L'invasione degli usignoli
Aiuto, li sto
perdendo. Sono i colleghi più cari, gli amici di una vita. Quelli con cui fino
all’altroieri potevo scambiare un sano pettegolezzo all’orecchio o uno sguardo
d’intesa durante le riunioni. Ora cerco i loro occhi e non li trovo più: sono
curvi sul cellulare, con i pollici a forma di sogliola, per digitare
ossessivamente dieci, cento, mille tweet (cinguettii). Cosa sono i tweet?, si
starà chiedendo qualche lettore arcaico che avrei quasi voglia di abbracciare.
Sono degli sms, ma invece di arrivare a un solo destinatario finiscono in
simultanea su migliaia di telefonini. Se prima Pippo mandava a stendere Pippa
in privato, adesso l’intera comunità degli usignoli può godersi lo spettacolo.
Naturalmente su Twitter si parla soprattutto di cose serie. Per esempio si
segnalano libri che nessuno avrà tempo di leggere perché per farlo bisognerebbe
staccare di tanto in tanto gli occhi da Twitter. Come il giornalista, anche il
cinguettatore non vive ma cinguetta il proprio vissuto. E oltre a cinguettare
riceve i cinguettii di tutti gli altri, rivivendo così ogni giorno la
frustrazione già mirabilmente espressa da Troisi: «I libri non li raggiungo
mai, pecché io sono uno a leggere mentre loro sono milioni a scrivere».
Scherzavo. In realtà Twitter è: a) un giornale personalizzato di cui si è direttori e lettori al tempo stesso, b) una fonte inesauribile di stimoli, c) un passatempo superficiale per maschi nevrotici, compulsivi e ossessivi. Una di queste tre definizioni appartiene a mia moglie, indovinate quale.
Scherzavo. In realtà Twitter è: a) un giornale personalizzato di cui si è direttori e lettori al tempo stesso, b) una fonte inesauribile di stimoli, c) un passatempo superficiale per maschi nevrotici, compulsivi e ossessivi. Una di queste tre definizioni appartiene a mia moglie, indovinate quale.
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