martedì 17 gennaio 2012

Usa, antipirateria online: Murdoch contro Obama


da: la Repubblica

Murdoch attacca Obama su Twitter
"Va coi pirati della Silicon Valley"
La Casa Bianca fa sapere che non sosterrà il Sopa (Stop Online Piracy Act), la legge antipirateria online in discussione al Congresso. E il magnate attacca con un tweet, dedicando messaggi al vetriolo anche a Google. "Ho appena cercato Mission Impossible. Wow, quanti siti offrono i link gratuiti! Ok, resto della mia opinione"


È così, Obama ha attirato nel suo campo i padroni della Silicon Valley che minacciano tutti i creatori di software con la pirateria, un furto puro e semplice". Questo il tweet con cui, dal suo profilo, il magnate mondiale dei media Rupert Murdoch ha attaccato frontalmente il presidente degli Stati Uniti, reo agli occhi del tycoon australiano di opporsi con la sua amministrazione al varo di una legge che funzioni contro la pirateria online.

Il sasso lanciato da Murdoch nello stagno del più potente e diffuso social network di messaggeria instantanea fa riferimento a un comunicato diffuso sabato scorso 1 in cui la Casa Bianca ha fatto sapere che non sosterrà il Sopa 2 (Stop Online Piracy Act), la legge in discussione al Congresso. "Sebbene riteniamo che la pirateria online da parte di siti stranieri sia una problema grave - aveva spiegato l'amministrazione -, che necessiti di una serie risposta legislativa, non sosterremo leggi che riducono la libertà di espressione, aumentano il rischio in materia di cyber-sicurezza o minano il dinamismo e l'innovazione di internet a livello mondiale".

Il Sopa 3 è al momento in discussione alla Camera dei Rappresentanti, mentreal Senato è allo studio un'altra versione, il "Protect Ip Act". Entrambe le proposte hanno ottenuto il sostegno di Hollywood, dell'industria discografica e della camera di commercio americana.
Ma il mese scorso i fondatori di Google, Twitter, Yahoo! e di altri colossi di internet hanno espresso riserve sui due testi, dichiarando in una lettera aperta che "concederebbero al governo Usa il potere di censurare internet con procedure simili a quelle usate da Cina, Malesia e Iran".

Il dilemma, non nuovo nella storia americana, è tutto nel conflitto tra la libertà di espressione garantita dal primo emendamento e la tutela del business. L'America, il grande paese delle opportunità, del libero fluire delle idee, delle intuizioni, dei colpi di genio al servizio dell'imprenditoria, non può riconoscere la logica della censura, perché sarebbe contro il suo dna. Ma Murdoch è decisamente più pragmatico. E nei suoi tweet prende di mira anche il più potente di quei "paymasters" della Silicon Valley a cui anche Obama si sarebbe inchinato: Google.

"Il leader della pirateria online è Google, che offre in streaming gratuito i film e intorno ad essi vende gli spazi pubblicitari. Non c'è da meravigliarsi se poi investe milioni per fare lobby", scrive Murdoch in un altro tweet. E ancora: "Google è una grande compagnia, che offre tante cose eccitanti. Solo una lamentela, ma è importante". Per chiudere, Murdoch rende partecipi gli utenti di Twitter di una sua esperienza col motore di ricerca più usato del mondo. "Ho appena cercato Mission Impossible. Wow, quanti siti offrono i link gratuiti! Ok, resto della mia opinione".

L'affondo su Twitter attira contro Murdoch le ire, e gli improperi, di diversi utenti. Tra le repliche, si distingue quella di Rob Braddock: "Lei si rende conto - scrive rivolgendosi a Murdoch - che se passa, il Sopa ucciderà anche Twitter? Lei sta sbagliando ancora dopo aver sbagliato con MySpace (che Murdoch acquistò nel 2005 per 580 milioni di dollari, per poi rivenderlo lo scorso anno al network Specific Media per soli 35 milioni)". Nei suoi tweet, Murdoch scrive di Obama usando un acronimo sbagliato, "Optus", poi corretto in "Potus" (President Of The United States). Errore di cui il magnate incolpa il suo iPad. Non si perde l'occasione Wordsmithworker: "Lei accusa Potus di essere al soldo della Silicon Valley e accusa iPad per l'errore di digitazione? Ma guarda l'ironia...".

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