venerdì 1 marzo 2013

Movimento 5 Stelle, programma: reddito di cittadinanza, con quali criteri?



Vorrei capire.
1.000 euro al mese di reddito di cittadinanza. Questa, una delle proposte di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle.
Ma che bello. Ma che giusto. Come si fa a non essere d’accordo.

Domandine…
Con quali criteri si stabilisce chi ha diritto ai 1.000 euro al mese?
La dichiarazione dei redditi? Fantastico. Così diamo 1.000 euro al mese a coloro che evadono il fisco. Ne hanno sicuramente bisogno.
Ma…prendiamo ad esempio chi già prende una pensione di 1.000 o 1010 o 1.050 0 1.100 al mese dopo aver lavorato 35 o 40 anni.
Una pensione che consente di vivere in maniera adeguata (cioè senza particolari rinunce) in alcune zone del paese mentre in altre sta un tantinello stretta.
Coloro che hanno lavorato 35 o 40 anni e hanno una pensione mensile di 1.010 o 1.050 o 1.100 vedrebbero altri italiani - che non hanno mai lavorato – prendersi 1.000 euro al mese.
Che paese civile.
Quello in cui molti si sono fatti il culo per anni e….se lo prendono nel culo dal “rinnovamento” che sta per arrivare nella politica italiana.

Conclusione: lo stato sociale è cosa buona giusta. E’ la colonna vertebrale di un paese.
Ma in Italia non vi può essere stato sociale se prima non si individuano i REALI redditi, i patrimoni REALI delle persone. Contrariamente, sconti, agevolazioni, redditi di cittadinanza saranno sempre a favore di evasori e furbetti. Saranno premiati alcuni e bastonati ancora una volta gli stessi.
E’ ovvio, che tra coloro che non godono di una pensione ci sono italiani che hanno dovuto accettare un lavoro in nero. Costoro hanno diritto di essere tutelati e devono poter usufruire di un sostegno. Ma come li identifichiamo?

Ma ci sono Grillo, Casalegno e grillini in Parlamento. Loro ci faranno sapere cosa sia effettivamente questo reddito di cittadinanza, quali siano i criteri per l’applicazione. Non vedo l’ora…
Soprattutto…non vedono l’ora i pensionati di mia conoscenza che prendono tra gli 800 e 1.100 euro. Sono in attesa di capire se avrebbero fatto meglio a non lavorare 35 e più anni. A saperlo, che dal febbraio 2013 arrivava Grillo a spazzare via la classe politica che li ha impoveriti, avrebbero passato le loro giornate a fare altro che non fosse lavorare. Negli uffici, nelle fabbriche, nei negozi. E a casa. Perché è noto che le donne, soprattutto di certe generazioni,hanno fatto un doppio lavoro.

Iniziamo a individuare coloro che hanno privilegi. Cioè coloro che hanno redditi sproporzionati rispetto agli anni di lavoro (pensioni baby) e ai contributi versati. Senza dimenticare che da quando abbiamo l’euro, stipendi e pensioni hanno perso potere d’acquisto. E la responsabilità di questo non è solo di un Europa che non è unione politica ma solo monetaria. Deriva anche dal fatto che gli italiani che hanno potuto ladrare – perché detengono la catena di produzione, distribuzione, commercio – ha aumentato se non raddoppiato i prezzi. A questo dobbiamo aggiungere il ladrocinio di stato della classe politica e l’incapacità di gestire un paese.

Da un anno a questa parte ho ripreso un’usanza mentale dei momenti di coesistenza tra euro e lira.
1 euro non sono 1.000 lire. Sono 1.936,27 lire. Prima tiravo fuori dal borsellino 1.000 lire, con l’introduzone dell’euro tiro fuori 1 euro, cioè spendo 1.936,27.
Ogni volta che leggo un prezzo in euro lo traduco approsimativamente in lire. Quando faccio la spesa e leggo 10 euro e penso: costa poco, lo compro, prima di passare all’azione faccio mentalmente 10 x 2.000 = sto spendendo circa 20.000 lire. Decido se quel prodotto vale 20.000 lire. Se la riposta è no: passo ad altro o altrove. Anche se posso permettermi pause in questo elementare esercizio matematico, non accetto di foraggiare certo ladrocinio italiano frutto del radicato individualismo della nostra società.

Rimango in attesa di capire nel dettaglio come si concretizzi questa idea del reddito di cittadinanza che, se non gestita in maniera sensata, rischia di creare diseguaglianza. Altro che stato sociale. Altro che cambiamento nella politica italiana. Altro che: li spazzeremo via tutti.

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