Nel post precedente ho riportato un articolo di tale Claudio Plazzotta di ItaliaOggi.
Che qui commento…
Ha scritto un articolo, praticamente, sotto…dettatura. Riporta ciò che arriva dalle veline di Cologno Monzese
(non quelle di Striscia, quelle dell’ufficio stampa), “rafforzandone” il
concetto. Tutto ciò, perché il giornale in questione è tra quelli letti da
analisti e operatori finanziari.
Qualche osservazione su Mediaset….
Scelte aziendali discutibili quelle della dirigenza di Mediaset
che…avrebbe bisogno – tra l’altro - di un “restyling”, che, tradotto in
italiano significa: trombare un dirigente per metterne un altro al suo posto.
Decisamente a corto d’idee Piersilvio Berlusconi & C. Del resto,
la logica aziendale è: fare meno del
minimo con il massimo del minimo sforzo (da ciò…la supremazia di Maria De
Filippi, vero demiurgo del modello del berlusconismo).
Nell’ufficio stampa nel quale paiono lavorare degli scarti di
Publitalia si usano espressioni inquietanti come questa: «zone temporali di palinsesto in cui schiacciare
di più il pedale, e altre in cui sollevare un po’ il piede». Che tradotto significa: palinsesto con la replica di una cagata di fiction con Garko, film già
passati su Mediaset Premium, ecc..
Le modifiche approvate, volendo trovare analogie con ambiti politico-governativo,
sono per così dire:
misure contenitive. Di riduzione dei costi. Ma non c’è crescita. Perché non ci sono idee. Non intese come: nuovi programmi, ma, come gestione del palinsesto tra magazzino e nuove produzioni, tipologia di prima e seconda serata.
misure contenitive. Di riduzione dei costi. Ma non c’è crescita. Perché non ci sono idee. Non intese come: nuovi programmi, ma, come gestione del palinsesto tra magazzino e nuove produzioni, tipologia di prima e seconda serata.
E neppure il digitale terrestre – tanto voluto da Piersilvio
Berlusconi – ha inciso significativamente.
Vogliamo parlare di quella cagatella spacciata per novità - e alcuni ci hanno creduto – di ‘Premium On
Demand’ ora sostituita con Premium Play.
Chissà come saranno contenti gli analisti finanziari, i fondi comuni d’investimento
di tali scelte “strategiche”.
Ma Mediaset, pur in difficoltà, può ancora dormire sonni tranquilli.
Perché è nel CdA dell’Auditel. Che darà una “mano” all’azienda di Cologno
Monzese….
Qualche precisazione per il giornalista di ItaliaOggi…
Al signor Claudio Plazzotta vorrei ricordare che a costare non sono
solo i Vieri e Rivera, ma…anche gli Andreani di Mediaset.
Vorrei inoltre informare il signor Plazzotta, che secondo notizie di
stampa che dovrebbe conoscere, il bilancio Rai del 2011 è previsto in pareggio.
Può essere che ritorni in rosso per gli ingaggi di Vieri e Rivera ma, mi punge
vaghezza che lo stato dei conti dell’azienda governata dai politici e
diventata, nel periodo di governo di Berlusconi ‘Raiset’ (Rai + Mediaset =
Raiset) peggiorerà se non riuscirà a recuperare la raccolta pubblicitaria
migrata su “sollecitazione” di Silvio Berlusconi presso la sua azienda.
Sempre per aiutare il signor Plazzotta, vorrei invitarlo a una
maggiore riflessione, così che la sua “analisi” risulti meno superficiale.
Affermazioni del tipo: “i
film non sono nel dna di Canale 5” potrebbe essere un tentativo di battuta per Zelig.
Canale 5 non manda in onda prime visioni perché Mediaset vende
Premium, dove i film (al 70% mediocri e inutili) abbondano.
Altra esilarante battuta: “ma la tv generalista, nel suo complesso,
sembra godere ancora di buona salute: Fiorello e il Grande Fratello si
sono spartiti quasi il 70% degli ascolti”.
Peccato che Fiorello abbia stracciato il GF e che, comunque, il
programma è durato quattro puntate e, sottostimato dagli incompetenti Rai, non
ha raccolto pubblicità sufficiente per coprirne costi. Se ciò che scrive oggi
un quotidiano berlusconiano è vero, è costato 12 e ha raccolto 8.
Errore grossolano già fatto con ‘Vieni via con me’ di Saviano e Fazio.
Altro programma sottostimato.
Una differenza in Raiset pare esserci: la Rai sa creare eventi che
possono produrre introiti ma non li sa vendere, Mediaset non sa neppure da che
parte s’inizia a creare eventi che, forse, Publitalia saprebbe vendere
opportunamente anche senza i “condizionamenti” di Silvio Berlusconi.
Detto quanto sopra, concludo.
Ho riportato l’articolo perche vale la pena leggerlo. Ovviamente,
senza mai dimenticare che se c’è una specie di giornalisti che ha poca
“confidenza” con l’indipendenza di pensiero e il senso critico questa è quella
che si occupa di economia e finanza e…di musica (ogni riferimento a certi
“critici” musicali all’attenzione negli ultimi giorni, non è puramente
casuale).
Grazie per le belle parole che hai avuto e per la lezione di giornalismo che mi hai dato. Terrò presente. Se ti capita, guarda una selezione di ItaliaOggi sui pezzi che ho scritto, così, a caso, negli ultimi tre mesi sui rossi di bilancio di Mediaset Premium, sui flop del Gf, ecc ecc. Nel caso avessi voglia di un confronto, mi puoi trovare all'indirizzo cplazzotta@class.it
RispondiEliminaciaooo
Sono passati sei mesi e non ho ricevuto tue informazioni. Peccato, mi sarebbe piaciuto confrontarmi con un maestro di giornalismo. Io sempre disponibile a cplazzotta@class.it
RispondiEliminaMi sono accora solo oggi di questi commenti. Me ne scuso. Con ciò, rimango della mia opinione. Che non è certo quella di una maestra di giornalismo ma di una persona che legge diversi articoli, si fa un’opinione di ciò che legge e che raramente trova informazione ma pezzi di “marketing” per l’uno o l’altro padrone…
RispondiEliminaDarò sicuramente un’occhiata ad altri tuoi articoli che mi aspetto di trovare di livello diverso da quello da me postato che…comunque…mi aveva “colpito”!
P.S non pensavo di suscitare "attenzione"...è per questo che mi scuso del ritardo nella lettura dei commenti
Ciao