Grande fratello senza Cav
Perché nell'era Monti il reality più famoso non funziona
più.
Ci sono stati anni
d’oro, ma è indubbio che il Grande
Fratello attraversi la sua peggiore crisi dallo sbarco sui teleschermi
italiani, nel lontano anno 2000. Anche il critico Aldo Grasso ha emesso un
giudizio senza appello, definendo questa edizione «la peggiore di sempre» e la
puntata di lunedì 23 gennaio, quella in cui si è davvero «toccato il fondo» con
«l’abbandono isterico del rugbista romano Rudolf, dopo un’accesa discussione
con i concorrenti e con la stessa conduttrice Alessia Marcuzzi».
SENZA CARISMA.
Anche lei nel mirino, bastonata come mai prima d’ora perché «con l’andare del
tempo comincia a mostrare tutta la sua inadeguatezza: è troppo fragile, non ha
carisma, pensa più alle minigonne che a quello che deve dire».
Ironia della
sorte, con la puntata in questione gli ascolti sono risaliti ma, secondo il
critico, per effetto stesso della deriva trash percepibile nel corso della
serata (e in effetti gli spettatori si sono trovati davanti a un’interminabile
sequela di grugni, insulti, piagnistei, porte sbattute, e senza nemmeno un
barlume di tensione drammatica).
IL GF IN CRISI COME IL CAV. E allora un sospetto s’affaccia: che l’inesorabile caduta nella polvere del Grande Fratello non sia poi così disgiunta da una generale crisi di Mediaset, la quale a sua volta non è poi così disgiunta dall’uscita di scena (politica) di Silvio Berlusconi, premier odiato e idolatrato al tempo stesso.
Il partito-azienda, la discesa in campo, il carisma anche negativo dell’uomo Berlusconi spandevano luce su Mediaset e la tenevano saldamente concentrata sull’obiettivo di portare luce, anche indiretta, al padre-padrone. I lustrini, le idee, le novità televisive davano smalto a un progetto complessivo di “Italia berlusconiana”.
IL GF IN CRISI COME IL CAV. E allora un sospetto s’affaccia: che l’inesorabile caduta nella polvere del Grande Fratello non sia poi così disgiunta da una generale crisi di Mediaset, la quale a sua volta non è poi così disgiunta dall’uscita di scena (politica) di Silvio Berlusconi, premier odiato e idolatrato al tempo stesso.
Il partito-azienda, la discesa in campo, il carisma anche negativo dell’uomo Berlusconi spandevano luce su Mediaset e la tenevano saldamente concentrata sull’obiettivo di portare luce, anche indiretta, al padre-padrone. I lustrini, le idee, le novità televisive davano smalto a un progetto complessivo di “Italia berlusconiana”.
Ora, in
coincidenza con l’avvento della sobria era Monti, a Mediaset si sperimentano i
tempi grami del fallimento dell’operazione Endemol e della generale crisi
economica e di idee, comune ad altre televisioni ma tanto più sentita a Cologno
Monzese, dove la ritirata politica del Cavaliere sembra inevitabilmente tradursi
anche in un (forse momentaneo) sbandamento creativo.
E però il Grande
Fratello ha anche molte colpe tutte sue (e dunque degli autori). Si era partiti
bene, anzi benissimo, nel 2000, con un’edizione che non ammiccava al pecoreccio
spinto e anzi cercava, nei limiti del reality show guardone, di introdurre
elementi di riflessione sociologica sulle reazioni dei “reclusi” e di far
emergere personaggi non così scontati.
L'ANNO DI TARICONE
E LA ROSA. Era l’anno di Pietro Taricone e della “gatta” Marina La Rosa.
Taricone parlava di politica, proponeva ragionamenti agli altri concorrenti
esterrefatti.
Marina giocava a sedurre, sì, ma con raffinatezza. Non erano tutti così, i concorrenti, ma la scelta del cast sembrava frutto di un lavoro attento sulla possibile interazione di caratteri. La conduzione di Daria Bignardi, poi, pur con le incertezze della novità (la conduttrice non aveva l’esperienza che ha ora, ovviamente), aveva il pregio di innalzare il livello.
Marina giocava a sedurre, sì, ma con raffinatezza. Non erano tutti così, i concorrenti, ma la scelta del cast sembrava frutto di un lavoro attento sulla possibile interazione di caratteri. La conduzione di Daria Bignardi, poi, pur con le incertezze della novità (la conduttrice non aveva l’esperienza che ha ora, ovviamente), aveva il pregio di innalzare il livello.
Si è passati poi
alla terra di mezzo: conduzione di Barbara d’Urso senza infamia e senza lode,
pettegolezzo tutto sommato controllato, qualche edizione tutto sommato
incolore. L’arrivo della Marcuzzi, sette anni fa, sembrava in questo senso
preludio di rinnovamento e vivacità. La ragazza romana che cammina con
naturalezza sui tacchi e tratta i concorrenti come fossero amici di vecchia
data poteva essere, e per un po’ è stato, un punto a favore. Ma ora si è
trasformato in boomerang.
Adesso Alessia Marcuzzi appare insicura, nervosa, poco spiritosa, a tratti persino moralista (al pari di Alfonso Signorini, sempre più credibile nei panni della “zia”). Si muove avanti e indietro per lo studio, Alessia, ridendo senza motivo e sgridando non sempre con motivo i “reclusi”, che saranno pure beceri, ignoranti e senza personalità, ma non hanno certo colpa per essere stati scelti.
NOIA SENZA STRATEGIA. Non interagiscono, litigano e basta, non sanno controllarsi. Il minimo disagio scatena crisi insanabili. E pensare che soltanto due anni fa il veneto Mauro, poi vincitore, aveva fatto impazzire gli altri concorrenti con una strategia perfetta, fatta di uscite impopolari e recuperi subitanei: odiato in casa, amato fuori, Mauro aveva sbaragliato qualsiasi rivale. Ora non c’è neppure più una strategia, soltanto noia con qualche picco para-scandalistico (o che vorrebbe essere tale).
Forse Alessia Marcuzzi è animata dalle migliori ragioni (raddrizzare i legni storti, e cioè quei ragazzi così immaturi), ma non è questo il suo ruolo. È una conduttrice, non un'istitutrice svizzera. Se ne accorgerà? Forse è già troppo tardi, forse il Gf è davvero al capolinea.
Adesso Alessia Marcuzzi appare insicura, nervosa, poco spiritosa, a tratti persino moralista (al pari di Alfonso Signorini, sempre più credibile nei panni della “zia”). Si muove avanti e indietro per lo studio, Alessia, ridendo senza motivo e sgridando non sempre con motivo i “reclusi”, che saranno pure beceri, ignoranti e senza personalità, ma non hanno certo colpa per essere stati scelti.
NOIA SENZA STRATEGIA. Non interagiscono, litigano e basta, non sanno controllarsi. Il minimo disagio scatena crisi insanabili. E pensare che soltanto due anni fa il veneto Mauro, poi vincitore, aveva fatto impazzire gli altri concorrenti con una strategia perfetta, fatta di uscite impopolari e recuperi subitanei: odiato in casa, amato fuori, Mauro aveva sbaragliato qualsiasi rivale. Ora non c’è neppure più una strategia, soltanto noia con qualche picco para-scandalistico (o che vorrebbe essere tale).
Forse Alessia Marcuzzi è animata dalle migliori ragioni (raddrizzare i legni storti, e cioè quei ragazzi così immaturi), ma non è questo il suo ruolo. È una conduttrice, non un'istitutrice svizzera. Se ne accorgerà? Forse è già troppo tardi, forse il Gf è davvero al capolinea.
grazie Signoreee,grazieeeeee
RispondiEliminaCiao pink, ci si rivede...brevi ma calorosi saluti
baci TETA
ps: novità sul fronte grandi manovre di ns Signora????ahahaha ops...dimenticavo l'argomento non ti stimola...ahahagh
baci
TETA....ciao!
RispondiEliminabeh...oddio...per stimolare...stimola!...indovina cosa!!
ahahah....stai in linea che "posto" una intervista della signora Fascino che sui tronisti mi ha fatto ridere!
e la giornalista di Repubblica le crede pure!
pink...beh che dire...sa vendere bene,molto bene...sa come innescare certi meccanismi,è indubbio...certo poveri tronisti spodestati...solo una volta a settimana???? e come faranno mai a trovare 'la donna della loro vita'???ahahah
RispondiEliminabaci TETA
Teta...ahah....in effetti...lì mica cercano la donna della loro vita..ma una con cui fare coppia per il web, per la tv, per alcuni sponsor...
RispondiEliminail Galella questo cercherà...sono tempi duri per lui..il Mora sta in carcere...