da: Avvenire
Inchiesta
nell’arena preelettorale
di Mirella
Poggialini
Le parole e i fatti si contrappongono nei
due filoni di interventi che impegnano oggi una tv già proiettata nella
competizione elettorale. E se i proclami, i talk-show, le interviste e i
dibattiti fioriranno, c'è l'altro verso della medaglia, la dimostrazione dei
fatti, a contrapporre consistenza a ipotesi e annunci, con dati e numeri e
personaggi e denunce e indagini e azioni giudiziarie. Sono considerazioni che
nascono dalla prima puntata di Presadiretta proposta da Riccardo Iacona su
Raitre, premiata domenica sera con ben 2.693.000 spettatori, share dell'11,72%:
inchiesta documentata (anche se è mancato un possibile contraddittorio) sulla
gestione del denaro pubblico – i "rimborsi elettorali" – da parte
dell'amministratore della Lega e dei suoi dirigenti. I quali – e non sono i
soli, come ci hanno dimostrato le indagini degli ultimi mesi rivolte ad altri
gruppi politici – hanno reputato lecita l'appropriazione del denaro pubblico,
circa 24 milioni di euro, da parte di un amministratore disinvolto (lasciamo i
nomi alla cronaca) che ha anche provveduto a sostenere le spese private,
piccole e grandi, di politici che tutti conoscono e che ancora rivestono le
loro cariche istituzionali.
Così che lo spettatore, tra il confuso e l'indignato, ha seguito le lunghe e precise interviste, i conteggi minuziosi, le dichiarazioni e le accuse, sentendosi vittima di una colossale beffa ai suoi danni. Ma soprattutto si è sentito umiliato dalla caduta dei princìpi e dei valori sui quali ogni cittadino per bene ha costruito la sua attività ed esistenza, si è sentito offeso dalla beffa costante di cui è stato vittima, si è sentito abbandonato da coloro che, eletti dai cittadini, avrebbero dovuto provvedere a loro prima che ai privati interessi. Un giudizio etico che, forse, si rifletterà sul voto
Così che lo spettatore, tra il confuso e l'indignato, ha seguito le lunghe e precise interviste, i conteggi minuziosi, le dichiarazioni e le accuse, sentendosi vittima di una colossale beffa ai suoi danni. Ma soprattutto si è sentito umiliato dalla caduta dei princìpi e dei valori sui quali ogni cittadino per bene ha costruito la sua attività ed esistenza, si è sentito offeso dalla beffa costante di cui è stato vittima, si è sentito abbandonato da coloro che, eletti dai cittadini, avrebbero dovuto provvedere a loro prima che ai privati interessi. Un giudizio etico che, forse, si rifletterà sul voto
Nessun commento:
Posta un commento