da: Linkiesta
Bolzano,
la città intelligente dà risposta agli anziani
Case
dotate di sensori intelligenti per aiutare gli anziani soli
di Manuel
Peruzzo
Di una città, scriveva Italo Calvino, “Non godi le sette o le settantasette
meraviglie, ma la risposta che dà a una
tua domanda”. Con oltre 3.3 miliardi di persone che oggi abitano le città –
un numero destinato a raddoppiare nei prossimi anni – è ragionevole porsi il
problema dell'aumento progressivo di domande cui dare una risposta.
L'infrastruttura urbana, gli assessorati, i servizi dei cittadini dovranno
cogliere la sfida del futuro: saper interpellare i dati per migliorare
qualitativamente la vita di tutti. Tutto questo evitando gli sprechi. È
l'obiettivo di quel che si può racchiudere nella formula smarter city, cioè le città intelligenti che fanno dell'innovazione
un punto di forza per risolvere problemi dei cittadini.
Le soluzioni offerte dalla tecnologia
non hanno confini: sensori che regolano flussi nella mobilità cittadina,
sistemi predittivi che avvertono di un possibile deragliamento ferroviario,
edifici che vantano un'efficienza energetica a fronte
di una riduzione
sensibile dell'inquinamento, per nominarne alcuni. Il business delle smarter
city si sviluppa in diversi e ampi settori: sanità, istruzione, mobilità, servizi
sociali, sicurezza urbana. Sono zone costitutive di una città e della nostra
vita in cui i dati sull'attività umana possono essere raccolti e analizzati
dalle amministrazioni per offrire servizi migliori. La città che conosce la
domanda che gli poniamo può formulare una risposta efficace.
La discussione sulle città intelligenti viene spesso indirizzata verso settori decisivi per l'economia, ma non sono gli unici importanti per la nostra vita. La tecnologia può essere impiegata nell'assistenza sociale, nell'istruzione e nella prevenzione della criminalità. Come scrive il Guardian, citando il professor Mark Deakin del progetto Smarter Cities dell'Unione europea: “Quando si parla di e-utopie ci si riferisce all'idea di governare bene, rendendo città più inclusive socialmente e con un migliore accesso ai servizi”. È quello che succede in molte zone del mondo, tra cui anche il nostro Paese.
A Bolzano, una delle città più ricche d'Europa e con una popolazione di oltre 100.000 abitanti, per risolvere il problema dell'invecchiamento complessivo della cittadinanza si è pensato a un modo innovativo di mettere a frutto le risorse sociali, aiutando gli anziani a vivere nelle proprie case in piena indipendenza; seppur senza abbandonarli. Il 23.5% della popolazione ha superato i 65 anni e il sindaco, per evitare l'esclusione di una fascia debole dai servizi, ha deciso di adottare soluzioni tecnologicamente all'avanguardia.
La discussione sulle città intelligenti viene spesso indirizzata verso settori decisivi per l'economia, ma non sono gli unici importanti per la nostra vita. La tecnologia può essere impiegata nell'assistenza sociale, nell'istruzione e nella prevenzione della criminalità. Come scrive il Guardian, citando il professor Mark Deakin del progetto Smarter Cities dell'Unione europea: “Quando si parla di e-utopie ci si riferisce all'idea di governare bene, rendendo città più inclusive socialmente e con un migliore accesso ai servizi”. È quello che succede in molte zone del mondo, tra cui anche il nostro Paese.
A Bolzano, una delle città più ricche d'Europa e con una popolazione di oltre 100.000 abitanti, per risolvere il problema dell'invecchiamento complessivo della cittadinanza si è pensato a un modo innovativo di mettere a frutto le risorse sociali, aiutando gli anziani a vivere nelle proprie case in piena indipendenza; seppur senza abbandonarli. Il 23.5% della popolazione ha superato i 65 anni e il sindaco, per evitare l'esclusione di una fascia debole dai servizi, ha deciso di adottare soluzioni tecnologicamente all'avanguardia.
Il progetto, in collaborazione con IBM, si chiama Abitare Sicuri, e mira al tele-monitoraggio e alla tele-assistenza
degli anziani e di quei soggetti che richiedono un'assistenza presso le proprie
abitazioni. Il sistema comunica un senso di sicurezza agli assistiti perché li
mette in contatto con assistenti, famigliari e amici, oltre che con i servizi
sanitari e sociali.
Infatti, il sistema di sensori registra con continuità
i parametri dell’anziano e dell’abitazione. La
Centrale viene automaticamente avvisata in caso di valori al di fuori dei
limiti. In tal modo l’anziano riceve le cure necessarie e i servizi
socio-sanitari possono intervenire in modo mirato. La raccolta ed il
monitoraggio dei dati, oltre ad una valutazione obiettiva dell’anziano nel suo
contesto, ha consentito di scoprire ed interpretare il significato “nascosto”
di determinati flussi di dati, che aprono la strada a nuovi servizi e ad
innovative forme di sostegno a distanza. Questo permette di mantenere le
persone nelle proprie case anziché costruire strutture dedicate e di ridurre i
costi del servizio socio-sanitario.
Calvino
scriveva anche, in Le città invisibili,
che: “Le città come i sogni sono
costruite di desideri e di paure”. Il modo migliore per rassicurare il
futuro dei nostri anziani (e il nostro) è esaudire i desideri e ridurre le
paure. Una città intelligente è una città che non ti lascia solo.
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