da: la Repubblica
In che cosa
Comunione e Liberazione si distingue così nettamente da altre esperienze
cristiane? Che cosa di unico e di straordinario ha avuto l’insegnamento di don
Giussani? Cerco di capirlo, senza riuscirci, da una trentina d’anni, e per
avere confessato per iscritto questa mia lacuna sono anche stato sgridato da
colleghi devoti a don Giussani e molto severi con chi non ne comprende l’alto
magistero. Per ovviare a queste mie mancanze mi sono letto d’un fiato la
lunga, ponderosa intervista (una intera pagina) di Aldo Cazzullo a don Julian
Carron, successore di don Giussani alla guida di quel movimento. Ho appreso
che, secondo don Julian, «Berlusconi ha avuto aspetti positivi e aspetti
negativi»; che «sbilanciarsi come comunità cristiana a favore di uno schieramento
è sbagliato»; che, pur dichiarando di non conoscere la vicenda giudiziaria del
San Raffaele, don Julian ritiene il San Raffaele «una grande istituzione»; che
«nessuna istituzione può evitare gli errori dei singoli». Non ha aggiunto, don
Carron, che d’inverno fa freddo e in estate molto più caldo: ma si capiva lo
stesso che è un suo forte, irriducibile convincimento. Quanto a me, a proposito
di Cl, sono rimasto in balia della mia deplorevole ignoranza.
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