martedì 31 gennaio 2012

Rai1, fiction: ‘La vita che corre’


Pochi giorni fa scrivevo del mio disinteresse per la tv, con l’eccezione di due programmi, uno su Cielo e l’altro su La7 (http://taccuinodiunamarziana.blogspot.com/2012/01/tv-da-voglio-vivere-cosi-su-cielo-e-gli.html). Tra i miei disinteressi attuali ci sono le fiction. Non il genere in sé, bensì le storie, interpreti, registi dei prodotti di Raiset.
Ieri, e anche questa sera in prima serata, la Rai propone la fiction ‘La vita che corre’, in cui si racconta di una strage del sabato sera, di ciò che provoca, dei segni che lascia. Di come cambiano la vita delle famiglie, improvvisamente.
Un argomento di carattere sociale che può essere trattato in maniera leziosa o, al contrario, in modo scontato.
Volevo capire come sarebbe stato trattato quest’argomento. Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal livello del racconto, dalla scrittura della sceneggiatura, dalla bravura del cast. E dal regista che, diversamente da parecchi suoi colleghi, non si è preso lunghe pause caffè lasciando il cast ad autogestirsi con il rischio d’inciampi e vuoti interpretativi. Voglio sperare che per alcuni colleghi di Fabrizio Costa – regista di ‘La vita che corre’ -, si tratti di questo: assenteismo per dipendenza da caffeina e non presenzialismo incapace nella conduzione del set.

Ovviamente, trattandosi di una fiction italiana, la regia non si caratterizza per la modalità di uso del mezzo tecnico. Non si tratta di spiccare in virtuosismi e, fortunatamente per lo spettatore, non si scimmiottano le tecniche di ripresa americane.
ll regista di questa fiction ha semplicemente svolto il suo lavoro nel dirigere un buon cast.  Per quanto la storia tratti di un argomento sociale che coinvolge i ragazzi, non ho visto giovani fantocci buoni per farci un calendario ma inadatti come attori a rappresentare persone reali.

La prima puntata ha dimostrato un buon ritmo. Il racconto scorre veloce, senza banalità nei dialoghi, senza indugiare in ritratti psicologi ma dando, con misura, il senso della tragedia con le facce, i movimenti, le parole di chi ci sta raccontando cosa può succedere dopo una serata di stordimento. Un unico rischio: che nella seconda puntata, ancor più che nella prima, si accentui la trama gialla. Ma, forse, questo è anche il modo per mantenere alta l’attenzione e garantire il giusto ritmo.

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