L’accostamento,
nel titolo, a due programmi diversi, non credo possa stupire chi segue con una
certa frequenza questo blog.
Guardo sempre più
raramente la televisione. Se mi è possibile seguo (anche se non sempre
interamente) ‘Che tempo che fa’, faccio
un po’ di zapping su ‘Servizio Pubblico’
e/o ‘Piazzapulita’ o qualche programma
qua e là. Non c’è una fiction che m’interessi. Quanto ai telefilm (mi piace chiamarli così) americani: la programmazione delle reti italiane non ha
senso. Fatte salve le esigenze di doppiaggio, dovrebbero essere trasmessi in
tempi il più possibile ravvicinati rispetto alla programmazione in Usa. Non
succede perché vi sono le pay-tv. Si paga per vedere in tempi ravvicinati le
nuove edizioni. I telefilm sulle reti generaliste non hanno senso. Salvo che,
non si propongano e “vendano” in modo diverso. Qualche idea ce l’avrei, ma mi
guardo bene dallo scriverla.
In questo panorama
insignificante, due sole eccezioni.
Ho scoperto “Voglio vivere così” su Cielo. Programma simile a quello di
Paola Marella su Real Time. Ma questo di Cielo ha qualcosa di autenticamente comico.
La comicità è nel vedere certe facce e corpi (mediamente in preda al
colesterolo), doppiati in lingua italiana.
Intendiamoci. I
doppiatori sono bravi. Ma ciò che vedo rispetto a ciò che ascolto ha un effetto
asincrono. E’ un genere di programma che normalmente scanso, proprio per il
fastidio che mi dà il vedere dei servizi tipicamente inglesi o americani, cioè un modo di
raccontare sclerotico e spesso banale, con queste voci italiane che devono
stare dietro al ritmo verbale frenetico dei protagonisti. Ritmo frenetico quasi
sempre solo della parlata. Il corpo si muove alla velocità dei bradipi (hai
voglia a spostare con leggerezza tanto colesterolo).
Eppure, questo
programma di Cielo ha destato la mia attenzione per qualche minuto in più
puntate.
In linea di
massima, mi piacciono i programmi in argomento: case, arredamenti (senza
inflazionare, però), e ‘Voglio vivere così’ ha il merito di suscitarmi un
sorriso e di provocarmi anche stupore.
Quello che mi
suscita il sentire il prezzo di acquisto di certe villette (kitch e no)
americane - più abbordabile – di quello di un appartamento a Milano.
A casa, stiamo
prendendo in considerazione l’ipotesi di trasferirci a Phoenix in Arizona!
Ah..per chi non lo
sapesse, in Arizona c’è la Valle del Sole. Un servizio di ‘Voglio vivere così’
iniziava proprio con il mostrarci questa parte del territorio. La voce narrante
ci introduce alla Valle del Sole e l’immagine che accompagna le parole è quella
del…….deserto. E di un cactus. Lì, in mezzo, solitario e…snello (i compratori
della casa, raramente).
E la voce narrante
che ripete - qualora ci fosse sfuggito o pensassimo di stare guardando un
documentario sulle terre aride del Nord America – che “questa è la Valle del
Sole!!” (zona sud-ovest).
Oh..i due punti
esclamativi sono parte dell’audio della voce narrante. Li riporto paro paro…
Dopo aver visto
qualche momento del programma, lo avrei dimenticato per ricordarmene in preda
ad un sano attacco di disimpegno.
Sennonché…
Questi di ‘Voglio
vivere così’, non sono pirla. Mica
vogliono perdersi una spettatrice come me. E, allora, per allettarmi la
visione, ecco che si trasferiscono in Italia.
Dove abbiamo più vallate del sole, meno deserto, meno cactus.
I protagonisti del
servizio sono: “quelli che vogliono
cambiare vita”.
Orbene.
Sei straniero, diciamo: americano o inglese, con un tasso elevato di colesterolo nel
sangue e con tasso bancario ragguardevole per il patrimonio che possiedi. Sei
uno che lavora. Perché il modello del programma è ‘positivo’: famiglie che
lavorano, che risparmiano. Ti piace l’Italia. E vuoi cambiare vita.
Dove vai? Mah…in Toscana, che diamine!
Dove vai? Mah…in Toscana, che diamine!
Oppure..
Sei italiano, dirigente in una grande multinazionale
o libero professionista. Vivi in una grande città italiana, diciamo: Milano.
Lavori freneticamente come un pirla
(anzi…è quasi neurologicamente accertato che sei pirla. Ami la natura, gli
animali (“sentimenti doverosi”, funzionali al modello positivo del programma). Ami le passeggiate
in bicicletta (in questi giorni, pericolose a Milano, si può finire in coma) e,
ovviamente, hai accumulato dei risparmi – non si sa se in modo onesto o
evadendo il fisco – e “vuoi cambiare vita”.
Dove vai a vivere?
Mah…in Toscana, che diamine!
Bene.
Ecco che ci mostrano
le bellezze della Toscana. E la voglia di cambiare vita solletica anche
noi…Peccato che i prezzi siano “leggermente” diversi da quelli dell’Arizona.
Per quanto….lì ci sia la Valle del Sole!
Ora.
Come si fa a non
guardare questo programma quando si ha voglia di farsi due risate, storcendo il
naso nel vedere certi sponsor stranieri del colesterolo che parlano freneticamente
in italiano, o nel vedere come vive bene chi ha già cambiato vita, si è
trasferito in Toscana, vive in mezzo alla natura e raccoglie l’uva perché ha
già avviato una produzione (redditizia) di vino locale.
‘Voglio vivere così’ su Cielo: programma imperdibile.
Se qualcuno di Sky volesse versarmi un obolo
per la pubblicità che sto facendo……potrei accarezzare l’idea di cambiare vita anch’io (considerando che
in famiglia non ci sono evasori fiscali,
è dura racimolare le migliaia di euro che servono).
Tra le pochissime
cose televisive che mi incuriosiscono c’è un programma totalmente diverso da
quello di Cielo.
Mercoledì 25
gennaio, prima serata su La7: “Gli
Intoccabili”. Condotto da Gianluigi
Nuzzi.
Non mi succedeva
da moltissimo tempo: il telecomando è rimasto inerme. Merito, non solo al tema
della puntata: le lotte politiche in Vaticano, ma, dello stupore che mi ha
provocato vedere in studio, intervistato da Nuzzi, il direttore
dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian.
Mi sono detta:
strano…come mai ha accettato di essere ospite di un programma nel quale si
tratterà della lettera che mons. Viganò scrisse a Benedetto XVI per rivelargli
la corruzione all’interno del Governatorato (il ministero dell’Economia dello
Stato Vaticano).
E, in effetti, Giovanni Maria Vian era a “disagio”.
Patetico. Ridicolo. Come ogni persona
della gerarchia ecclesiastica, dell’entourage di supporto, che non vorrebbe
– per coerenza cristiana – mentire
ma non vuole o può fare anche solo qualche timida ammissione di verità.
Questa è la rappresentazione
principale prodotta dalla puntata. Da Nuzzi.
La lettera di
mons. Viganò non è un falso. Lui è uno che ha guardato nei conti del Vaticano e
li ha rimessi a posto. E per questo è stato premiato: trombato di lusso. Nominato
nunzio apostolico a Washington.
Non è difficile
comprendere che essere spostati a questa sede americana, significa che non sei
considerato un deficiente o mitomane e, nello stesso tempo, che è “opportuno”
trovare un incarico che non provochi – nel trombato – amarazze o ribellioni.
E’ evidente che
Nuzzi ha avuto una certa documentazione da qualche “fonte vaticana”. Chi
gliel’ha fornita, è schierato con mons. Viganò.
Se c’è una
“parte”, significa che c’è anche una “controparte”?. Sembrerebbe di sì. Del
resto, il Vaticano è uno Stato. Con una struttura, una logica di potere.
Schieramenti, lotte interne, sono all’ordine del giorno.
Sapere che
l’”avversario” di mons. Viganò potrebbe essere il Segretario di Stato Vaticano: Tarcisio Pietro Evasio Bertone, non mi
stupisce e avvalora l’opinione – pessima - che ho su di lui.
La puntata è stata a diro poco: avvincente. Nessun film d’azione, nessuna serie tv
americana, nessun talk sulle vicende politiche, mi avrebbe intrigato maggiormente
del modo di raccontare di Nuzzi. Ovviamente, è arrivata puntuale la reprimenda
vaticanense.
Il problema della Chiesa, intesa come gruppo
di potere temporale, è che preferisce nascondere, tacitare, sostenendo che si
tratta di menzogne, anziché convertirsi ad una oculata ammissione.
Dobbiamo aspettarci un prossimo Papa che
ammetterà certi peccati temporali della Chiesa così come, dopo anni e anni d’indecenza,
si è iniziato da poco ad ammettere una delle più gravi colpe, delle maggiori
schifezze: la pedofilia?
I pentimenti a posteriori – dopo anni e anni –
stanno stufando noi cattolici. Meglio sarebbe iniziare a fare qualche
tempestiva ammissione evitando ai Giovanni Maria Vian di fare quelle che
sono – non ci sono altri termini possibili – figure di merda.
Complimenti a La7, complimenti a Nuzzi. Mi
rendo conto che i temi d’attualità ci portino pressoché a occuparci
costantemente di crisi economica, ma c’è assoluto bisogno di una televisione
che susciti interesse, che racconti le diverse realtà e verità, suscitando
discussioni, commenti, approfondimenti. Non solo di crisi economica e attualità
politichese.
E da cattolica, credente, mi aspetto di
vedere, ascoltare, qualsiasi cosa. Ciò che è fondamentale è: come si racconta e
perché.
Ciò che ho visto e
ascoltato mi ha coinvolto, come cattolica, come cittadina italiana, come
spettatrice.
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