.
D.
Quale?
R. Le Camere non possono lavorare
senza un esecutivo. La nostra, infatti, non è una forma di governo assembleare,
bensì parlamentare. Il governo, quindi, rimane il titolare dell’indirizzo
politico.
D.
La richiesta dei 5 stelle, dunque, è fuori luogo?
R. È legittima nella misura in cui
punta a superare l’eccezionalità del momento.
D.
Non bastano, insomma, i rapporti di forza numerici tra maggioranza e
opposizione come sostiene il M5s?
R. È un po’ bizzarro che i grillini si
siano impuntati e facciano polemica sulle commissioni quando poi, loro stessi
sono tra i responsabili dello stallo in cui ci troviamo.
D.
Come mai si è arrivati a questa impasse?
R. Perché il dato giuridico riflette
l’origine storica della Carta. Soltanto che il criterio proporzionale dettato
dalla Costituzione era coerente con il sistema politico della Prima Repubblica
in cui contavano i rapporti di forza nelle Aule e non il governo. C’era, in
sostanza, un modello prevalentemente assembleare.
D.
È questo lo scudo del Movimento?
R. Quella di un parlamento che possa
funzionare senza una linea di confine chiara tra chi governa e chi fa
opposizione è un’idea aristocratica e filosofica che non sta in piedi.
D.
E sulla quale si rischia un ulteriore avvitamento della politica...
R. Un normale funzionamento del
parlamento si scontra con la mancanza di una maggioranza e un’opposizione
chiare. Finché non saranno definite, tutte queste proposte rischiano di essere
campate in aria.
D. Senza contare che due commissioni sono già insediate e operative in parlamento.
D. Senza contare che due commissioni sono già insediate e operative in parlamento.
R. Si tratta di un assetto transitorio
ma che appunto denota un particolare di non poco conto: il Paese non si è
fermato.
D. Neanche alla luce della recessione sempre più grave, dunque, i grillini hanno motivo di protestare?
R. All’indomani delle consultazioni per il pre-incarico a Bersani, il presidente Napolitano è stato chiaro nel rimarcare che un governo Monti esiste. È ovvio che bisogna uscire al più presto dallo stallo attuale, ma le emergenze economiche nel frattempo possono essere affrontate.
D. Neanche alla luce della recessione sempre più grave, dunque, i grillini hanno motivo di protestare?
R. All’indomani delle consultazioni per il pre-incarico a Bersani, il presidente Napolitano è stato chiaro nel rimarcare che un governo Monti esiste. È ovvio che bisogna uscire al più presto dallo stallo attuale, ma le emergenze economiche nel frattempo possono essere affrontate.
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