da: Il Fatto Quotidiano
Finanziamento ai partiti,
nella nuova legge spunta sanatoria per detrazioni irregolari
Un emendamento a firma
Calderoli estende le detrazioni Irpef alle erogazioni "non liberali",
cioé ai contributi imposti dai partiti ai loro eletti. Così il Carroccio ha
apparecchiato la sanatoria sugli illeciti accertati dalla Procura di Forlì e
sulle pretese di recupero delle somme da parte dall'Agenzia delle Entrate. La
norma è pure retroattiva a valere dal 2007 in poi: proprio il periodo delle
violazioni accertate e non ancora prescritte. E gli altri partiti si sono
accodati dando il disco verde alla furbata
Spunta la detrazione ad personam, anzi ad
partitum. Meglio ancora, per tutti i partiti. Che han deciso di farsi un ultimo
regalo prima d’abbandonare la chiatta del finanziamento pubblico: una sanatoria
per le donazioni irregolari del passato. La norma, finora rimasta in ombra, è
stata inserita nella legge che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti
politici e scovata dall’Adnkronos. Un emendamento proposto dai leghisti Roberto
Calderoli e Patrizia Bisinella stabilisce che le erogazioni in denaro
effettuate a favore dei partiti a partire dal 2007 “devono comunque
considerarsi detraibili” dall’Irpef. L’emendamento è
passato indenne all’esame
dell’aula il 20 febbraio scorso, quando la legge ha ricevuto disco verde dai
principali partiti e il voto contrario in blocco del Movimento Cinque Stelle.
A una lettura disattenta il nuovo testo
dice poco o nulla. Sembra solo riaffermare la possibilità, che i partiti già
avevano in passato, di far detrarre ai contribuenti le donazioni ricevute. La
nuova dizione, votata dalla maggioranza del Parlamento, apporta invece una
significativa modifica. Nella vecchia legge la detrazione era prevista per le
“erogazioni liberali” e la nuova si
limitava a modificare le aliquote portandole dal 19 al 24%. Il nuovo testo
lasciava inalterata la dizione “erogazioni liberali”. E proprio qui sta
l’inghippo, la furbata. L’eliminazione della parola “liberali”, rafforzata
anche dall’avverbio “comunque” riferito “a detraibili dall’Irpef” estende
l’ambito di applicazione non solo in senso retroattivo (“a partire dall’anno di
imposta 2007”), ma apre un varco per mettere a detrazione tutte le erogazioni
versate dagli eletti al loro stesso partito a titolo di contributo. Che tanto
liberali poi non sono, perché previste in statuti e contratti di mandato con
natura vincolante.
Secondo quanto risulta all’Adnkronos, nel
corso di una indagine penale condotta dalla Procura di Forlì gli inquirenti
sarebbero incappati in alcuni contratti che legavano parlamentari della Lega al
proprio partito nei quali era concordata l’erogazione “liberale” di una parte
dell’indennità percepita dopo l’elezione al Parlamento. La procura ha poi
trasmesso un’informativa all’Agenzia delle Entrate per verificare se la
presenza del contratto faceva venir meno la possibilità di detrarre le somme
donate al partito in maniera ben poco liberale, come invece prevedeva la
vecchia legge. Gli uffici del fisco, dopo aver approfondito la questione, hanno
ritenuto che la presenza di un contratto scritto facesse venir meno la
possibilità di portare in detrazione le somme conferite. E sono quindi partite
le contestazioni per indebito utilizzo della detrazione per oneri prevista solo
nel caso di donazioni liberali. Considerato il periodo, le somme in gioco, le
sanzioni per i parlamentari coinvolti, sarebbe scattato un consistente
accertamento.
Ma l’emendamento proposto da
Calderoli-Bisinella, forse perché venuti a conoscenza del pericolo che
incombeva sui colleghi, ha anticipato tutti. Facendo approvare un “condono
preventivo” che sana tutti i comportamenti illegittimi per il periodo
2007-2013, cioè le annualità già accertate e quelle non ancora prescritte.
Resta da capire quale interesse abbia indotto gli altri partiti ad accogliere l’emendamento
senza fare una piega, ovvero se anche loro abbiano delle “pendenze” per
contributi messi a rimborso che liberali non sono mai stati.
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