lunedì 11 marzo 2013

L'intervista di Carlo Freccero: dissento sul Pd, d'accordo sul cul de sac di Grillo


Dissento da Freccero sul PD.
In quel luogo che non è da assurgere come punto di riferimento totale del pensiero e delle soluzioni di vita ma neppure da sottovalutare che è il web, c’è gente (poca) che danni va esprimendo certi concetti e mandando alcuni segnali. Ergo: il Pd avrebbe dovuto leggere, capire, modificarsi. Se non lo ha fatto..ci sarà un perché.

Ammesso e non concesso che il Pd – improvvisamente, dopo anni e anni  di incomprensione della realtà sociale - abbia capito che serve un nuovo modello sociale, ciò non significa che sia adatto a farsene realizzatore.
Il dna della sua classe dirigente – non l’età anagrafica – ma la testa, il carattere, l’azione, della sua dirigenza mi convincono che il Pd non sia in grado di pensare e attuare un nuovo modello sociale. Il dna e l’esperienza di anni a anni a non svolgere un ruolo funzionale ed efficiente nell’interesse del paese mi fa ritenere che non è adatto al ruolo di ideatore e attuatore di un modello alternativo al berlusconismo, condizione per uscire dal merdaio nel quale si trova una parte del paese.
E, quel che è peggio, non vedo nella base del Pd e/o in coloro che si sentono da quella parte – intellettuali, persone dello spettacolo che fanno appelli – la convinzione e la determinazione a trasformare questo partito in qualcosa che dovrebbe essere e non è. Come ho scritto qualche giorno fa, non c’è da gioire nel fatto che il Pd sia in queste condizioni. Rimango dell’idea che serve una forza politica di tipo socialdemocratico.
Sono invece d’accordo con Freccero nel ritenere che Grillo sia in una posizione non facile. I due guru del Movimento 5 Stelle – Grillo e Casaleggio – pensavano che il Pd riuscisse comunque ad ottenere qualche votarello da unire a quelli di Monti. Il principale errore di Bersani è stato quello di prospettare un governo con Monti. Gli italiani che pensano: “sono tutti uguali, da destra a sinistra”
hanno ritenuto che questa fosse la solita vecchia politica. La prospettiva era il solito governo di centro-sinistra che non risolve i problemi del paese. Tanto meno: che gli riduce le tasse.
Oggi Grillo si trova – suo malgrado – nella condizione di avere i voti utili per un governo dei “buon otto propositi” a guida Bersani. Dice di volere il 100%. Balle. Non saprebbe che fare.
Perché i neo eletti parlamentari del Movimento 5 Stelle sono totalmente inesperti: di macchina, di logiche politiche.
Le logiche politiche sono fondamentali. Per evitare il politichese, gli inciuci, le schifezze, ma anche per svolgere funzionalmente, correttamente, compiutamente, il ruolo di delegato che assegna il voto elettorale.
Grillo non può dare la fiducia. Se non si riuscirà a formare uno straccio di governo, si riandrà alle elezioni.
Come la prenderanno i quasi nove milioni di italiani che hanno votato Movimento 5 Stelle?

E’ vero che questa gente non vuole pateracchi e ne ha pieni i coglioni, ma è anche vero che vuole essere “diversamente governata”. E questo è il grande problema di Grillo che né lui, né i neo deputati e senatori del Movimento 5 Stelle riusciranno a risolvere a breve: non sono in grado di conciliare la coerenze, le regole, la volontà di eliminare una classe politica inadatta con l’esigenza di dar corso alle regole istituzionali della democrazia italiana. Insomma: non sanno conciliare ciò che sono e vorrebbero per il paese con il posto nel quale sono seduti del quale devono conoscere meccanismi e logiche per essere utili e diversi dalla classe politica inadeguata ad esercitare la delega degli italiani. 

Come si suol dire: sono cazzi. Ma, come già scritto e come ricorda oggi anche Freccero: hai voluto la bicicletta, pedala.

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