da: Lettera43
Concordia, la verità affonda
Questa è la storia di un disastro. Fatto di errori e inadempienze, di
capitani pavidi e di allarmi lanciati dalle retrovie. La storia di come la nave
Costa Concordia e la sua popolazione di 4 mila passeggeri, (guarda il video dell'evacuazione)
invece di solcare i mari verso una vacanza di relax, si è andata a incagliare a
150 metri
dall'isola del Giglio. Di come per inchinarsi alla Terra si sia pagato un
tributo di sei vite al mare. Grazie alle ricostruzioni della procura di
Grosseto, si è scoperto che il comandante Francesco Schettino ha prima ordinato
il cambio di rotta per salutare i turisti dell'isola, poi ha tentato di negare
l'emergenza per un'ora. Non ha telefonato alla Capitaneria di porto, hanno
dovuto chiamare loro, messi in allerta dai genitori di una passeggera. Ha
lanciato il Mayday con un'ora di ritardo, quando a soli dieci minuti
dall'impatto la sala macchine era già allagata. Costretto a dare l'ordine di
abbandonare la nave, ha tentato la fuga su una scialuppa, quando ancora i
bambini non erano riusciti a abbandonare il gigante ingoiato dall'acqua. A una
telefonata della Capitaneria che gli chiedeva conto della situazione ha
dichiarato: «Sto coordinando i soccorsi». Intanto mentre la verità rischia
di affondare, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio i vigili del fuoco hanno
recuperato un altro cadavere, indossava il giubbotto di salvataggio.
Il disastro minuto per minuto
16 gennaio
ORE 6.28. I vigili del fuoco, che hanno
lavorato tutta la notte alla ricerca dei dispersi della Concordia, hanno
ritrovato, a bordo della nave, il cadavere di un uomo.
Si tratta della sesta
vittima accertata del naufragio. Il corpo era nel secondo ponte, in una parte
non invasa dall'acqua. Aveva il giubbotto salvagente ed era un passeggero.
ORE 9.45. Carnival, proprietaria di
Costa Crociere, è crollata in Borsa dopo aver annunciato che il naufragio della
nave da crociera di fronte all'isola del Giglio pare possa costare alla società
95 milioni di dollari. Il titolo è arrivato a perdere nei listini di Londra il
23%.
ORE 10.21. Errore nell'elenco dei
sopravvissuti. Due donne sono state inserite nella lista ma di loro non si
hanno notizie. Si tratta di Maria Grazia Trecarico e l'amica Lucia Virzì. Il
marito della prima ha ritenenuto che l'equivoco sia sorto dopo che la figlia
Stefania, che era riuscita a mettersi in salvo con il fidanzato, rispondendo
alla domanda dei soccorritori che le chiedevano con chi viaggiasse, fece il
nome della madre e della Virzì: «Mia moglie e la sua amica» ha detto l'uomo
«sono state cercate ovunque, in alberghi e ospedali, ma di loro non si hanno
notizie».
ORE 10.48. Il procuratore capo di
Grossseto Francesco Verusio ha confermato, spiegando il provvedimento di fermo
di Schettino, di aver temuto la fuga del comandante, pensando che potesse
sottrarsi alle sue responsabilità perché, «navigando da molti anni, ha toccato
vari porti in tutto il mondo e avrebbe potuto fuggire all'estero». Martedì 17 o
mercoledì 18 gennaio è previsto il colloquio con il giudice per le indagini
preliminari (gip) nell'udienza di convalida.
ORE 11.38. A causa del mare mosso la nave
Concordia ha cominciato a muoversi dalla posizione in cui si era incagliata. Il
coordinamento dei soccorsi ha sospeso le ricerche evacuando i sub di vigili del
fuoco e capitanerie. Al momento l'imbarcazione si è spostata di nove centimetri
sulla verticale e 1,5 in
orizzontale.
ORE 11.50. Preoccupazione manifestata
anche dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini in relazione alle procedure di
svuotamento delle cisterne della nave: «I rischi sono concreti perché 2.400
tonnellate di carburante non sono facili da gestire. Stiamo con il fiato
sospeso». L'imbracazione infatti, naufragata poco dopo la partenza da
Civitavecchia, aveva quasi il pieno di carburante.
Per quanto riguarda la rimozione, Clini ha sottolineato che l'operazione dipende dalle condizioni della nave stessa: «Se galleggiasse avremo uno scenario diverso e tempi più stretti».
Per quanto riguarda la rimozione, Clini ha sottolineato che l'operazione dipende dalle condizioni della nave stessa: «Se galleggiasse avremo uno scenario diverso e tempi più stretti».
ORE 12.19. L'amministratore delegato di
Costa Crociere Pierluigi Foschi ha preso le distanze dalla manovra del
comandante Schettino di avvicinarsi alla terraferma provocando il naufragio
della nave: «La rotta della Costa Concordia è stata impostata correttamente
alla partenza nel porto di Civitavecchia e il cambiamento di direzione non è
stato approvato, né autorizzato dalla compagnia, ma è stato esclusiva
responsabilità del comando nave».
ORE 12.56. La Costa Crociere ha dato
mandato ad alcune società di studiare un modo per rimuovere la Costa Concordia
come affermato dallo stesso Foschi: «la nave potrebbe essere sollevata con
palloni d'aria e, una volta rimessa in galleggiamento, trainata da
rimorchiatori». L'amministratore delegato ha inoltre dichiarato che
l'operazione principale da effettuare prima del recupero dell'imbarcazione è
quello di «chiudere le falle». Non è escluso, anche se al momento non è un
ipotesi al vaglio, che la nave possa essere segata in tronconi.
ORE 13.18. il presidente della regione
Toscana Enrico Rossi ha confermato che «nell'arco di pochi giorni è
previsto il posizionamento, a fianco del relitto, di una grande piattaforma con
apparecchiature in grado di aspirare il carburante, con una operazione delicata
ma fattibile, sotto la sorveglianza di esperti internazionali chiamati dalla
compagnia navale».
ORE 14.20. Un ex ammiraglio è stato sentito dai magistrati della Procura di Grosseto nell'inchiesta su il naufragio della nave Costa Concordia. È quanto si apprende da fonti inquirenti. L'ex ammiraglio è stato ascoltato rispetto all'inspiegabile avvicinamento della nave all'isola del Giglio per il cosiddetto 'inchino'.
Secondo quanto appreso i pm grossetani vogliono chiarire se è vero che il comandante della Costa Concordia si è avvicinato troppo all'isola del Giglio per salutare con luci e sirene accese l'ex ammiraglio Mario Palombo, figura carismatica della marineria italiana. L'ex ammiraglio abitualmente vive al Giglio ma la sera del 13 gennaio era a Grosseto. Al vaglio ci sarebbe anche una telefonata tra l'ammiraglio e la Capitaneria di porto, circostanza riferita da alcuni giornali.
ORE 14.20. Un ex ammiraglio è stato sentito dai magistrati della Procura di Grosseto nell'inchiesta su il naufragio della nave Costa Concordia. È quanto si apprende da fonti inquirenti. L'ex ammiraglio è stato ascoltato rispetto all'inspiegabile avvicinamento della nave all'isola del Giglio per il cosiddetto 'inchino'.
Secondo quanto appreso i pm grossetani vogliono chiarire se è vero che il comandante della Costa Concordia si è avvicinato troppo all'isola del Giglio per salutare con luci e sirene accese l'ex ammiraglio Mario Palombo, figura carismatica della marineria italiana. L'ex ammiraglio abitualmente vive al Giglio ma la sera del 13 gennaio era a Grosseto. Al vaglio ci sarebbe anche una telefonata tra l'ammiraglio e la Capitaneria di porto, circostanza riferita da alcuni giornali.
15 gennaio
ORE 00.10 Individuati due sopravvissuti
all'interno della nave. I due hanno risposto ai soccorritori ma non sono ancora
stati raggiunti: sarebbero infatti due ponti al di sotto di dove sono ora i
vigili del fuoco. Dopo 47 minuti, la coppia, due neo sposi nord coreani di 29
anni in viaggio di nozze, sono stati raggiunti si trovavano nella cabina 838.
Stanno bene.
ORE 6.08. Per tutta la notte è
proseguita la minuziosa ispezione dei vigili del fuoco. I dispersi sono calati
da 41 a
39. Le ricerche nel relitto semi-affondato proseguiranno no-stop per tutta la
giornata di oggi. Sommozzatori e specialisti dei nuclei speleo-fluviali dei
vigili del fuoco procedono ispezionando 'cabina per cabina' con la speranza di
raggiungere altre persone rimaste intrappolate.
ORE 6.56. Si sentono rumori dal ponte 3.
La verifica di quella zona della nave risulta molto difficile da raggiungere a
causa di scale, porte sbarrate e arredi e materiali che ostacolano l'avvicinamento
dei soccorritori. La nave è completamente rovesciata su un fianco.
ORE 9.32. Sul ponte 3 è stata
individuata una terza persona da liberare. Difficile raggiungerlo perché i
pompieri devono passare da locali allagati, ma alla fine alle 9.44 il capo
commissario di Bordo di Costa Concordia, Marrico Giampetroni viene recuperato.
«Ho sempre sperato nella salvezza, ho vissuto 36 ore di incubo», le sue prime
parole.
ORE 12.56. Disposto il fermo per il
comandante. Il suo avvvocato ha spiegato che i due motivi addotti dalla procura
sono pericolo di fuga e possibile inquinamento delle prove.
ORE 15.16. Il procuratore capo di
Grosseto Francesco Verusio, che coordina le indagini del naufragio, fa sapere
che la nave si trovava a soli 150
metri dall'isola del giglio.
ORE 18.43. Trapelano le prime
indiscrezioni sulla fuga del comandante. Secondo fonti qualificate: «Sarebbe
stato più volte invitato a risalire sulla nave dal personale della guardia
costiera».
ORE 19.13. Mancano ancora all'appello 17
persone che erano imbarcate sulla Costa Concordia, secondo quanto reso noto
dalla Costa Crociere durante il vertice che si è tenuto nel pomeriggio del 15
gennaio in prefettura a Grosseto.
ORE 20.34. Identificati i due
cadaveri rtrovati nel pomeriggio: sono due passeggeri. Si tratta di Giovanni
Masia, nato nel 1926, e di uno spagnolo, Gual Guillermo, nato nel 1943.
ORE 22. 03. Costa Crociere ha parlato
esplicitamente di «errori di giudizio» da parte del comandante della nave
Concordia, Francesco Schettino. Convocando per il 16 gennaio a Genova una
conferenza stampa del presidente e amministratore delegato, Pierluigi Foschi,
Costa Crociere nella lunga dichiarazione diffusa in serata precisa che gli
errori di giudizio del comandante hanno avuto «gravissime conseguenze», al
punto che la Magistratura ha disposto il fermo di Schettino. Questa la
dichiarazione integrale di Costa Crociere: «Sembra che il comandante abbia
commesso errori di giudizio che hanno avuto gravissime conseguenze: la rotta
seguita dalla nave è risultata troppo vicina alla costa, e sembra che le sue
decisioni nella gestione dell'emergenza non abbiano seguito le procedure di
Costa Crociere che sono in linea e, in alcuni casi vanno oltre, gli standard
internazionali».
14 gennaio
ORE 1.02. Qualche passeggero della nave
Costa Concordia si è buttato o è caduto in mare. Del recupero si è occupata la
prefettura di Gorsseto, che ha anche chiesto l'elenco dei passeggeri
all'armatore.
ORE 1. 57. Scoperta la prima vittima tra
i 4.200 passeggeri. Secondo il sindaco dell'isola, Sergio Ortelli, sul
posto, i morti potrebbero essere di più. Alcune persone sono ancora bloccate
sulla nave.Un elicottero le sta portando in salvo.
ORE 2.11. Il bilancio delle vittime sale
già a due, un turista francese e uno peruviano.
ORE 8.18. La Costa Concordia è
inclinata di 80 gradi. Si teme già il disastro ambientale: nella sua pancia ci
sono 2.380 tonnellate di carburante. A bordo della nave sono in corso le
operazioni di soccorso (guarda il video) con
i vigili del fuoco alla ricerca di eventuali dispersi. La nave è a ridosso
degli scogli. Le vittime salgono a tre: due turisti francesi e un peruviano.
ORE 9.25. «È stato un incubo, sembrava
di essere sul Titanic, abbiamo veramente creduto di morire». I naufraghi hanno
iniziato a raccontare la dinamica dell'incidente: «Abbiamo sentito un botto
enormesono cadute bottiglie e bicchieri e c'erano urla in tutta la nave».
ORE 13. 18. La procura di Grosseto ha
aperto un'inchiesta: naufragio, disastro e omicidio colposo. Al momento non
c'erano indagati:«Dobbiamo verificare chi era al comando della nave, dove si
trovava il comandante e capire le cause».
ORE 15. 34. Il comandante sostiene che
la roccia non sia stata segnalata: «Mentre navigavamo ad andatura turistica
abbiamo impattato uno sperone di roccia che non era segnalato. Secondo la carta
nautica, doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi».
ORE 18. 58. Il ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti ha aperto un'inchiesta.
ORE 19.41. Il procuratore di Grosseto ha
dato l'annuncio: il comandante Schettino è in stato di fermo da alcune ore. Il
capitano avrebbe chiamato sua madre e le avrebbe detto: «C'è stata una tragedia».
ORE 20.13 I reati contestati al
comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, che è in stato di fermo,
e al primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio, sono omicidio colposo plurimo,
naufragio e abbandono della nave mentre c'erano ancora molti passeggeri da
trarre in salvo. La Costa Concordia è stata posta sotto sequestro, così
come la scatola nera che ha registrato le comunicazioni con la capitaneria di
porto di Livorno.
ORE 22.10. Gli avvocati del comandante:
«Ha salvato centinaia di vite».
13 gennaio
ORE 00.50. I soccorsi della Guardia Costiera
prendono finalmente il controllo della nave.
ORE 00.40. Schettino è su una scialuppa calata al
fianco destro della Costa Concordia, ma parlando con la Capitaneria sostiene di
stare coordinando i soccorsi.
ORE 22. 50. A un'ora dall'incidente, Schettino ha ordinato a gli
oltre 4 mila passeggeri l'abbandono della nave.
ORE 23.40. Sulla nave c'è il panico. «Grida terrore
e incertezza», testimonieranno alcuni passeggeri. Pochi salvagenti. Dispute per
salire sulle scialuppe. Con una di queste il comandante tenta la fuga. A bordo
ci sono ancora i bambini.
ORE 22.30 La nave è già inclinata di 20 gradi. La
capitaneria di Porto di Livorno convince Schettino a lanciare il Mayday.
ORE 22.16. Nuova telefonata. «Sì, la situazione è
grave», ma non viene dichiarata alcuna emergenza.
ORE 22. 08. Passano due minuti e la Capitaneria
contatta il comandante Schettino. Sono già passati 20 minuti dall'incidente.
L'acqua sta conquistando metro metro dopo metro il fondo della nave,
trascinandola in basso. Ma, nulla. Schettino risponde: «Solo un black out,
stiamo ripristinando la situazione»
ORE 22.06. Sulla nave però c'è un black out. Se ne
accorgono tutti durante la cena, a cui avrebbe dovuto partecipare anche il
capitano. Si sente il colpo, qualche tavolo si rovescia. I passeggeri
angosciati iniziano a contattare i parenti. Alle 22. 06 alla capitaneria di
porto di Livorno arriva la telefonata dei genitori di una donna imbarcata. Sono
loro i primi a dare l'allarme.
ORE 21.42. E invece l'acqua non c'era: a soli 150 metri dall'Isola del
Giglio la nave Costa Concordia urta uno scoglio di granito del fondale che si
conficca nella chiglia della nave. Uno squarcio di 70 metri si apre nel
ventre del gigante. La sala macchine in 10 minuti è allagata, ma nessun allarme
viene diramato.
ORE 21,35. Si punta a Nord Ovest: rotta
Civitavecchia-Savona. Sopra le stelle e a lato l'isola del Giglio. La sera del
13 gennaio piazzato su uno dei 12 ponti della Costa Concordia (leggi Il crollo
del gigante), il comandante Francesco Schettino ordina l'inchino all'isola
toscana. Una modifica alla traiettoria, su cui però rassicura i suoi uomini:
«C'è acqua c'è acqua».
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