Esplode la polemica sulla trasmissione "Gli
intoccabili"
Il Vaticano pronto ad azioni legali contro
l'emittente "La 7". La nota di Padre Lombardi, direttore della Sala
Stampa vaticana
di Alessandro Speciale
Una presentazione “parziale e banale” di discussioni e tensioni “comprensibili” e umane, che ha interpretato i fatti in modo “fazioso” con l'obiettivo di “presentare le strutture del governo della Chiesa... come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi”: questo, e non altro – secondo il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi –, è quanto emerso dalla puntata della trasmissione de La 7 'Gli Intoccabili' andata in onda ieri sera.
La trasmissione ha
presentato alcune lettere di monsignor Carlo Maria Viganò, oggi nunzio
apostolico negli Usa e fino allo scorso ottobre segretario generale – ovvero
numero due – del Governatorato di Città del Vaticano, dirette a papa Benedetto
XVI e al segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone.
Nelle lettere,
Viganò denuncia la “corruzione” che regnava nella gestione del Governatorato –
la macchina amministrativa del minuscolo Stato vaticano – e attribuiva il suo
trasferimento a Washington ad una campagna per discreditarlo da chi fino ad
allora aveva profittato di sprechi e budget gonfiati, ed era stato disturbato
dalla sua azione di risanamento e pulizia.
Il documentario è
curato dal Gianluigi Nuzzi, autore del libro sui conti dello Ior “Vaticano
SPA”. Alla trasmissione ha partecipato in studio il direttore dell'Osservatore
Romano, Giovanni Maria Vian.
Padre Lombardi
annuncia che di fronte alle accuse, “anche molto gravi”, fatte nel corso della
trasmissione, soprattutto “nei confronti dei membri del Comitato Finanza e
Gestione del Governatorato e della Segreteria di Stato”, la Segreteria di Stato
stessa e il Governatorato si “impegnano a perseguire tutte le vie opportune, se
necessario legali, per garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e
di riconosciuta professionalità, che servono lealmente la Chiesa, il Papa e il
bene comune”.
D'altra parte,
l'invio di monsignor Viganò come nunzio negli Stati Uniti, aggiunge Lombardi,
“è prova di indubitabile stima e fiducia da parte del Papa”.
Il portavoce
vaticano, nella nota diffusa questa mattina, stigmatizza la “discutibilità del
metodo e degli espedienti giornalistici con cui è stata realizzata” la
trasmissione, compresa la “diffusione di documenti riservati”. Ma si tratta,
aggiunge, di un metodo “fin troppo abituale”, proprio di una “informazione
faziosa nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica”.
La nota ribadisce
i risultati “molto positivi” del lavoro di monsignor Viganò al Governatorato
caratterizzato da “rigore amministrativo” e dal “raddrizzamento di una
situazione economica complessiva difficile”.
Sono risultati che
vanno però contestualizzati, secondo Lombardi, alla luce ad esempio
dell'aumento del numero dei visitatori dei Musei Vaticani – da cui il Governatorato
raccoglie la maggior parte delle sue entrate –, e dell’andamento dei mercati,
oltre che delle finalità “non puramente economiche ma di supporto della
missione della Chiesa universale” dello Stato della Città del Vaticano.
Ad ogni modo,
anche con lo spostamento di monsignor Viganò, i criteri di “corretta e sana
amministrazione e di trasparenza” a cui si era ispirato continuano a guidare la
gestione del Governatorato.
Poi, padre
Lombardi sottolinea come quelle che sono “comprensibili differenze di opinioni
e posizioni” siano state presentate “in modo parziale e banale, esaltando
evidentemente gli aspetti negativi, con il facile risultato di presentare le
strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate anch’esse dalle
fragilità umane – ciò che sarebbe facilmente comprensibile - quanto come
caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi”.
Su questo punto,
Lombardi afferma “senza timore” che “si è andati e si va spesso ben aldilà
della realtà”, perché l'attuale “situazione generale del Governatorato
non è così negativa come si è voluto far credere”.
Inoltre, aggiunge,
“tanta disinformazione non può certamente occultare il quotidiano e sereno
lavoro in vista di una sempre maggiore trasparenza di tutte le istituzioni
vaticane”.
Infine, conclude
la nota del portavoce vaticano, “non bisogna dimenticare che il Governo della
Chiesa ha al suo vertice un Pontefice di giudizio profondo e prudente, la cui
dirittura al disopra di ogni sospetto garantisce la serenità e la fiducia che
giustamente si attendono coloro che operano al servizio della Chiesa e i fedeli
tutti”.
Da parte sua il
giornalista conduttore del programma Gianluigi Nuzzi ha dichiarato che
"Noi abbiamo fatto il nostro dovere di cronisti, di individuare dei
documenti, verificarne l’autenticità e renderli pubblici. E forse è una storia
che non ha precedenti quella di un vescovo che denuncia vicende che ritiene di
corruzione e le mette nero su bianco nei confronti del Santo Padre".
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