mercoledì 18 gennaio 2012

Auditel: intervista di ‘Sorrisi e Canzoni’ al dg Walter Pacini


da: Sorrisi e Canzoni TV

Tutti i segreti dell’Auditel
di Cinzia Marongiu

Critiche e leggende metropolitane  a parte, quanto è affidabile l’Auditel in termini percentuali? Rispetto al 1986 è più attendibile? E quanto ancora resta da fare?
«Auditel è uno dei sistemi di rilevazione della tv più avanzati al mondo. In questi 25 anni ha migliorato tecniche e metodologie. Il campione nel ’96 è stato raddoppiato portando da 2.500 a oltre 5.000 le famiglie, con un notevole aumento dell’affidabilità. Quanto? Banale dirlo in percentuale, visto che ogni emittente ha margini di stima statistica diversi e la digitalizzazione ne ha moltiplicato il numero. Per farci capire, diciamo che una delle reti storiche in prima serata può avere una percentuale di “errore” inferiore al 2%. Davvero piccola per l’uso che si fa oggi dei dati d’ascolto».
A fronte di un panorama tv in evoluzione, quali sono le innovazioni introdotte da Auditel? E che cos’è l’audio matching?
«L’adozione avveniristica dell’audio matching è stata l’innovazione più forte. Quella che ci permette di affrontare la digitalizzazione del sistema televisivo italiano e un numero triplicato (in dieci anni) di canali misurati che oggi sono circa 300! Auditel misura anche l’ascolto differito, cioè i programmi registrati e rivisti, e si prepara a monitorare l’ascolto su altri tipi di schermo come computer e iPad».
Con quale criteri si compone il panel rappresentativo degli italiani?
«La popolazione italiana viene indagata
con una grande ricerca che prevede 30 mila famiglie intervistate ogni anno e che permette di descrivere la popolazione in strati socio-demografici. Il campione che ne deriva rispecchierà la composizione di quegli strati. Le 5.200 famiglie del panel, cioè 14 mila individui, rispecchiano le mille diverse Italie».
Come vengono ricompensate le famiglie Auditel e per quanto tempo rimangono «in carica»?
«Le famiglie non ricevono un compenso in senso stretto ma soltanto un omaggio per la loro collaborazione. Si tratta di oggetti di uso comune e poco valore come un ferro da stiro, un trolley, un phon. Il campione “ruota”di un 20% l’anno».
Come fate ad accorgervi se qualcuno bara? Se c’è chi dichiara più ospiti per favorire un programma-amico? E come intervenite?
«Se una famiglia dovesse dichiarare all’ascolto un numero di ospiti con una sistematicità e un’entità poco credibili scatterebbe un controllo telefonico da parte nostra. In situazioni fortemente sospette faremmo uscire la famiglia dal campione. Chi volesse “barare” dovrebbe farlo in modo discreto in modo da farla sembrare una visione normale. In ogni caso un comportamento del genere avrebbe un impatto marginale sui dati. La scorrettezza di un individuo su un campione di circa 14.000 individui non può influenzare i dati a meno che non sia “sfacciata”, ma in questo caso l’anomalia sarebbe evidente e la sua intercettazione più semplice. Le famiglie del campione sanno che l’Auditel non è un gioco di società, ma una cosa seria. E la stragrande maggioranza delle famiglie si comporta in modo corretto».
E’ ancora così macchinoso usare il meter? E’ vero che almeno l’80% dei prescelti rifiuta?
«Non è affatto macchinoso. Basta solo premere un pulsante per dichiarare che si è all’ascolto. L’impegno richiesto è minimo e dopo pochi giorni diventa un’abitudine. Del resto quante volte si usa il telecomando in un giorno per cambiare canale? L’utilizzo del telecomando del meter non è più impegnativo. E’ vero che solo il 20% delle famiglie a cui proponiamo la partecipazione al panel accetta di collaborare. Ma è così ovunque nel mondo. Da una ricerca che impegna a una collaborazione per diversi anni non si possono pretendere tassi più elevati».
Sky e varie tv locali si ritengono svantaggiate dall’Auditel: come rilevate i loro ascolti?
«Non vi è alcun svantaggio per Sky o per le tv locali. I loro ascolti sono rilevati in modo corretto. Oltretutto Sky può contare su due aspetti tecnici della misurazione che conferiscono maggiore precisione e che per altre emittenti non è possibile adottare: il primo vantaggio è relativo al fatto che l’universo di riferimento degli abbonati Sky non deriva da una stima campionaria bensì da un dato certo, messo a disposizione dalla stessa Sky (i loro abbonati). La seconda garanzia consiste nel fatto di poter contare su una tecnica di detection dei canali basata su codici di servizio raccolti direttamente dalla porta dei loro decoder. Per quanto riguarda le emittenti locali, al di là dei soliti problemi di variabilità delle informazioni derivanti dal fatto che stiamo parlando di canali a basso ascolto, non si comprende che cosa possano lamentare».
Come vi siete attrezzati rispetto ai programmi multipiattaforma come quello di Santoro? A oggi vengono rilevate le persone che scelgono di vederlo su Internet?
«Al momento Auditel rileva solo ciò che viene fruito sul televisore. Il programma di Santoro viene quindi misurato su tutte le emittenti televisive che lo trasmettono. Per Internet, esistono altri tipi di misurazioni. E per noi si tratta di una prospettiva aperta e sotto sperimentazione».
La multa inflitta dall’Agcom ad Auditel «per abuso di posizione dominante» ha messo in crisi la vostra credibilità. Come rispondete, a parte il ricorso al Tar del Lazio?
«La credibilità di Auditel è fondata su oltre 25 anni di lavoro autorevole, trasparente e imparziale. Restiamo convinti della correttezza del nostro operato, consapevoli di aver agito entro i limiti tecnici oggettivi che sono stati ampiamente documentati nel corso dell’istruttoria. Perciò presenteremo ricorso al Tar del Lazio confidando in un’integrale riforma del provvedimento».

Nessun commento:

Posta un commento