venerdì 27 gennaio 2012

Tv: ‘Voglio vivere così’ su Cielo e ‘Gli intoccabili’ su La7


L’accostamento, nel titolo, a due programmi diversi, non credo possa stupire chi segue con una certa frequenza questo blog.

Guardo sempre più raramente la televisione. Se mi è possibile seguo (anche se non sempre interamente) ‘Che tempo che fa’, faccio un po’ di zapping su ‘Servizio Pubblico’ e/o ‘Piazzapulita’ o qualche programma qua e là. Non c’è una fiction che m’interessi. Quanto ai telefilm (mi piace chiamarli così) americani: la programmazione delle reti italiane non ha senso. Fatte salve le esigenze di doppiaggio, dovrebbero essere trasmessi in tempi il più possibile ravvicinati rispetto alla programmazione in Usa. Non succede perché vi sono le pay-tv. Si paga per vedere in tempi ravvicinati le nuove edizioni. I telefilm sulle reti generaliste non hanno senso. Salvo che, non si propongano e “vendano” in modo diverso. Qualche idea ce l’avrei, ma mi guardo bene dallo scriverla.

In questo panorama insignificante, due sole eccezioni.
Ho scoperto “Voglio vivere così” su Cielo. Programma simile a quello di Paola Marella su Real Time. Ma questo di Cielo ha qualcosa di autenticamente comico. La comicità è nel vedere certe facce e corpi (mediamente in preda al colesterolo), doppiati in lingua italiana.
Intendiamoci. I doppiatori sono bravi. Ma ciò che vedo rispetto a ciò che ascolto ha un effetto asincrono. E’ un genere di programma che normalmente scanso, proprio per il fastidio che mi dà il vedere dei servizi tipicamente inglesi o americani, cioè un modo di raccontare sclerotico e spesso banale, con queste voci italiane che devono stare dietro al ritmo verbale frenetico dei protagonisti. Ritmo frenetico quasi sempre solo della parlata. Il corpo si muove alla velocità dei bradipi (hai voglia a spostare con leggerezza tanto colesterolo).

Eppure, questo programma di Cielo ha destato la mia attenzione per qualche minuto in più puntate.
In linea di massima, mi piacciono i programmi in argomento: case, arredamenti (senza inflazionare, però), e ‘Voglio vivere così’ ha il merito di suscitarmi un sorriso e di provocarmi anche stupore.
Quello che mi suscita il sentire il prezzo di acquisto di certe villette (kitch e no) americane - più abbordabile – di quello di un appartamento a Milano.
A casa, stiamo prendendo in considerazione l’ipotesi di trasferirci a Phoenix in Arizona!
Ah..per chi non lo sapesse, in Arizona c’è la Valle del Sole. Un servizio di ‘Voglio vivere così’ iniziava proprio con il mostrarci questa parte del territorio. La voce narrante ci introduce alla Valle del Sole e l’immagine che accompagna le parole è quella del…….deserto. E di un cactus. Lì, in mezzo, solitario e…snello (i compratori della casa, raramente).
E la voce narrante che ripete - qualora ci fosse sfuggito o pensassimo di stare guardando un documentario sulle terre aride del Nord America – che “questa è la Valle del Sole!!” (zona sud-ovest).
Oh..i due punti esclamativi sono parte dell’audio della voce narrante. Li riporto paro paro…

Dopo aver visto qualche momento del programma, lo avrei dimenticato per ricordarmene in preda ad un sano attacco di disimpegno.
Sennonché…
Questi di ‘Voglio vivere così’, non sono pirla. Mica vogliono perdersi una spettatrice come me. E, allora, per allettarmi la visione, ecco che si trasferiscono in Italia. Dove abbiamo più vallate del sole, meno deserto, meno cactus.
I protagonisti del servizio sono: “quelli che vogliono cambiare vita”.
Orbene.

Sei straniero, diciamo: americano o inglese, con un tasso elevato di colesterolo nel sangue e con tasso bancario ragguardevole per il patrimonio che possiedi. Sei uno che lavora. Perché il modello del programma è ‘positivo’: famiglie che lavorano, che risparmiano. Ti piace l’Italia. E vuoi cambiare vita.
Dove vai? Mah…in Toscana, che diamine!
Oppure..
Sei italiano, dirigente in una grande multinazionale o libero professionista. Vivi in una grande città italiana, diciamo: Milano. Lavori freneticamente come un pirla (anzi…è quasi neurologicamente accertato che sei pirla. Ami la natura, gli animali (“sentimenti doverosi”, funzionali al modello positivo del programma). Ami le passeggiate in bicicletta (in questi giorni, pericolose a Milano, si può finire in coma) e, ovviamente, hai accumulato dei risparmi – non si sa se in modo onesto o evadendo il fisco – e “vuoi cambiare vita”.
Dove vai a vivere? Mah…in Toscana, che diamine!

Bene.
Ecco che ci mostrano le bellezze della Toscana. E la voglia di cambiare vita solletica anche noi…Peccato che i prezzi siano “leggermente” diversi da quelli dell’Arizona. Per quanto….lì ci sia la Valle del Sole!

Ora.
Come si fa a non guardare questo programma quando si ha voglia di farsi due risate, storcendo il naso nel vedere certi sponsor stranieri del colesterolo che parlano freneticamente in italiano, o nel vedere come vive bene chi ha già cambiato vita, si è trasferito in Toscana, vive in mezzo alla natura e raccoglie l’uva perché ha già avviato una produzione (redditizia) di vino locale.
‘Voglio vivere così’ su Cielo: programma imperdibile.

Se qualcuno di Sky volesse versarmi un obolo per la pubblicità che sto facendo……potrei accarezzare l’idea di cambiare vita anch’io (considerando che in famiglia non ci sono evasori fiscali, è dura racimolare le migliaia di euro che servono).

Tra le pochissime cose televisive che mi incuriosiscono c’è un programma totalmente diverso da quello di Cielo.
Mercoledì 25 gennaio, prima serata su La7: “Gli Intoccabili”. Condotto da Gianluigi Nuzzi.
Non mi succedeva da moltissimo tempo: il telecomando è rimasto inerme. Merito, non solo al tema della puntata: le lotte politiche in Vaticano, ma, dello stupore che mi ha provocato vedere in studio, intervistato da Nuzzi, il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian.
Mi sono detta: strano…come mai ha accettato di essere ospite di un programma nel quale si tratterà della lettera che mons. Viganò scrisse a Benedetto XVI per rivelargli la corruzione all’interno del Governatorato (il ministero dell’Economia dello Stato Vaticano).
E, in effetti, Giovanni Maria Vian era a “disagio”. Patetico. Ridicolo. Come ogni persona della gerarchia ecclesiastica, dell’entourage di supporto, che non vorrebbe – per coerenza cristiana – mentire ma non vuole o può fare anche solo qualche timida ammissione di verità.
Questa è la rappresentazione principale prodotta dalla puntata. Da Nuzzi.

La lettera di mons. Viganò non è un falso. Lui è uno che ha guardato nei conti del Vaticano e li ha rimessi a posto. E per questo è stato premiato: trombato di lusso. Nominato nunzio apostolico a Washington.
Non è difficile comprendere che essere spostati a questa sede americana, significa che non sei considerato un deficiente o mitomane e, nello stesso tempo, che è “opportuno” trovare un incarico che non provochi – nel trombato – amarazze o ribellioni.

E’ evidente che Nuzzi ha avuto una certa documentazione da qualche “fonte vaticana”. Chi gliel’ha fornita, è schierato con mons. Viganò.
Se c’è una “parte”, significa che c’è anche una “controparte”?. Sembrerebbe di sì. Del resto, il Vaticano è uno Stato. Con una struttura, una logica di potere. Schieramenti, lotte interne, sono all’ordine del giorno.
Sapere che l’”avversario” di mons. Viganò potrebbe essere il Segretario di Stato Vaticano: Tarcisio Pietro Evasio Bertone, non mi stupisce e avvalora l’opinione – pessima - che ho su di lui.

La puntata è stata a diro poco: avvincente. Nessun film d’azione, nessuna serie tv americana, nessun talk sulle vicende politiche, mi avrebbe intrigato maggiormente del modo di raccontare di Nuzzi. Ovviamente, è arrivata puntuale la reprimenda vaticanense.
Il problema della Chiesa, intesa come gruppo di potere temporale, è che preferisce nascondere, tacitare, sostenendo che si tratta di menzogne, anziché convertirsi ad una oculata ammissione.
Dobbiamo aspettarci un prossimo Papa che ammetterà certi peccati temporali della Chiesa così come, dopo anni e anni d’indecenza, si è iniziato da poco ad ammettere una delle più gravi colpe, delle maggiori schifezze: la pedofilia?
I pentimenti a posteriori – dopo anni e anni – stanno stufando noi cattolici. Meglio sarebbe iniziare a fare qualche tempestiva ammissione evitando ai Giovanni Maria Vian di fare quelle che sono – non ci sono altri termini possibili – figure di merda.

Complimenti a La7, complimenti a Nuzzi. Mi rendo conto che i temi d’attualità ci portino pressoché a occuparci costantemente di crisi economica, ma c’è assoluto bisogno di una televisione che susciti interesse, che racconti le diverse realtà e verità, suscitando discussioni, commenti, approfondimenti. Non solo di crisi economica e attualità politichese.
E da cattolica, credente, mi aspetto di vedere, ascoltare, qualsiasi cosa. Ciò che è fondamentale è: come si racconta e perché.
Ciò che ho visto e ascoltato mi ha coinvolto, come cattolica, come cittadina italiana, come spettatrice. 

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