mercoledì 13 marzo 2013

Sky, fiction: “1992”, Tangentopoli


da: la Repubblica  

"1992", la politica e le inchieste: una fiction racconta Tangentopoli
Al via le riprese di una serie per Sky con Stefano Accorsi, ambientata nell'anno dell'esplosione di Mani Pulite. I registi Giuseppe Gagliardi e Gianluca Iodice: "Gli scandali fanno da sfondo, abbiamo cercato più che altro di ricreare il mood di un'epoca"
di Mariella Tanzarella



Formidabili quegli anni. Quando impazzavano i Take That, internet dilagava e il cellulare diventava indispensabile. E quando nel panorama italiano scoppiava la bomba di Tangentopoli. Saranno celebrati prossimamente da una fiction prodotta da Wildside per Sky, la prima dedicata a questo periodo, dopo i tanti revival dei '60 e dei '70. Sono iniziate proprio in questi giorni a Milano le riprese di 1992, che, come dice il titolo, focalizza l'attenzione proprio sull'anno-simbolo del decennio, quello in cui Mariotto Chiesa si fa beccare in flagrante con i soldi di una mazzetta appena intascata e dà inizio alla valanga di Tangentopoli. Subito dopo arriva l'operazione Mani Pulite, e l'Italia vive un momento particolare, che va dal disgusto per il malcostume diffuso all'entusiasmo per la squadra degli inquirenti, Di Pietro in testa.


1992, però, non sarà né un approfondimento né una ricostruzione del fenomeno: la politica, le inchieste, le vicende dei protagonisti e le ricadute sulla società restano sullo sfondo, sono il contesto in cui si svolgono le vite e le avventure di personaggi qualunque. "In questa serie - spiegano gli autori e i due registi - abbiamo cercato più che altro di ricreare il mood di un'epoca". In pratica, un po' come hanno fatto gli ideatori di Mad Men, la fortunata serie americana che ritrae l'ambiente pubblicitario newyorkese degli anni Sessanta. Se la pubblicità anni Sessanta era per forza New York, Mani Pulite è per forza Milano, e infatti qui è ambientato tutto. I giornalisti che seguono le vicende giudiziarie si ritrovano a commentarle in un bar vicino a Palazzo di Giustizia, che in realtà è La Belle Aurore, locale piuttosto noto. Poi ci sono gli interni (reali) della Procura milanese, l'aeroporto di Mapensa, i Navigli di notte.


L'interesse dell'operazione è legato sicuramente a un fattore generazionale, perché chi ha quarant'anni o meno (come la maggior parte di autori e interpreti) ha bisogno di conoscere o di capire e rielaborare quel periodo; per gli altri, invece, è un'opportunità per fare qualche paragone con i fatti dell'attualità e tirare qualche amaro bilancio.

In sottofondo, la moda che cambia (con il trionfo definitivo dello stile Armani), la musica (dal nu metal aL'uomo ragno), la televisione e, qua e là, immagini di repertorio (telegiornali, dichiarazioni, interviste) in cui sfilano Craxi e gli altri politici. Ma ogni tanto c'è l'intervento "in carne e ossa" di alcuni magistrati interpretati da altrettanti attori: Antonio Gerardi è il giovane Di Pietro che fece sognare l'Italia ed esporre alle finestre striscioni inneggianti a lui e a Mani Pulite; Pietro Ragusa è Gherardo Colombo. Le uniche figure politiche cui tocca l'onore di essere impersonate da attori sono Umberto Bossi, leader della formazione che in quegli anni si stava affermando (Guido Buttarelli è l'attore) e Roberto Maroni, interpretato da Peppe Voltarelli. Protagonisti di una scena che ricostruisce un veemente comizio-arringa in piazza a Varese e che ha scatenato, giorni fa, la curiosità dei passanti.


Una produzione corposa, dieci puntate che andranno in onda tra l'autunno di quest'anno e il 2014, un totale di oltre centocinquanta personaggi. I più importanti sono Leonardo Notte (Stefano Accorsi), pubblicitario perseguitato dai fantasmi di Bologna '77; Pietro Bosco (Guido Caprino), reduce dall'Iraq e reclutato dalla Lega Nord; Luca Pastore (Domenico Diele), poliziotto che affianca le indagini di Di Pietro. E poi Bibi Mainaghi (Tea Falco), il cui padre, imprenditore inquisito, si è suicidato; e Veronica Castello (Miriam Leone), che vuol fare la soubrette e frequenta i potenti in cerca della raccomandazione giusta. Nel cast c'è anche Bebo Storti, nei panni di un (ipotetico) democristiano milanese. Firmato da Alessandro Fabbri, Stefano Accorsi, Ludovica Rampoldi, Nicola Lusuardi, Stefano Sardo, alla regìa Giuseppe Gagliardi e Gianluca Iodice.

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