martedì 12 marzo 2013

Rai1, fiction: Gigi Proietti ‘L’ultimo Papa Re’



da: la Repubblica

In nome di Gigi Re
Proietti sarà protagonista dell'evento tv della Rai, che andrà in onda l'8 e 9 aprile, ispirato al film del 1977 di Luigi Magni con Nino Manfredi.  "Il tema è antico e attualissimo, alla luce delle dimissioni di Ratzinger". "Chiesa e potere temporale: la storia non cambia"
di Silvia Fumarola


 "Quando succedono le cose, succedono tutte insieme. A me fa una certa impressione: siamo senza Papa e senza governo. Nient'altro?". Veramente ci sarebbe anche il semestre bianco del presidente della Repubblica. "Certo" sorride Gigi Proietti "ci aspetta anche l'elezione del nuovo capo dello Stato, dopo Giorgio Napolitano che è stato un punto fermo. Ora lei capisce che raccontare la storia di Roma ai tempi di Pio IX, mentre Garibaldi sta entrando in città per porre fine al potere temporale della Chiesa e unire l'Italia è una bella responsabilità. Se leggi la storia, i punti di contatto ci sono". L'8 e il 9 aprile RaiUno manda in onda il film L'ultimo Papa re di Luca Manfredi (ispirato a In nome del Papa re di Luigi Magni), con Proietti nel ruolo del cardinale Colombo, che fu del grande Nino Manfredi, storia ambientata nel 1867 in cui Colombo di idee liberali, combatte col potente papa nero, il belga Jospeh Beckx (Jerzy Stuhr), capo dei gesuiti e anima ambigua che manovra il debole Pio IX. A Roma è guerra, i giovani patrioti assaltano la caserma degli Zuavi, i mercenari del Papa. "Il concetto di colpa e di innocenza ormai è diverso dal nostro" dice Colombo "Noi crediamo ancora nell'obbedienza, loro nelle bombe. È certo che hanno torto, ma mica è detto che per questo c'avemo ragione noi". Storia
di un secolo e mezzo fa, ma la conversazione con Proietti, nel bistrot del Teatro Quirino a Roma, interrotta da foto ricordo e saluti, torna sull'attualità.


Proietti, interpreta una storia legata a Pio IX mentre i cardinali sono riuniti per eleggere il nuovo pontefice.
"Il tema del film è antico e attualissimo, alla luce delle dimissioni di Ratzinger. Se ci rifacciamo a quello che dice Pasolini, la chiesa deve tornare a essere pastorale, parlare alle coscienze e abbandonare il potere temporale che sembrava finito. I grandi autori, da Shakespeare in poi, si sono sempre interessati ai cambiamenti epocali. La nostra storia si svolge nel periodo della presa di Roma, alla vigilia dell'Unità d'Italia. Ne scherzavo con Gigi Magni: se ti levano il Risorgimento, è finita". 


Lei interpreta il ruolo che fu di Manfredi.

"Lo considero un omaggio a un attore che con Sordi, Gassman, Tognazzi, era uno dei moschettieri del cinema italiano. Nino non l'ho conosciuto bene, venne ospite a un mio show ma era un grande artista. Mi ha fatto piacere lavorare con Luca, il figlio, regista serio che firma anche la sceneggiatura con Marina Garroni e Alberto Simone. È un film curatissimo, con un grande cast da Lino Toffolo a Sandra Ceccarelli e le musiche di Nicola Piovani".

Il tv movie è prodotto dalla figlia di Manfredi, Roberta. Ma cosa cambia rispetto al film del '77?
"Il film di Magni durava la metà del nostro, noi possiamo spiegare meglio la presa di coscienza del cardinale Colombo, come un severissimo servitore della legge, piano piano, anche per ragioni personali - scopre di avere un figlio coinvolto nella rivolta - si rende conto della violenza degli Zuavi. La giustizia va bene, la vendetta no. Tema universale".


Che ha pensato delle dimissioni di papa Ratzinger?

"Ratzinger, a differenza di papa Wojtyla, che aveva adottato la comunicazione mediatica, si è fatto conoscere poco. È come se queste dimissioni improvvise, mossa epocale, ce l'avessero fatto scoprire. Ha avuto coraggio, si è preso responsabilità enormi. Si dimette e si ricomincia a parlare dell'infallibilità del Papa. Quali che siano, per me le ragioni rimarranno misteriose. Si è parlato della malattia, ma Wojtyla l'ha vissuta pubblicamente. Papa o lo sei, o lo fai. Da laico mi affascina il tema, Magni ha speso una vita per capire l'incidenza della Chiesa".

Senza Papa e senza governo: come vede la situazione politica?

"Non saprei sintetizzare le sensazioni, sono cambiate prima delle elezioni e dopo i risultati. Non è un mistero, alle primarie ho votato Bersani, ora non so se Renzi avrebbe conquistato i giovani che hanno votato Grillo. Perché mi sembra chiaro che ci sia stato un travaso di voti dal Pd ai 5 stelle. Trionfa Grillo, ok, e dicono: "Berlusconi ha rimontato". Non capisco il trionfalismo, rimonta di che? Ha perso 18 punti".

Pensa che sia stata una campagna elettorale vinta dai leader?
"I dati dimostrano che da Craxi in poi - Berlusconi, Bossi, Grillo - la gente s'interessa più a loro che alle strutture. Infatti si legge: hanno votato per Grillo, non per il suo partito. Sarò tradizionale, vecchio, ma vorrei votare un organismo. Questa legge elettorale ha provocato un disastro, tutti ripetono che fa schifo, il primo a dirlo è stato Calderoli: "È una porcata". Allora levala!".


Deluso dal Pd?
"Mi auguro solo che non si faccia il governissimo con Berlusconi. Ho avuto la sensazione che si siano spostati flussi di voti, gli ultimi giorni è successo qualcosa. La promessa della restituzione dei soldi dell'Imu, forse". 


Una balla.
"Se Berlusconi vuole restituire l'importo usando i suoi soldi, s'accomodi. Mi sembra che i politici stiano aspettando ognuno la mossa dell'altro e nessuno voglia prendersi la responsabilità di fare il primo passo, anche se Bersani deve farlo per fatto istituzionale. Vogliono tutti lasciare l'altro col cerino in mano, ma qualcuno deve metterci la faccia. Invece ci sono rapide ritirate sugli alberi, dove peraltro si appostano i giaguari. E sono ancora tutti maculati".

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