venerdì 7 marzo 2014

Renzismo: dell’opportunità politica…

Matteo Renzi non capisce perché lo “attaccano”.
“Avevo dei nemici che mi attaccavano, ma lo sapevo e lo tenevo nel conto. Ma ora mi attaccano anche quelli che prima mi sostenevano: e onestamente non capisco sulla base di che, visto che non abbiamo ancora nemmeno cominciato. La squadra di governo tiene e mi pare buona. La Boschi regge in una postazione delicata e anche la Mogherini, attaccata da più parti, sta guadagnando la stima dei suoi colleghi europei. Quindi, di che parliamo? Per cosa mi criticano? Se è per la storia dei sottosegretari o per i cori dei ragazzi di Siracusa o addirittura per il fatto che abbiamo denunciato che la situazione economica trovata non è quella che diceva Letta, allora davvero non capisco e mi arrabbio». 

(Marco Antonio) Matteo Renzi ci fa o ci è?
La storia dei sottosegretari non è una bazzecola. Considerando che lui dovrebbe rappresentare il nuovo che avanza. Ergo: come può dire “la squadra di governo tiene” Ah…certo. Tiene indagati.
A questo proposito, Maria Elena Boschi, una delle massime e più fedeli collaboratrici di Renzi che – lo scrivo da donna: speriamo non passi alla storia solo per essere una bella femmina – ha detto una di quelle coglionate da far invidia a Gasparri (benchmark di riferimento nella “specie” mentale):
Non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia, ma solo per problemi di opportunità politica”. L’avviso di garanzia è un atto dovuto, non un’anticipazione di condanna”.

Che significa: “opportunità politica”?
Renzi ciurla nel manico. Chi svolge un ruolo istituzionale, al servizio del paese, ha una responsabilità. Conseguentemente, quando ci si trova in una certa condizione: fosse anche solo l’avviso di garanzia,  che non intacca minimamente la presunzione d’innocenza, si fa fagottino e si va a casa. Che sia o no opportuno politicamente. Perché la responsabilità del ruolo, della delega gestionale che si esercita a seguito di un’elezione – tra l’altro - in assenza di scelte dei cittadini – impone un comportamento limpido e corretto. L’opportunità politica esiste concettualmente e praticamente, ma non si applica in questioni quali quelle riguardanti le condizioni giudiziarie di ministri, sottosegretari e parlamentari.
La presunzione d’innocenza rimane e il soggetto che ha ricevuto un avviso di garanzia può anche non essere rinviato a giudizio. Ci ha rimesso un posto istituzionale? Amen. Rientra nei rischi delle posizioni di potere.

Tanto per capirci e non prenderci per i fondelli.
La Cancellieri non è stata dimessa perché per Napolitano e Letta le sue dimissioni non erano politicamente opportune. Avrebbero “destabilizzato” il governo. La Cancellieri, al contrario, doveva andarsene, perché non si può continuare a fare il ministro mentre si pensa e afferma - conversazione privata o pubblica non fa differenza -: “non è giusto, non è giusto, non è giusto”, riferendosi all’arresto e detenzione della figlia di Ligresti, suoi amici di famiglia.
Che le sue dimissioni fossero o no opportune era irrilevante. Rilevava il fatto che quelle affermazioni denotavano in maniera inequivocabile l’opinione di un ministro verso una parte della macchina della giustizia che lei governava.

Alcuni mesi prima, al contrario della Cancellieri, il ministro Josefa Idem dette le dimissioni. Fu l’opportunità politica a metterla alla porta. Lei ebbe semplicemente la sfortuna di inciampare in un incidente fiscale (errore del suo commercialista) all’inizio del governo Napolitano-Letta. Per preservare la “purezza” dell’esecutivo che doveva apparire nuovo, efficace: il ‘governo del fare’, si dimise o fu invitata a presentare le dimissioni.
Ma il ministro Idem non doveva dimettersi o essere dimessa per opportunità, bensì, per il motivo che chi esercita quel ruolo non deve avere neppure un neo fuori posto. Identica sorte della Isef doveva toccare ai suoi colleghi che, in seguito, hanno dimostrato di avere delle verruche infette più che dei nei fuori posto: Alfano, Cancellieri, De Girolamo. I primi due non sono stati cacciati perché in quel momento il duo Napolitano-Renzi non riteneva le dimissioni politicamente opportune. La De Girolamo, come la Isef, è invece incappata nel periodo: “meglio che te ne vai perché stai minando la stabilità del governo”. Il silenzio di Letta le fece capire il messaggio e si dimise.

La Boschi, con quel “concetto” espresso in Parlamento, sta solo dimostrando la sua perfetta sintonia con Renzi che, grazie al fatto che i cretini e i disinformati abbondano in questo paese, gode di favorevoli sondaggi ma sta esercitando il suo ruolo di presidente del consiglio con continuità comportamentale rispetto ai suoi predecessori. Non c’è niente di più vecchio e obsoleto che prendere per il culo contando sull’ignoranza degli italiani.

In ultimo, un consiglio a Renzi. Sua moglie insegna. Si faccia dare una lezione sui pronomi personali. Conosce solo la prima persona singolare: IO.
Oggi ha detto: “io so cosa devo fare”. Non perde mai occasione per ricordare che la sua “vocazione” da uomo solo al comando.
Anch’io so cosa fare. Per me stessa, visto che non rivesto il ruolo di presidente del consiglio. So che non devo mai credere né votare per chi ha “problemi” con i pronomi personali. Perché queste sono le persone che creano problemi a tutti gli italiani.


Caro Renzi, non va proprio bene un organo sessuale maschile….

1 commento:

  1. IL PIFFERAIO
    Suona il suo piffero e come per incanto i ratti della politica rispondono.
    Le ultime cartucce che sono rimaste ai ratti ? Votare al più presto
    Una legge sul Presidenzialismo che permetterà a tutta la casta politica e
    al Pifferaio di risorgere a nuova vita.
    E con l’aiuto della sinistra il Pifferaio diventerà il nuovo Duce.
    Assicurando cosi il proseguo dei loro intrallazzi
    Come diceva Bartali glie tutto sbagliato
    Glie tutto da rifare.
    Mi viene da dire che Ginettaccio a modo suo è stato profeta. Dopo la Guerra
    la maggioranza del Popolo presa coscienza si è ribellata allo sfruttamento
    Dopo lotte sindacali e sacrifici il Popolo di allora Per lo più composto dà semi analfabeti e riuscito a risollevare L’ITALIA dalle rovine di una Guerra voluta dal regime fascista.
    Col sacrificio abbiamo conquistato il diritto allo studio per le nuove Generazioni
    Annullando in parte l’analfabetismo il risultato?
    é evidente il troppo studio ha mandato il cervello delle generazioni nate nel primo dopo guerra in tilt
    Favorendo gli sfruttatori che vi stanno riportando al Medio Evo
    Sperando che gli sconci di questi ultimi giorni aprano il cervello.
    Ricordo che la classe dominante di allora usava dire a noi semi analfabeti di allora (Beata ignoranza)
    Oggi io mi sentirei di dire a voi giovani istruiti Beata Ottusità VITTORIO

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