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Il Fatto Quotidiano
Regione Friuli, ai
consiglieri paghiamo perfino i popcorn
18 indagati di Pd, Pdl e
Lega per rimborsi spese illeciti: dalle cene di San Valentino ai gelati ai set
di pentole
di Ivana Gherbaz
Tre avvisi di garanzia e 18 iscritti al
registro degli indagati. Le spese folli dei consiglieri del Friuli Venezia
Giulia sono finite nel mirino della Procura della Repubblica, ma anche della
Corte dei conti, a poco più di un mese dalle elezioni regionali. Ad aver
ricevuto gli avvisi di garanzia sono i capigruppo del Pdl Daniele Galasso, del
Pd Gianfranco Moretton (da poco è passato con i montiani) e della Lega nord
Danilo Narduzzi. L’accusa per loro è di peculato che viene estesa in concorso
anche a 10 consiglieri del Popolo della libertà, 3 democratici e altri 2 del
Carroccio. Le indagini, coordinate dal Pm Federico Frezza, mettono a nudo un
sistema molto simile a quello che ha coinvolto i consiglieri della Lombardia
con spese di rappresentanza che lasciano aperti molti dubbi interpretativi e
fatte con i soldi pubblici.
Gelati
e caffè
Lunga la lista di scontrini portati dai
consiglieri per ottenere il rimborso, solo per il Pdl se ne contano più di 5000
e fanno riferimento al 2011 (quelli del 2012 non sono ancora stati consegnati,
la rendicontazione doveva essere fatta a fine febbraio). Sono state passate al
setaccio spese anche per pochi euro, tante per ora non hanno ancora un nome
associato e con molta probabilità la lista degli
indagati è destinata ad
allungarsi. Si va dal pettine acquistato in Croazia per 1,19 euro o un
pacco di popcorn del costo di 3 euro, dei film in dvd, una pizza per asporto,
ricambi per le pentole Lagostina, decine e decine di caffè al bar per 1 euro,
una vignetta autostradale per la Slovenia. E poi le spese per i gelati che
rappresentano il 15 per cento degli scontrini di piccolo importo o ancora
vasellame, bombole a gas, un biglietto della lotteria di 5 euro, o articoli
acquistati nelle ferramenta.
Cene
romantiche e scarpe
C’è poi il capitolo cene. Spopolano quelle
a due per san Va-lentino, i pranzi a Pasqua e uno a Cortina il 28 dicembre per
9 persone, gli spuntini in rifugio. Sul fronte abbigliamento invece
troviamo un paio di scarpe con décolleté e una borsa di pelle da donna. Fino a
qui le spese senza nome o partito che sono trapelate. Poi ci sono invece le
scarpe Timberland, le sedie dell’Ikea, circa 300 euro di
abbigliamento femminile, contestate al consigliere Pdl Piero Tononi,
più 300 euro al mese destinati a una fantomatica associazione Dream il
cui legale rappresentante Piero Degrassi, eletto anni fa in Provincia con An, è
un caro amico del consigliere. Maurizio Bucci, sempre del Pdl, si è fatto
sostituire il turbo compressore della Smart, oltre ad aver chiesto il rimborso
per il cambio degli pneumatici, il pagamento del bollo e la revisione
dell’auto. Stessa musica anche per il suo collega di partito Gaetano Valenti
che oltre ad aver acquistato due iPhone uno nero e uno bianco, ha chiesto di
farsi restituire 257 euro di bollo, e quelli per la revisione, il tagliando e
un nuovo treno gomme. Mentre Antonio Pedicini (sempre Pdl) si è fatto un giro
ad Amalfi e in Francia in piena estate con tanto di biglietto del Centro
Pompidou (spese non ancora contestate).
Vacanze
e beneficenza
Ci sono poi, sempre tra i consiglieri
pidiellini, una pizza a Sappada per due di Piero Camber oltre che ad un
soggiorno ad Imperia e ingresso alla spiaggia “Prima punta” oltre alle
riparazioni della moto. E per finire il capogruppo Daniele Galasso, che ha
deciso di non candidarsi, ha acquistato un prodotto per l’igiene intima della
donna anche se in Consiglio regionale siedono solo uomini. Anche la Lega nord
non se la passa bene. Federico Razzini, pur non avendo una folta chioma, ogni mese
ha messo nella nota spese 17 euro di parrucchiere. C’è poi una cenone di
capodanno per 8 persone totale 520 euro pagato all’una di notte e un seggiolino
per bambini del costo di 90 euro. Enore Picco, che nel tempo libero fa il
cacciatore, ha speso invece 1.400 euro in un’armeria acquistando dei cavalletti
per armi ma che sarebbero invece stati adattati per metterci la macchina
fotografica e monitorare gli alvei dei fiumi per conto della Regione. Infine il
Pd ha deciso di fare due adozioni a distanza oltre che regali a Natale come ha
ammesso l’ex capogruppo Gianfranco Moretton, ora passato con Monti ma non è
candidato: “Ho sempre messo a disposizione una quota dei fondi del gruppo
per i dipendenti circa 800 euro”.
C’è poi un set di pentole contestato a Alessandro
Tesini. A difendere i tre capigruppo è Luca Ponti che indica come il problema
sia complicato: “Bisogna capire se la responsabilità sia del capogruppo come
contestato dalla Procura perché avrebbe dovuto controllare le spese. Bisogna
anche capire cosa si intende per spese di rappresentanza. Il gruppo consiliare
è una costola del partito che è un’associazione privata. Il denaro arrivava
dalla Regione ma qual è il confine di deroga visto che i consiglieri coltivano
il loro bacino elettorale?”. I soldi però sono pubblici.
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