Il costituzionalista italiano Gustavo Zagrebelsky e il
giurista Stefano Rodotà
hanno lanciato un appello
contro le riforme
istituzionali contenute nel disegno di legge presentato dal
governo Renzi che, a loro parere, stravolgerebbe la Costituzione Italiana.
Personalmente, ritengo che si debba
ragionare e decidere in tempi ragionevoli sul superamento del bicameralismo
perfetto ma, soprattutto, esigo il ripristino del rispetto della Costituzione.
Vale a dire: il Parlamento non può essere l’organo
che si limita ad approvare i decreti leggi presentati dal potere esecutivo o a
convertire disegni di legge concordati tra presunti leader politici e
condannati in via definitiva e/o inetti
da troppi anni mangia pane a tradimento nelle istituzioni italiane.
La Costituzione Italiana esprime in modo
chiaro quali sono le competenze, i poteri e i limiti dell’esecutivo (governo) e
del Parlamento (legislativo). La democrazia italiana si è ridotta con il
presidenzialismo di fatto di Napolitano e con la “prassi” anti costituzionale
di imporre la fiducia per far approvare tutti i provvedimenti presentati dal
governo. Va detto che non se è accettabile la violazione della carta
Costituzionale, altrettanto non lo è la lungaggine parlamentare finalizzata ad ritardare i tempi del voto o
evitare l’approvazione di provvedimenti necessari al paese.
Il Parlamento trovi i modi e le tempistiche
per ottemperare alla Costituzione nella sua interezza, vale a dire: creare gli
strumenti atti ad applicare soluzioni per esercitare il primo dovere che è la
gestione dello Stato. In tempi di crisi e no.
Di seguito riporto l’appello di Gustavo Zagrebelsky.
Lo si può o no condividere. Per quanto mi riguarda, ho considerazione del
costituzionalista Zagrebelsky e presto sempre attenzione
alle sue opinioni.
Non
ho la medesima considerazione dell’arrogante Renzi, che si sente così forte da
assumere costantemente atteggiamenti sprezzanti liquidando opionioni e
argomentazioni come sola “refrattarietà” al cambiamento.
Riuscirà
a convincere parecchi italiani che è un decisionista e velocista. Gli stessi
italiani che subiscono il “fascino” dei Mussolini e dei Berlusconi. Con le
debite differenze e con le relative analogie tra i due.
Testo
dell’appello di Gustavo
Zagrebelsky:
La
svolta autoritaria
Stiamo assistendo impotenti al progetto di
stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente
delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per
creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri
padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione
accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio
Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno
attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché
sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano
persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi ma il
leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora
più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito
questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a
fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che
vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è
scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha
rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il
leader che la propone.
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