Istat: 8,3 milioni di poveri in Italia
Nel 2010 le
famiglie in condizioni di poverta' relativa sono l'11% delle famiglie
residenti; si tratta di 8,3 milioni di individui poveri, il 13,8% della
popolazione residente. La poverta' assoluta coinvolge il 4,6% delle famiglie,
per un totale di 3,1 milioni di individui.
Disoccupati da più di un anno
Il 48,5% dei
disoccupati italiani e' senza lavoro da oltre un anno. E' quanto rileva l'Istat
nel dossier "Noi Italia", aggiungendo che nella classifica della
disoccupazione di lunga durata siamo nella parte alta (al sesto posto) della
classifica europea. In un anno, dal 2009 al 2010, la disoccupazione di lunga
durata, e' aumentata del 4%.
Né studio né lavoro
Nel 2010 in Italia piu' di 2
milioni di giovani, pari al 22,1% (oltre 1 su 5) della popolazione tra 15 e 29
anni, e' fuori dal circuito formativo e lavorativo.
Lo rileva l'Istat in'Noi
Italia'. Si tratta dei Neet che in Italia toccano la quota piu' alta
dell'Eurozona e la seconda maggiore dell'intera Unione europea, alle spalle
della Bulgaria.
Pochi laureati
l'Italia resta a
meta' strada negli obiettivi imposti dall'ue sul numero di laureati che ogni
Paese dovrebbe avere e che "entro il 2020 dovrebbero essere il 40% dei
giovani tra i 30 e i 34 anni. In Italia, ad oggi, siamo fermi al il 19,8%. C'e'
stato comunque un incremento in confronto al 2004 di 4,2 punti
percentuali".
Si tratta di una
"magra consolazione visto che circa la meta' dei Paesi dell'Unione europea
(i Paesi del nord Europa, Cipro, Francia, Belgio, Regno unito, Spagna) ha gia'
raggiunto nel 2010 il target fissato nella strategia Europa 2020".
L'Italia presenta, invece, "un valore dell'indicatore inferiore di quasi
14 punti alla media Ue (33,6 %), collocandosi nella terza peggiore posizione
prima di Romania e Malta".
Disoccupazione più alta della media Ue
E' ancora allarme
lavoro per i giovani: nel 2010 il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni
e' al 27,8% contro il 21,1% registrato nella media Ue.
Per il terzo anno
consecutivo cresce nel 2010 il tasso di disoccupazione, raggiungendo l'8,4%,
valore che si attesta comunque sotto quello dell'Europa a 27 (9,6%).
I lavoratori
irregolari sono il 12,3%: nel Mezzogiorno puo' essere considerato irregolare
quasi uno su cinque; nell'agricoltura circa uno su quattro. In Italia risultano
occupate sei persone su dieci nella fascia di eta' tra i 20 e i 64 anni
(61,1%). Le donne occupate sono il 49,5%, gli uomini il 72,8. Il tasso di
occupazione dei 20-64enni e' diminuito nel 2010 di sei decimi di punto rispetto
al 2009 mentre quello dei 55-64enni e' pari al 36,6%, in aumento rispetto
all'anno precedente.
Il 12,8% dei
dipendenti ha un contratto a termine, valore poco sotto la media europea. Gli
occupati a tempo parziale sono invece il 15%. Entrambe le tipologie
contrattuali sono piu' diffuse tra le donne. Il tasso di inattivita' della
popolazione tra i 15 e i 64 anni e' al 37,8%, valore tra i piu' elevati
d'Europa; raggiunge il 48,9% fra le donne.
Immigrati, quasi il 10% dela forza lavoro
Al 1° gennaio 2010
i cittadini stranieri non comunitari regolarmente presenti in Italia sono 3
milioni e 400 mila, in crescita rispetto all'anno precedente.
E' sempre piu'
elevata la quota di coloro che sono in Italia per motivi familiari: erano il 13
per cento circa nel 1992, sono il 34 per cento nel 2010. Gli stranieri in eta'
15-64 anni residenti in Italia presentano livelli di istruzione simili a quelli
della popolazione nazionale. Circa la meta' degli stranieri e' in possesso al
piu' della licenza media (il 49,7 per cento, a fronte del 46,3 per cento degli
italiani). Il 40,3 per cento ha un diploma di scuola superiore e il 10,0 una
laurea.
Le forze di lavoro
straniere rappresentano il 9,4 per cento del totale.
Il tasso di occupazione degli stranieri
e' piu' elevato di quello degli italiani (67,0 a fronte del 60,6 per
cento), cosi' come il tasso di disoccupazione (11,6 e 8,1 per cento,
rispettivamente). Il tasso di inattivita' della popolazione straniera e',
invece, inferiore di dieci punti percentuali a quello della popolazione
italiana (28,6 contro 38,6 per cento).
Un
Paese di vecchi
Dopo
la Germania, siamo il Paese più vecchio in Europa:al 1° gennaio 2011 ci sono
144,5 anziani ogni 100 giovani. Tra il 2000 e il 2009 sono aumentati
separazioni (+19,4%) e divorzi (+44,9), ma il nostro Paese resta tra gli ultimi
nella classifica Ue, insieme all'Irlanda.
Calano omicidi, rapine e furti e anche la
percezione del rischio criminalità, segnalato però da una famiglia su 4. Lascia
gli studi prima del termine il 19,2% dei ragazzi: un dato in calo ma ancora
lontano dagli obiettivi europei.
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