venerdì 20 gennaio 2012

Il paese reale: Istat, 8,3 milioni di poveri in Italia



Istat: 8,3 milioni di poveri in Italia

Nel 2010 le famiglie in condizioni di poverta' relativa sono l'11% delle famiglie residenti; si tratta di 8,3 milioni di individui poveri, il 13,8% della popolazione residente. La poverta' assoluta coinvolge il 4,6% delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui.
Disoccupati da più di un anno
Il 48,5% dei disoccupati italiani e' senza lavoro da oltre un anno. E' quanto rileva l'Istat nel dossier "Noi Italia", aggiungendo che nella classifica della disoccupazione di lunga durata siamo nella parte alta (al sesto posto) della classifica europea. In un anno, dal 2009 al 2010, la disoccupazione di lunga durata, e' aumentata del 4%. 

Né studio né lavoro
Nel 2010 in Italia piu' di 2 milioni di giovani, pari al 22,1% (oltre 1 su 5) della popolazione tra 15 e 29 anni, e' fuori dal circuito formativo e lavorativo.
Lo rileva l'Istat in'Noi Italia'. Si tratta dei Neet che in Italia toccano la quota piu' alta dell'Eurozona e la seconda maggiore dell'intera Unione europea, alle spalle della Bulgaria.

Pochi laureati
l'Italia resta a meta' strada negli obiettivi imposti dall'ue sul numero di laureati che ogni Paese dovrebbe avere e che "entro il 2020 dovrebbero essere il 40% dei giovani tra i 30 e i 34 anni. In Italia, ad oggi, siamo fermi al il 19,8%. C'e' stato comunque un incremento in confronto al 2004 di 4,2 punti percentuali".
Si tratta di una "magra consolazione visto che circa la meta' dei Paesi dell'Unione europea (i Paesi del nord Europa, Cipro, Francia, Belgio, Regno unito, Spagna) ha gia' raggiunto nel 2010 il target fissato nella strategia Europa 2020". L'Italia presenta, invece, "un valore dell'indicatore inferiore di quasi 14 punti alla media Ue (33,6 %), collocandosi nella terza peggiore posizione prima di Romania e Malta".

Disoccupazione più alta della media Ue
E' ancora allarme lavoro per i giovani: nel 2010 il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni e' al 27,8% contro il 21,1% registrato nella media Ue.
Per il terzo anno consecutivo cresce nel 2010 il tasso di disoccupazione, raggiungendo l'8,4%, valore che si attesta comunque sotto quello dell'Europa a 27 (9,6%).
I lavoratori irregolari sono il 12,3%: nel Mezzogiorno puo' essere considerato irregolare quasi uno su cinque; nell'agricoltura circa uno su quattro. In Italia risultano occupate sei persone su dieci nella fascia di eta' tra i 20 e i 64 anni (61,1%). Le donne occupate sono il 49,5%, gli uomini il 72,8. Il tasso di occupazione dei 20-64enni e' diminuito nel 2010 di sei decimi di punto rispetto al 2009 mentre quello dei 55-64enni e' pari al 36,6%, in aumento rispetto all'anno precedente.
Il 12,8% dei dipendenti ha un contratto a termine, valore poco sotto la media europea. Gli occupati a tempo parziale sono invece il 15%. Entrambe le tipologie contrattuali sono piu' diffuse tra le donne. Il tasso di inattivita' della popolazione tra i 15 e i 64 anni e' al 37,8%, valore tra i piu' elevati d'Europa; raggiunge il 48,9% fra le donne.

Immigrati, quasi il 10% dela forza lavoro
Al 1° gennaio 2010 i cittadini stranieri non comunitari regolarmente presenti in Italia sono 3 milioni e 400 mila, in crescita rispetto all'anno precedente.
E' sempre piu' elevata la quota di coloro che sono in Italia per motivi familiari: erano il 13 per cento circa nel 1992, sono il 34 per cento nel 2010. Gli stranieri in eta' 15-64 anni residenti in Italia presentano livelli di istruzione simili a quelli della popolazione nazionale. Circa la meta' degli stranieri e' in possesso al piu' della licenza media (il 49,7 per cento, a fronte del 46,3 per cento degli italiani). Il 40,3 per cento ha un diploma di scuola superiore e il 10,0 una laurea.
Le forze di lavoro straniere rappresentano il 9,4 per cento del totale.
Il tasso di occupazione degli stranieri e' piu' elevato di quello degli italiani (67,0 a fronte del 60,6 per cento), cosi' come il tasso di disoccupazione (11,6 e 8,1 per cento, rispettivamente). Il tasso di inattivita' della popolazione straniera e', invece, inferiore di dieci punti percentuali a quello della popolazione italiana (28,6 contro 38,6 per cento).

Un Paese di vecchi
Dopo la Germania, siamo il Paese più vecchio in Europa:al 1° gennaio 2011 ci sono 144,5 anziani ogni 100 giovani. Tra il 2000 e il 2009 sono aumentati separazioni (+19,4%) e divorzi (+44,9), ma il nostro Paese resta tra gli ultimi nella classifica Ue, insieme all'Irlanda.

Calano omicidi, rapine e furti e anche la percezione del rischio criminalità, segnalato però da una famiglia su 4. Lascia gli studi prima del termine il 19,2% dei ragazzi: un dato in calo ma ancora lontano dagli obiettivi europei.

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