Matteo Renzi non
capisce perché lo “attaccano”.
“Avevo dei nemici che mi attaccavano, ma lo sapevo e lo
tenevo nel conto. Ma ora mi attaccano anche quelli che prima mi sostenevano: e
onestamente non capisco sulla base di che, visto che non abbiamo ancora nemmeno
cominciato. La squadra di governo tiene
e mi pare buona. La Boschi regge in
una postazione delicata e anche la
Mogherini, attaccata da più parti, sta guadagnando la stima dei suoi colleghi
europei. Quindi, di che parliamo? Per cosa mi criticano? Se è per la storia dei sottosegretari o per i cori dei ragazzi di Siracusa o
addirittura per il fatto che abbiamo denunciato che la situazione economica trovata non è quella che diceva Letta, allora
davvero non capisco e mi arrabbio».
(Marco Antonio) Matteo
Renzi ci fa o ci è?
La storia dei
sottosegretari non è una bazzecola. Considerando che lui dovrebbe rappresentare
il nuovo che avanza. Ergo: come può dire “la
squadra di governo tiene” Ah…certo. Tiene indagati.
A questo proposito, Maria
Elena Boschi, una delle massime e più fedeli collaboratrici di Renzi che – lo
scrivo da donna: speriamo non passi alla storia solo per essere una bella
femmina – ha detto una di quelle coglionate da far invidia a Gasparri
(benchmark di riferimento nella “specie” mentale):
“Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o
sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia, ma solo per problemi di opportunità politica”.
L’avviso di garanzia è un atto dovuto, non un’anticipazione di condanna”.
Che significa:
“opportunità politica”?
Renzi ciurla nel
manico. Chi svolge un ruolo istituzionale, al servizio del paese, ha una
responsabilità. Conseguentemente, quando ci si trova in una certa condizione:
fosse anche solo l’avviso di garanzia, che non intacca minimamente la presunzione d’innocenza,
si fa fagottino e si va a casa. Che sia o no opportuno politicamente. Perché la
responsabilità del ruolo, della delega gestionale che si esercita a seguito di
un’elezione – tra l’altro - in assenza di scelte dei cittadini – impone un
comportamento limpido e corretto. L’opportunità politica esiste concettualmente
e praticamente, ma non si applica in questioni quali quelle riguardanti le
condizioni giudiziarie di ministri, sottosegretari e parlamentari.
La presunzione d’innocenza
rimane e il soggetto che ha ricevuto un avviso di garanzia può anche non essere
rinviato a giudizio. Ci ha rimesso un posto istituzionale? Amen. Rientra nei
rischi delle posizioni di potere.
Tanto per capirci e non
prenderci per i fondelli.
La Cancellieri non è
stata dimessa perché per Napolitano e Letta le sue dimissioni non erano
politicamente opportune. Avrebbero “destabilizzato” il governo. La Cancellieri,
al contrario, doveva andarsene, perché non si può continuare a fare il ministro
mentre si pensa e afferma - conversazione privata o pubblica non fa differenza
-: “non è giusto, non è giusto, non è
giusto”, riferendosi all’arresto e detenzione della figlia di Ligresti,
suoi amici di famiglia.
Che le sue dimissioni
fossero o no opportune era irrilevante. Rilevava il fatto che quelle
affermazioni denotavano in maniera inequivocabile l’opinione di un ministro
verso una parte della macchina della giustizia che lei governava.
Alcuni mesi prima, al
contrario della Cancellieri, il ministro Josefa Idem dette le dimissioni. Fu
l’opportunità politica a metterla alla porta. Lei ebbe semplicemente la
sfortuna di inciampare in un incidente fiscale (errore del suo commercialista)
all’inizio del governo Napolitano-Letta. Per preservare la “purezza”
dell’esecutivo che doveva apparire nuovo, efficace: il ‘governo del fare’, si dimise o fu invitata a presentare le
dimissioni.
Ma il ministro Idem
non doveva dimettersi o essere dimessa per opportunità, bensì, per il motivo
che chi esercita quel ruolo non deve avere neppure un neo fuori posto. Identica
sorte della Isef doveva toccare ai suoi colleghi che, in seguito, hanno
dimostrato di avere delle verruche infette più che dei nei fuori posto: Alfano,
Cancellieri, De Girolamo. I primi due non sono stati cacciati perché in quel
momento il duo Napolitano-Renzi non riteneva le dimissioni politicamente
opportune. La De Girolamo, come la Isef, è invece incappata nel periodo: “meglio che te ne vai perché stai minando la
stabilità del governo”. Il silenzio di Letta le fece capire il messaggio e
si dimise.
La Boschi, con quel
“concetto” espresso in Parlamento, sta solo dimostrando la sua perfetta
sintonia con Renzi che, grazie al fatto che i cretini e i disinformati
abbondano in questo paese, gode di favorevoli sondaggi ma sta esercitando il
suo ruolo di presidente del consiglio con continuità comportamentale rispetto
ai suoi predecessori. Non c’è niente di più vecchio e obsoleto che prendere per
il culo contando sull’ignoranza degli italiani.
In ultimo, un
consiglio a Renzi. Sua moglie insegna. Si faccia dare una lezione sui pronomi
personali. Conosce solo la prima persona singolare: IO.
Oggi ha detto: “io
so cosa devo fare”. Non perde mai occasione per ricordare che la sua “vocazione”
da uomo solo al comando.
Anch’io so cosa fare.
Per me stessa, visto che non rivesto il ruolo di presidente del consiglio. So che
non devo mai credere né votare per chi ha “problemi” con i pronomi personali.
Perché queste sono le persone che creano problemi a tutti gli italiani.
Caro Renzi, non va
proprio bene un organo sessuale maschile….
IL PIFFERAIO
RispondiEliminaSuona il suo piffero e come per incanto i ratti della politica rispondono.
Le ultime cartucce che sono rimaste ai ratti ? Votare al più presto
Una legge sul Presidenzialismo che permetterà a tutta la casta politica e
al Pifferaio di risorgere a nuova vita.
E con l’aiuto della sinistra il Pifferaio diventerà il nuovo Duce.
Assicurando cosi il proseguo dei loro intrallazzi
Come diceva Bartali glie tutto sbagliato
Glie tutto da rifare.
Mi viene da dire che Ginettaccio a modo suo è stato profeta. Dopo la Guerra
la maggioranza del Popolo presa coscienza si è ribellata allo sfruttamento
Dopo lotte sindacali e sacrifici il Popolo di allora Per lo più composto dà semi analfabeti e riuscito a risollevare L’ITALIA dalle rovine di una Guerra voluta dal regime fascista.
Col sacrificio abbiamo conquistato il diritto allo studio per le nuove Generazioni
Annullando in parte l’analfabetismo il risultato?
é evidente il troppo studio ha mandato il cervello delle generazioni nate nel primo dopo guerra in tilt
Favorendo gli sfruttatori che vi stanno riportando al Medio Evo
Sperando che gli sconci di questi ultimi giorni aprano il cervello.
Ricordo che la classe dominante di allora usava dire a noi semi analfabeti di allora (Beata ignoranza)
Oggi io mi sentirei di dire a voi giovani istruiti Beata Ottusità VITTORIO