Milano, nuovi controlli nei negozi in centro nessuno
scontrino fiscale in un locale su tre
Un altro intervento nelle strade del centro dopo
quello scattato nei locali della movida e che, secondo i primi dati, ha portato a un boom di ricevute rispetto agli altri
weekend
di Davide Carluccci e Oriana Liso
Dall'happy hour al brunch. È nell'arco di tempo che comprende i due riti
consueti sotto la Madonnina che l'Agenzia delle entrate e la guardia di finanza
hanno deciso di concentrare il blitz più in grande stile tra quelli effettuati nell'ultimo
mese per scovare gli evasori fiscali. I primi dati darebbero ragione a chi
invoca i controlli a tappeto: oltre il 30 per cento dei verbali firmati dalle
Fiamme gialle riguardava la mancata emissione di scontrini e ricevute. Molto
più di quanto succede durante i controlli di routine, che di solito fanno
registrare il 10 per cento di irregolarità. E le anomalie sarebbero state
tantissime anche sabato sera: quasi "imbarazzante", sembra, il numero
di violazioni riscontrate, da quelle sui libri contabili - e soprattutto sugli
studi di settore - a quelle sulla presenza di lavoratori irregolari o
clandestini.
Le forze in campo
Non spettacolare come quello di Cortina, ma con numeri molto più alti:
oltre 600 persone coinvolte tra accertatori del Fisco, finanzieri, ispettori
dell'Inps, vigili urbani, vigili del fuoco. Un uno-due geometrico, prima
l'operazione di sabato e poi quella durata fino a ieri pomeriggio, su bar,
ristoranti, discoteche, negozi di abbigliamento, con controlli anche su strada,
dove i vigili hanno fermato quasi 350 auto di grossa cilindrata per cercare,
attraverso gli incroci anagrafici, di mappare le intestazioni fittizie che
servono a pagare meno tasse.
"A Cortina abbiamo scelto la vigilia di Capodanno, quando c'era il numero
massimo di presenze, a Roma siamo andati nella via dello shopping di lusso, qui
a Milano serviva controllare in contemporanea tutti i luoghi della movida,
almeno 20 macro-aree in cui nel fine settimana è più alta la possibilità di
capire se un esercente è onesto o meno", spiegano i tecnici coinvolti
nell'operazione. Dai Navigli a corso Como, la Galleria Vittorio Emanuele,
l'Isola: qui le squadre miste di accertatori e ispettori dell'Inps entravano
nei locali - sui 120 controllati c'erano anche 15 discoteche - mentre i vigili
organizzavano, fuori, i posti di blocco. Ieri, invece, i controlli si sono
concentrati intorno al Duomo, a Chinatown, intorno alla stazione Cadorna e in
corso Buenos Aires, la via commerciale più lunga d'Europa.
Le
irregolarità
I primi dati sono già significativi: su 230 contestazioni in materia di
documenti fiscali fatte ieri dalle 50 pattuglie di finanzieri impegnati nel
servizio, 75 riguardavano la mancata emissione di scontrini. A fare le spese
dei controlli anche negozi e ambulanti che vendono griffe taroccate: un
centinaio i pezzi sequestrati. Partiranno oggi, invece, i controlli incrociati dell'Agenzia
delle Entrate sulla documentazione raccolta sabato. Il fisco ha lavorato in
strettissima collaborazione con il Comune di Milano (che ha creato una
direzione centrale specifica per la lotta all'evasione). Ogni impresa è tenuta
a presentare i moduli che raccolgono i dati sull'attività e il contesto
economico in cui opera: autocertificazioni, di fatto, in cui sabato sera gli
accertatori avrebbero visto molte "incongruità evidenti".
Le
discoteche vuote
Alcuni locali sabato sera, annusata l'aria del blitz in corso, hanno
deciso di lasciare abbassate le serrande, rinunciando all'incasso dell'intera
serata pur di non rischiare la visita del Fisco. E in diverse discoteche in cui
gli ispettori erano già entrati i proprietari hanno iniziato a non fare entrare
più clienti, con la scusa del tutto esaurito, quando invece di posto ce n'era
ancora. In entrambi i casi l'obiettivo era evitare che l'incasso regolarmente
registrato in serata - proprio per la presenza dei controlli - venisse
controllato con quelli più bassi del passato. Facendo scattare, a quel punto,
le pesanti sanzioni che sono attese per i prossimi giorni.
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