lunedì 4 marzo 2013

Il paese reale, crisi economica: “La mia vita da edicolante”


da: Famiglia Cristiana - ‘I lettori ci scrivono’

La mia vita da edicolante dentro un piccolo chiosco

Oltre agli “Schiavi per pochi euro” cui è dedicata la copertina di FC n. 3/2013, ne esistono altri di cui la stampa non si interessa, perché è lei stessa che contribuisce alla nostra schiavitù. Parlo degli edicolanti, come me. Otto anni fa, ho preso la licenza di un chiosco per 80 mila euro: prezzo alto, ma rapportato al giro d’affari degli ultimi tre anni (erano i tempi d’oro delle enciclopedie in edicola). Prestito dalle banche e da un amico per aprire l’attività. Poi, il tracollo economico: finito il boom delle enciclopedie, vendite di quotidiani meno 30 per cento, scomparsa di molti clienti anziani (i giovani leggono online), cartelle abbonamenti delle riviste al 70-80 per cento, abbonamento in edicola con decurtazione di metà dell’aggio dell’edicolante: dal 19 al 10 per cento. Siamo in ginocchio, migliaia di colleghi chiudono, io lavoro 84 ore settimanali (praticamente due settimane in una) guadagnando 600-700 euro al mese, dovendo pagare tasse e contributi, non potendo ammalarmi perché l’esercizio deve rimanere sempre aperto, nell’impossibilità di scegliere i prodotti e le quantità da vendere e i tempi di vendita, dovendo versare gli anticipi ai distributori locali. Siamo il bancomat dell’intera filiera.
Non posso vendere la licenza perché, ridotti i guadagni, non riesco a pagare le rate, quindi il debito aumenta. Sono a rischio depressione, chiusa dentro un piccolo chiosco, dove mangio un panino, costretta a ricorrere al bagno del bar vicino. Se questa non è schiavitù!
M.P.B

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