lunedì 4 marzo 2013

Il dizionario della classe politica italiana: ridicolo


Ridicolo. Questa è la parola che meglio rappresenta il livello della classe politica di centro-destra e centro-sinistra. E’ il ridicolo che sta distruggendo questo paese. Non solo a livello politico; ma poiché questi sono coloro che esercitano la delega, il loro ridicolo distrugge prima e meglio di quello degli italiani uguali a loro.

Poiché si deve dare a Cesare quel che è di Cesare, la palma di campione del ridicolo non la si può assegnare a Mario Monti. Non possiamo imputare a lui la totale responsabiltià di una situazione che ha più ereditato che contribuito a creare (certo…ci sono le responsabilità dell’appartenenza al sistema liberista, ma questo vale non solo per l’ex presidente della Bocconi).
Sono indubbiamente discutibili e non condivisibili parte (o tutte, dipende dai punti di vista) delle azioni intraprese dal suo governo, ma non è il portatore sano del ridicolo. Quanto meno, Monti e ministri si sono messi a lavorare per “fare qualcosa”. Beh…ci sarebbe da fare dei distinguo sulla Fornero, ma finché tace le risparmio il mio sarcasmo. E poi..qui, unitamente al ridicolo (gestione esodati) siamo al “terrorismo”. La riforma delle pensioni fa pagare a una certa fascia generazionale il passato, il presente e il futuro. Che organo sessuale maschile avranno mai fatto questi di male per pagare per tutti in un colpo solo. Se non è terrorismo politico-sociale questo…

Il ridicolo ha occupato la scena anche durante il fine settimana (non c’è pace…).
E’ ridicolo cercare di scaricare sul Movimento 5 Stelle la responsabilità dell’ingovernabilità quando la classe politica che siede da anni in Parlamento non ha voluto modificare la legge elettorale. Perché, come giustamente osservava ieri un sensato e pragmatico Pizzarotti (il sindaco di Parma) nel programma dell’Annunziata, andava bene così a tutti. Andava bene – questo lo aggiungo io – al PD che pensava di vincere le elezioni.

Conseguentemente, è ridicolo che Bersani gridi all’uomo incappucciato (immagini di ieri di Grillo). La responsabilità della situazione è di coloro che, anche se per scopi diversi, sono giunti al medesimo risultato: nessuna riforma della legge elettorale, nessuna riduzione del numero dei parlamentari. Per non citare i rimborsi elettorali, un modo per fare ladrocinio di Stato.
Asserire oggi che il Pd non aveva la maggioranza in Parlamento per attuare certe riforme, non spiega perché dal 2006 al 2008 non abbia attuato certi progetti. Non spiega perché, dalla vittoria elettorale di Berlusconi nell’aprile del 2008, non abbia fatto opposizione. C’era qualcuno nel Pd che sosteneva che “non si doveva demonizzare Silvio Berlusconi”. Vero. Non bisognava demonizzarlo. Bisognava combattere il suo modello individualista e corrotto.
Non spiega perché il Pd non era in Parlamento a opporsi allo scudo fiscale. E mi fermo qui…

L’altro aspetto ridicolo è l’abbaiare di Bersani. Ieri sera, a ‘Che tempo che fa’ è risultato più tonico che nell’ultimo mese di campagna elettorale, quando pensava  - a ragione – che la serietà avrebbe pagato. Infatti, poiché il Pd, o come direbbe Grillo: il PD–L, non ha mostrato di essere un’alternativa seria cui affidare una delega, non ha vinto le elezioni. Ergo: la serietà degli italiani è prevalsa. Roba da non credere! Perché in questo paese, la gente seria non fa massa..
La serietà, caro Bersani, non è solo non prendere per il culo la gente promettendo abbassamenti di tasse che non si potranno verificare se non a condizioni che non sono neppure allo stato embrionale. La serietà è essere un’alternativa a un sistema marcio e incapace. Il PD non ha dato questa sensazione agli elettori disposti a scappare da Berlusconi, né l’ha data a parte dell’elettorato di sinistra che negli ultimi anni ha dovuto farsi amputare il naso, toppare le orecchie, sigillare con il mastice gli occhi. E…comprare qualche crema in farmacia contro il prurito agli orifizi.

E’ ridicolo che Bersani dica, rivolto al Movimento 5 Stelle: “se andiamo a casa noi, andate a casa anche voi”.
Che senso ha una simile frase rivolta ai grillini. Che problema sarà mai per loro abbandonare un potere che ancora non hanno. Questo abbaiare inutile, lo riservasse al Pdl.
Allora, visto che Bersani ha ritrovato una certa tonicità e, per la serie ‘meglio tardi che mai’: vuole mettere in rete le proposte di legge degli otto punti con i quali si presenterà da Napolitano, veda di non disperdere questa “energia” e, oltre a indossare le mutande di latta quando s’incontrerà con il gruppo dirigente, eviti di far riemergere il suo dna. Quello che lo porta a fare battute che piacciono a lui, a pochi altri e …servono solo a facilitare il lavoro di Crozza.

Quanto a Grillo e al Movimento 5 Stelle. Giusto per non scendere nel ridicolo…
Grillo e Casaleggio e i parlamentari eletti, hanno il diritto di mantenere una coerenza. Vale a dire: nessuna fiducia a priori e consenso di volta in volta su proposte di legge.
Grillo e Casaleggio puntano sulla democrazia partecipativa. Chi potrebbe non essere d’accordo. Ma, con tutto il rispetto dello zoccolo duro del Movimento, di chi li segue dalla prima ora, di chi partecipa direttamente nel web, delle poche migliaia di coloro che hanno scelto i candidati per il Parlamento, il voto è una forma  - la prima e più estesa – di democrazia partecipativa. Nel contempo, il voto è il primo e più esteso strumento di esercizio democratico della delega.
Si dà il caso che, con buona pace di migliaia di importanti grillini che utilizzano la democrazia partecipativa nel web - criterio e strumento di cui non si potrà più fare a meno dal 26 febbraio 2013 -, le urne hanno affermato la democrazia partecipativa di 8.689.458 d’italiani che hanno votato alla Camera per il Movimento 5 Stelle, mentre al Senato (dopo possono votare gli over 25) i voti sono stati 7.285.850.
Il voto nelle urne da parte di quasi nove milioni d’italiani ha affidato una delega al Movimento 5 Stelle di Grillo e Casaleggio. Si tratta di una delega in bianco. Si tratta, di fatto, di un voto di protesta ma anche della fiducia in Grillo. Perché a parte la Sicilia e Parma, la reale consistenza dei grillini nell’esercizio politico è tutta da vedere e dimostrare.

Grillo e Casaleggio farebbero bene a non dimenticare che 8.689.458 italiani sono ben più di qualche migliaia di grillini nel web.
Il modo per conciliare coerenza e rispetto della democrazia partecipativa e della delega elettorale è affare di Grillo, Casaleggio e dei grillini in Parlamento. Questa è la loro responsabilità. Non quella che cercano di scaricargli coloro che stanno distruggendo il paese, giorno dopo giorno, nelle varie sedi istituzionali.

Concludo con due suggerimenti.
Il primo è per la coppia Grillo-Casaleggio. Poiché mi pare di capire, soprattutto per quanto riguarda Giuseppe Piero Grillo, che gli piace il mare, gli piacerà probabilmente anche il pesce. Faccia una cura di fosforo perché mi pare stia dimenticando il numero degli italiani che hanno votato per il M5S.
Poiché quando non sono bastarda dentro, sono d’indole buona, mi permetto un suggerimento anche a Bersani e al Pd.
Si scordino che nel M5S ci siano persone di sinistra. Gente che idealmente si sente a sinistra e/o che in passato ha votato per la sinistra. Ma non sono certo 8.689.458. E, soprattutto, siamo sicuri che siano ancora di sinistra?
Perché mi pare che molte di queste persone abbiano cambiato “ideologia”. Hanno assunto questo “dogma di fede”: non voglio più essere preso/a per il culo. E “non essere più presi per il culo” non è né di sinistra, né di destra. E’: non essere più presi per il culo.
Meditate Pd e Bersani…meditate. Nel vostro interesse e, conseguentemente, in quello degli italiani. Non solo di sinistra.

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