mercoledì 11 gennaio 2012

Governo Monti, liberalizzazioni: inutili in questo contesto sociale


Liberalizzazioni.
Vorrei capire

Vorrei capire se Mario Monti ha conoscenza effettiva della realtà del paese. Ad esempio: se è a conoscenza del fatto che anche consentendo l’accesso a certe professioni da parte di cittadini che non appartengano a caste, lobby, corporazioni, le condizioni sociali sono tali che nessuno intraprenderà nuove attività.
Hai voglia ad allargare lo spazio di accesso a certi settori e/o a liberalizzare orari ormai deregolati, con il solo risultato che ne beneficiano solo le grandi catene di distribuzione (con annessi problemi con il personale), quando:

1. le pastoie burocratiche
2. la mancanza di credito
3. la necessità di doversi inevitabilmente rivolgere a caste di professionisti (commercialisti) per gestire le mille e più mille norme che regolano (o no?) l’attività del lavoratore autonomo
4. la totale inutilità delle associazioni di categoria, nonché il costo dell’adesione
impediscono – di fatto – che chiunque, tanto più dei giovani, possano pensare ad avviare un’attività propria.

Eppure, la semplificazione reale della gestione amministrativa di un’attività, il supporto con tipologie di credito specifiche, consentirebbe di aggregarsi in progetti per attivare attività artigianali che possano distinguere dal piattume di certa distribuzione e conquistare spazi e, conseguentemente, produrre reddito.

Le liberalizzazioni sono una bufala se il contesto sociale non garantisce condizioni d'insieme per realizzare una piccola impresa.
Si può essere d’accordo sul principio, sul criterio che sta alla base della cosiddetta liberalizzazione, ma questa non sortirà nessun effetto pratico, né in termini numerici di accesso né in temini di durata prolungata nel tempo, se il contesto sociale nel quale viviamo e operiamo impedisce di pensare sensatamente ad attività che possano essere per un verso servizi ai cittadini, per l’altro fonte di occupazione e reddito. Tutto questo, ovviamente, nell’ambito di un regime democratico che effettua controlli fiscali e applica sanzioni proporzionate al reato commesso.

Non ci vuole molto a capire che solo chi pratica il riciclaggio del denaro sporco avvia attività autonome nel nostro paese. Non ci vuole molto spirito di osservazione per accorgersi che in una città come Milano domina la grande distribuzione in tutti i settori, solo i cinesi aprono negozi, i piccoli artigiani hanno chiuso da anni, altri stanno chiudendo.

Non si tratta di liberalizzazione. Si tratta di semplificare. Ma la semplificazione abbetterebbe le corporazioni più delle cosiddette liberalizzazioni. E chiede conoscenze specifiche in termini di gestione della cosa pubblica da parte di chi governa e legifera.
Ora. Poiché il professor Monti e i suoi ministri sono a Palazzo Chigi per fare quello che i politici “professionisti” non sono stati capaci di fare e/o non hanno voluto fare, ci dimostrino la reale conoscenza del paese e trovinio soluzioni efficaci e non specchietti per le allodole.

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