da: Il Fatto Quotidiano
Unicredit
copre crediti a rischio e va in rosso di 14 miliardi. Taglierà 8.500 dipendenti
La rivalutazione delle quote di Bankitalia
non basta a Unicredit che, nonostante gli 1,4 miliardi di profitto realizzato
con l’operazione, ha chiuso il 2013 con perdite record per 14 miliardi di euro
dopo aver effettuato nuovi accantonamenti su prestiti a rischio per 13,7
miliardi di euro (+46,8% anno su anno). Il 2012 si era invece chiuso in utile
per 865 milioni di euro. La perdita nel quarto trimestre è di 15 miliardi con
accantonamenti su crediti per 9,3 miliardi. Il rapporto di copertura dei
prestiti di difficile riscossione del gruppo è salito al 52%, tornando a valori
pre-crisi (2008).
A fronte dell’andamento del gruppo, però,
il piano strategico della banca prevede l’ennesimo massiccio taglio di
dipendenti: dal gruppo bancario usciranno 8.500 persone entro il 2018. Di
questi 5.700 saranno in Italia. Per quanto riguarda il beneficio contabile
registrato con la rivalutazione del 22% di Bankitalia, in seguito al via libera
della Consob, Unicredit l’ha messo in bilancio nonostante le perplessità della
vigilanza Ue, l’Esma. Ma se al termine degli approfondimenti in corso da parte
della autorità emergerà che la valutazione andrà fatta a patrimonio netto (e
non in conto economico), la perdita netta di gruppo sarà più elevata di 1,2
miliardi nel trimestre e nell’intero anno.
La situazione, in ogni caso, non impedirà
agli azionisti della banca di incassare un dividendo: all’assemblea annuale
degli azionisti, il cda di Unicredit proporrà il pagamento di un dividendo da
riserve di utili di 10 centesimi di euro per azioni mediante attribuzione di
azioni Unicredit di nuova emissione oppure, su specifica richiesta degli
azionisti, mediante versamento in contanti. La data di stacco del dividendo
stabilita è il 19 maggio 2014, la data di registrazione è fissata per il 21
maggio e la data di pagamento è fissata per il 6 giugno 2014.
Sui conti hanno inciso anche i rimborsi dei
prestiti ricevuti dalla Bce con le aste a tasso agevolato del 2011-2012. In
particolare Unicredit all’inizio di novembre ha rimborsato un miliardo di fondi
Ltro e altri due miliardi in dicembre, per un totale di circa 5 miliardi
restituiti in un anno. L’importo ancora dovuto alla Banca Centrale di Mario
Draghi è ora sceso a circa 21 miliardi.
Per il futuro il piano dell’ad Federico
Ghizzoni dopo le pulizie prevede la generazione di 2 miliardi di euro di utili
nel 2014, valore che dovrebbe salire fino a 6,6 miliardi nel 2018. Da qui al
2018 la banca annuncia investimenti per 4,5 miliardi e, contestualmente,
risparmi di costi per 1,3 miliardi. In particolare nell’Europa Centrale e
dell’Est Unicredit punta a “investire nei mercati in crescita e a
razionalizzare la presenza geografica”, aumentando l’allocazione di capitale
sull’area dal 23 al 30 per cento. Operazione che non riguarderà la controllata
ucraina, che è stata messa in vendita con un impatto negativo di 600 milioni di
euro in conto economico.
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