mercoledì 13 marzo 2013

Pd: il "Marc’Antonio" Matteo Renzi



Shakespeare era un genio. Il suo Marco Antonio è un pezzo d’arte di dialettica e strategia.
Matteo Renzi non è certo un genio. E’ un comunicatore – neppure eccelso - che ha la caratteristica di rispondere a domande precise con “buoni propositi” che non forniscono mai risposte dirette ma deviano la discussione su altro (come domenica scorsa a Che tempo che fa a domanda sulle nomine dei presidenti di Camera e Senato).

Non so se il sindaco di Firenze abbia mai letto la lezione dell'eloquenza di Antonio dal Giulio Cesare di Shakespeare. Quello in cui, per sintetizzare, il tribuno, davanti alla folla di romani, tesse le lodi di Bruto: “perché Bruto è uomo d’onore”  ma, nel contempo, cita parole e azioni del co-assassino di Cesare per indurre i romani a eliminarlo. Cosa che gli riesce perfettamente. Perché se all’inizio dell’orazione funebre il popolo è per Bruto contro il dittatore Cesare, al termine dell’oratoria di Marc’Antonio, la folla va alla caccia di Bruto.

Matteo Renzi, dopo la sconfitta alle primarie, è rimasto nel Pd anziché creare una sua lista un suo movimento. Dopo le elezioni, ha dichiarato - a parole – la sua lealtà a Bersani.
Si sa, parafrasando Shakespeare, che “Bersani è uomo d’onore”. Non sarà Renzi a pugnalarlo. Ma a tentare di imitare Marc’Antonio, sì. Peccato per Renzi, che Gori o altri suoi supporters non siano neppure lontani parenti creativi di Shakespeare. Quindi, le “intenzioni” del sindaco di Firenze risultano chiare. Diversamente da quelle di Marco Antonio, che nessun romano, al termine del discorso sospettò essere il vero “mandante” della vendetta che loro avrebbero scatenato.
Poiché sento già aleggiare l’obiezione: “già alle primarie era nota la mia diversità da Bersani, le nostre differenze sui programmi”, rispondo che: la diversità esiste e nessuno si sogna di cancellarla ma, nel momento in cui si dichiara di voler appoggiare Bersani e nel contempo si prende le distanze da parole e azioni, si  dimostra …di essere in campagna elettorale.
Ecco. Appunto.
Matteo Renzi sta in campagna elettorale. Convinto che vincerà alle prossime e vicine primarie del Pd.
Che vinca è un film tutto da vedere. Perché…manco Marco Antonio, fece una bella fine…

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