lunedì 15 aprile 2013

Vaticano, governo della Chiesa: il comitato di Papa Francesco


da: La Stampa

Vaticano, il Papa nomina un “comitato” di otto saggi
I cardinali, provenienti dai cinque continenti, consiglieranno il pontefice nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia
di Alessandro Speciale

Otto saggi per papa Francesco: a un mese dalla sua elezione sul soglio di Pietro, il pontefice argentino ha annunciato oggi la creazione di un “gruppo” di otto cardinali, provenienti dai cinque Continenti, per “consigliarlo nel governo della Chiesa universale” e per “studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus”, quella che regola l'ordinamento della Curia Romana dai tempi di Giovanni Paolo II.

I tempi per i lavori di questo “gruppo” non saranno brevi. La loro prima riunione, a Roma, è fissata addirittura per i primi di ottobre anche se – sottolinea un comunicato della Segreteria di Stato vaticana - “Sua Santità è sin d'ora in contatto” con gli otto cardinali. 

La riforma della Curia, quindi, non sembra imminente. Ma 30 giorni dopo la fine del conclave, papa Francesco ha voluto mandare un segnale ai cardinali che lo hanno eletto nella Cappella Sistina: la questione della riorganizzazione del governo centrale della Chiesa cattolica è tutt'altro che accantonata, la scelta della collegialità non è solo parole. Non a caso, nel comunicato vaticano si sottolinea che il pontefice ha deciso la creazione del gruppo “riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni Generali”, le riunioni plenarie dei cardinali che hanno preceduto il conclave.

Gli otto cardinali che consiglieranno il papa saranno: Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile; Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, in India; Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera; Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, in Congo; Sean O’Malley, arcivescovo di Boston; George Pell, arcivescovo di Sydney; e Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras. Sarà proprio quest'ultimo, latinoamericano come Bergoglio, a coordinare i lavori del gruppo, mentre il vescovo di Albano Marcello Semeraro, vicino al papa e vicino a Roma, svolgerà la funzioni di segretario.

In un breve briefing in Vaticano, il portavoce padre Federico Lombardi ha voluto sottolineare che se si parla di “gruppo” – e non di commissione o altro – è proprio per lasciare aperti i termini della missione del lavoro degli otto cardinali, che sarà comunque “consultivo e non decisionale”.

Anche la sottolineatura che gli otto cardinali dovranno “consigliare” il pontefice non è casuale: spetta infatti alla Curia il compito di “aiutare effettivamente” il papa “nel governo della Chiesa giorno per giorno con le sue competenze e i suoi uffici”.

Insomma, guai a parlare di una “messa in secondo piano della Curia e di una riduzione delle sue competenze”. La Curia, ha aggiunto Lombardi, “rimane in funzione nel pieno delle sue competenze”.

Dopo aver visitato ieri gli uffici della Segreteria di Stato, ringraziandoli per il loro “impegno impagabile”, papa Francesco, secondo il portavoce vaticano, ha voluto oggi “mandare un segnale” che quanto emerso nel pre-conclave non era stato dimenticato.
Per Lombardi, nei prossimi mesi “il papa continuerà i suoi incontri” e da qui ad ottobre “potrà farsi la sua base di conoscenza della realtà del governo universale della Chiesa, in modo da poter avere una sua conoscenza da mettere sul tavolo della riflessione” quando il gruppo si riunirà per la prima volta.

Nè bisogna stupirsi dell'assenza degli uomini della Curia – con la parziale eccezione del cardinale Bertello, che guida comunque lo Stato Città del Vaticano con competenze quindi ben diverse, ha sottolineato Lombardi: “Il gruppo integra la presenza della Curia, di cui gode comunque ogni giorno. La Segreteria di Stato e gli altri capi dicastero ci sono sempre, il papa ha bisogno di convocare quelli che non sono già a Roma”. 

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