da: ItaliaOggi
Canale
5, la priorità è il bilancio
Scelta strategica
il palinsesto con programmi più o meno forti
di Claudio
Plazzotta
Venerdì parte Zelig, sabato
scorso ha preso il via Italia's got
talent, con buoni risultati, sta andando bene la fiction Il tredicesimo apostolo, così come il
nuovo preserale di Gerry Scotti. E Striscia
la notizia continua a macinare record. Insomma, Canale 5 ha ancora tante buone frecce
al suo arco, nonostante gli ultimi due mesi difficili. Nell’analisi dei
risultati di ascolto della ammiraglia del Biscione, peraltro, è bene considerare
alcuni fattori: il quadro economico italiano, di cui Mediaset, un gruppo che
sta sul mercato, deve tener conto; l’impatto notevole dei nuovi canali del
digitale terrestre, che in qualche prima serata valgono fino al 30%
dell’ascolto, sottraendo pubblico al target commerciale; un calo degli introiti
pubblicitari e quindi la necessità di una oculata gestione delle risorse di
tutti i canali. Il che, nel concreto, significa anche programmare repliche su
Canale 5, e scegliere di non combattere a tutti i costi su qualche prima
serata. Mediaset, infatti, al contrario della Rai, è un gruppo che chiude i
bilanci in utile. Per farlo, non può permettersi di pagare centinaia di
migliaia di euro per Bobo Vieri o Gianni Rivera a Ballando con le stelle, ma può decidere, per esempio, di mettere in
palinsesto più film del solito (e al terzo o quarto passaggio in tv). O di
replicare fiction. O di registrare
il programma della domenica pomeriggio,
perché così costa molto meno rispetto alla diretta. O, ancora, di proporre un
solo episodio di Distretto di polizia,
invece dei consueti due uno di seguito all’altro, perché così «si allunga
meglio il brodo», dice un dirigente di Cologno Monzese.
In questo modo, mentre Rai pare non avere nessuna intenzione di
allentare il piede dell’acceleratore (ma i
bilanci di viale Mazzini?), Mediaset ha strategicamente scelto di
individuare «zone temporali di palinsesto in cui schiacciare di più il pedale,
e altre in cui sollevare un po’ il piede».
In dicembre, tanto per fare esempi concreti, quando è finito C’è posta per te di Maria De Filippi,
Canale 5 ha
programmato i film di Leonardo Pieraccioni due volte il sabato, il 3 e 10
dicembre, e poi giovedì 15 dicembre. Erano pellicole trite e ritrite, e
l’audience non ha brillato. Ma costavano poco. Sono stati realizzati Il meglio
di Io Canto, il meglio di C’è posta per te. E’ stato promosso in
prima time Kalispera (di Alfonso
Signorini) solo perché sarebbe stato un lusso per la seconda serata. E’ stata
messa in palinsesto a dicembre, a dimostrazione che neppure i manager del
Biscione ci credessero poi tanto. E in gennaio la strategia «a macchia di
leopardo» proseguirà. Il direttore di Canale 5, Massimo Donelli, proporrà prime
serate luccicanti con Grande Fratello
(lunedì), Zelig (venerdì), Italia’s got talent (sabato) e grande
fiction, e altre più sottotono con la replica de Il peccato e la vergogna al martedì, la soap Centrovetrine in prima serata alla domenica, dopo Distretto di Polizia, i film al giovedì
sera (e i film non sono nel dna di Canale 5). Cioè strategie a bassi costi, tre
giorni su sette, che potrebbero pure non dare grandi soddisfazioni in termine
di ascolti.
Passata l’onda del Festival di Sanremo (dal 14 al 18 febbraio 2012),
Canale 5 riproporrà altre frecce al suo arco, da Scherzi a parte alle fiction Famiglia
italiana o Il clan dei camorristi,
dal nuovo programma di Giorgio Panariello a Amici.
A volte si farà il pieno, altre ci si dovrà accontentare. Tuttavia, per
concludere, si potrà anche discutere su crisi e difficoltà, ma la tv
generalista, nel suo complesso, sembra godere ancora di buona salute: Fiorello e il Grande Fratello, al lunedì, si sono spartiti quasi il 70% degli
ascolti. E solo sabato scorso Ballando
di Milly Carlucci (Raiuno) e Italia’s got
talent (Canale 5, sei punti di share in più di Rai Uno sul target
commerciale) hanno attirato il 50% dell’audience televisiva. Numeri che nessun
altro può assicurare agli investitori pubblicitari.
Però Mediaset poi compra serie importanti straniere (che la Rai non ha voluto perchè troppo costose, così si dice sul web) tipo la pluripremiata Downton Abbey o Sherlock, I pilastri della terra o The pacific e me li tratta come serie da quattro soldi. Vengono trasmesse a dicembre e non viene fatta la pubblicità adeguata, così la gente non vede nulla e la ignoranza dilaga. Certo al meno mediaset le ha comprate, la Rai deve spendere i soldi del canone e della pubblicità per le cavolate.
RispondiEliminaSara...hai ragione...considera però che l'articolo in questione è stato scritto sotto "dettatura"..lo confermano le tue considerazioni...la realtà è che Canale 5 fa il minimo in ragione del fatto che la raccolta pubblicitaria gli era garantita da..Berlusconi al governo!..sono anni che Canale 5 fa sempre le solite cose..ha raschiato il fondo del barile..adesso arriverà l'Auditel a "gonfiare" alcuni dati
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